Lettera aperta ai Giudici Angela R. e Cristina C. del Tribunale dei Minorenni di Roma

Mamma ti prego portami via! http://www.youtube.com/watch?v=ty1PdWOKo5E&feature=share La drammatica vicenda della bimba di 7 anni sottratta alla sua mamma Federica Puma e detenuta in casa famiglia dal 14 dicembre 2011 per conflittualità di coppia. La bimba è sempre vissuta con la sua mamma e tenuta come una principessa. Federica e il suo compagno vivono separati da 7 anni, quanti sono gli anni della loro figlia.
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Al Tribunale per i Minorenni di Roma
Lettera aperta ai Giudici Angela R. e Cristina C.
Faccio seguito alla mia precedente lettera pervenutaVi in data 29 maggio c.a., peraltro, come da prassi, senza alcuna Vostra risposta.
Non mi stupisce neppure il diniego del Presidente Melita C. a sostenere con la scrivente e il proprio legale, l’Avv . Giuseppe Lipera, un confronto mediatico.
Già, il Giudice C. come potrebbe giustificare all’Italia intera che:
- Venivo dalla stessa raggiunta telefonicamente, premurandosi di fare gli interessi del padre di mia figlia e che per lo stesso motivo, la Stessa giudice C. chiamava la Direttrice della prestigiosa scuola religiosa precedentemente frequentata dalla mia piccola. La religiosa, rea di non soccombere alle angherie del sig. A.G., veniva minacciata costantemente dal padre che avrebbe parlato con i magistrati.
- Che, per giustificare il suo operato, ha rappresentato al Presidente della Repubblica, mia figlia come una bimba aggressiva. Ciò non corrisponde al vero in quanto le stesse relazioni della Casa famiglia, nella quale il giudice C. ha recluso mia figlia, descrivono la bambina ben educata con un tessuto socio – culturale superiore ai bambini presenti in struttura! Il “C...” scrive : “ talvolta, come avviene normalmente per la sua età, appare disubbidiente rispetto a qualcosa che le viene chiesto di fare, in tali circostanze, risponde negativamente ma sempre in maniera educata” … “ la bambina appare educata , curata, intelligente e socievole. Possiede un forte sentimento religioso, parla di Gesù e dell’Angelo Custode” ... “ B. manifesta un lessico ed una educazione appartenenti ad una classe sociale agiata che contrastano con l’appartenenza culturale degli altri ospiti “
- Espungeva dal fascicolo atti scomodi per il padre della bimba che se inviati, come da prassi, alla procura penale di Roma, avrebbero potuto arrecare al sig. A.G. accertamenti di eventuali responsabilità penali! Nello specifico mi riferisco a due certificati medici redatti su carta intestata “Ospedale San Andrea di Roma”, che sottoposti a periti di parte del Tribunale, sono risultati “ manomessi” nonché da false dichiarazioni rese dal sig. A.G. che dichiarava al giudice di non aver lavorato presso il citato ospedale, nonostante ampia documentazione che attestava il contrario come da verbale depositato agli atti.
- Di avermi accusata di non aver fatto svolgere alla mia bambina una terapia logopedica quando fu lo stesso giudice C. a sospendere alla scrivente la patria potestà, delegando Tutore F., Curatore Z., assistenti sociali M. – R., tutti incapaci di far fare una semplice terapia alla piccola B. che stava regredendo per l’operato degli stessi delegati del Giudice, i quali insistevano nella frequentazione con un padre dichiarato da ben quattro periti affetto da “ disturbo della personalità di stampo narcisistico dovuto a vuoto empatico e affettivo da curare in strutture cliniche idonee”. Un padre che è di giovamento ricordare la sua dichiarazione: “ dubito che la bimba sia mia figlia” (parole dette allo stesso giudice C. nell’udienza del 11 maggio 2011, come da verbale) di un padre che la vuole in casa famiglia per essere destinata all’adozione a terzi!
- Di aver dato la piccola B. al padre, alla nonna paterna I.Z. e alla zia paterna I.G., per due week end a settimana, 15 giorni in estate, pur sapendo della malattia mentale del padre, della sua avversione verso la stessa figlia e il totale disinteresse della nonna e zia paterna che, benché ufficialmente più’ volte convocate dal giudice C. stesso e dalle assistenti sociali M. – R., si rifiutavano di comparire in tribunale. D’altronde le due donne (nonna e zia paterna) hanno sempre appoggiato il sig. A.G. nella richiesta di dare la piccola B. in adozione! La dimostrazione di quanto appena affermato non è solo riscontrabile nella documentazione depositata presso la cancelleria del Tribunale per i Minorenni ma anche nell’atteggiamento tenuto dalle due donne: le stesse, infatti, non solo non si sono mai opposte al decreto di collocamento della nipote in casa famiglia, ma non hanno mai fatto richiesta di incontrare la piccola reclusa!
- Di non aver dato credito alle due assistenti sociali M. - I., le quali descrivevano i comportamenti squilibrati del sig. A.G. e che furono immediatamente sostituite a causa di una denuncia presentata dallo stesso A.G. in procura (denuncia archiviata dai P.M.). M. e I. furono sostituite da R. – M. che invece improvvisamente rappresentarono al giudice C. una conflittualità tra la scrivente e il padre della piccola non tenendo conto delle dichiarazioni della curatrice avv. Z. che affermava che la conflittualità era unilaterale ovvero attribuibile esclusivamente al padre.
- Ci si chiede: come sia possibile che un giudice, Presidente di un Tribunale e con tanti anni di esperienza, non si accorga della enorme discrasia nella rappresentazione della medesima realtà!
- Ignora le urla disperate di una bambina, che insistentemente chiede di volere tornare dalla sua mamma, violando i diritti fondamentali del fanciullo che favoriscono la permanenza del bambino nel contesto famigliare. La legge, infatti, prevede l’allontanamento del bambino dal contesto parentale di origine solo per motivazioni serie e ben provate e non per presunta conflittualità, peraltro relazionata da soggetti che hanno dimostrato accanimento, scarsa professionalità nonché inattendibilità. Si rammenta che le assistenti sociali M. – R. sono state denunciate dalla scrivente per ben undici volte.
- Che il giudice C. si è rifiutata di ascoltare le varie registrazioni in mio possesso che dimostrano incontrovertibilmente la menzogna dei suoi delegati, registrazioni che avrebbero risparmiato un dramma, una violenza psicologica inaudita a una piccola creatura di appena 7 anni! Mi rendo perfettamente conto che il giudice C. non voglia affrontare un pubblico confronto, dovrebbe rispondere a troppi perché!
Gent.li dott.sse R. e C., ancora una volta, mi appello al buon senso ed alla sensibilità, invitandomi a fornirvi tutte le registrazioni e documentazioni, per altro in Vostro possesso, per porre fine ad un ingiusto e penoso calvario a cui è stata sottoposta mia figlia B., la cui unica colpa è di avere un padre con problemi mentali ed istituzioni che, pur di non ammettere di essersi arroccati per difendere le proprie posizioni indifendibili, ignorano che con tale atteggiamento sono di grave nocumento ad una bimba incolpevole ed indifesa (ha solo sette anni!)
Con osservanza, Federica Puma
Roma , 4 Giugno 2012
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