La poesia di Roma

Architettura, arte e tradizione culinaria ti guidano alla scoperta della città senza tempo
roma, (informazione.it - comunicati stampa - cibi e bevande) Le belle giornate di sole, l’aria inizia a diventare più tiepida, la città offre scorci e panorami meravigliosi e poetici di cui godere. Passeggiare per Roma è magico, è sempre unico e non esagero nel dire che davvero è la città più bella del mondo. Non ci sono nata né cresciuta. Ci vivo da poco e l’ho frequentata saltuariamente in passato. Eppure, tutte le volte, ha il potere di lasciarmi incantata, senza fiato. Per la bellezza dei suoi edifici e le loro forme, i cornicioni, frammenti dal passato che emergono per farsi largo sotto strati di modernità e frenesia urbana. Questo mi affascina di Roma. Il fatto che il passato torni sempre a galla, continui a bussare alle porte del mondo per dire “C’è molto di più oltre a quello che puoi vedere”. Tra le cose più belle che amo di Roma sono gli sguardi sbalorditi di chi la vede per la prima vota, di chi con tanto stupore si avvicina impreparato a tanta meraviglia e non può che rimanerne sconvolto.
Ogni frantumato murario dal sapore antico, i caratteri latini, le ombre di una maestosità mai tramontata del tutto fanno di Roma quello è che oggi. Una metropoli varia ed eclettica, una cloaca nella quale confluiscono storie di genti di tutte le parti del mondo, dove si incontrano sapori e profumi esotici, orientali, dove trovi l’anziano signore nato e cresciuto nel medesimo quartiere che non vede l’ora di raccontare a docili orecchie dei bei tempi andati. La straordinarietà di Roma è che è una città, ma è anche molte città. Frammentata in rioni, ognuno di essi è caratterizzato da uno spirito, da una storia e da un’architettura peculiare e unica nel suo genere, come le tante parti di unico corpo, ognuno con la sua forma, estensione e funzione.
Le chiese, simboli di spiritualità e devozione, di accoglienza e conforto; ma anche ti potere, di imposizione e di ostentazione. Meravigliosi edifici figli dei migliori architetti e pittori che il mondo abbia mai avuto la fortuna di possedere.
Tra tutte le cose meravigliose che caratterizzano Roma non si può certamente non citare il cibo, la tradizione culinaria romana che affonda le sue radici più profonde non nei piatti preparati per papi panciuti e borghesi in velluto, ma nei sobborghi più poveri, nelle osterie di periferia.
Qui nascono carbonara, amatriciana, carciofi alla giudia, coratella, trippa… Tra i mille locali di Roma ce n’è uno nascosto tra i vicoli del Rione Prati, il quartiere che sorge tra Vaticano, Castel Sant’Angelo e viale delle Milizie. Questo posto prende il nome da una delle divinità più antiche di Roma stessa: "La dea bendata". Ed è davvero una “fortuna” imbattersi in questo locale dall’aspetto semplice e lineare nel quale si viene attirati dal profumo così tipicamente mediterraneo. Come dicevo all’inizio, il passato torna sempre a galla e non sempre è un bene lasciarlo andare. È importante e doveroso conservare le radici della propria terra e lo chef di questo locale lo sa bene; per questo ripropone i piatti della cucina romana attribuendogli però un tono moderno per attirare ogni tipo di clientela, soprattutto quella più giovane nella quale è particolarmente in voga l’abitudine dell’aperitivo. Le stuzzicherie proposte dalla cucina non lasciano indifferenti e certamente soddisfatti se abbinati oltretutto con il giusto drink. Ecco un’altra delle mille meraviglie di Roma: un luogo che sa accoglierti e rifocillarti e con il giusto equilibrio di sapori ed un ottimo rapporto qualità prezzo, dove tradizione e qualità degli ingredienti sono i punti cardine della cuna.
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