Assotutela - Sanità Lazio: Laboratori convenzionati un passo avanti

Il consiglio regionale oggi ha approvato, nel corso della discussione sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, la risoluzione che impegna il presidente Zingaretti a consentire ai laboratori analisi interessati di consorziarsi al fine di mantenere i livelli di occupazione nel rispetto degli standard di prestazioni erogate imposti dalla legge.
ROMA, (informazione.it - comunicati stampa - varie) Il consiglio regionale oggi ha approvato, nel corso della discussione sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, la risoluzione che impegna il presidente Zingaretti a consentire ai laboratori analisi interessati di consorziarsi al fine di mantenere i livelli di occupazione nel rispetto degli standard di prestazioni erogate imposti dalla legge.
"E' un provvedimento fondamentale - dichiara il Presidente di Assotutela Maritato - per garantire, da una parte la salvaguardia dei cittadini e dall'altra, delle piccole imprese che operano in questo settore".
Quanto previsto dal cosiddetto decreto Balduzzi e dal decreto del commissario ad acta Zingaretti impone infatti che, dal primo gennaio 2015, ai piccoli laboratori analisi privati sia revocato l’accreditamento trasformandoli di fatto in semplici centri prelievo.
"Il Decreto del Commissario ad Acta Nicola Zingaretti - prosegue Maritato - inevitabilmente spazzerà via la piccola e capillare rete di laboratori privati a cui non è stata assicurata la sopravvivenza nemmeno prevedendo la possibilità di consorziarsi pur mantenendo la propria autonomia. Questo significa - incalza il Presidente di Assotutela - sottrarre servizi ai cittadini e al territorio che nel laboratorio analisi hanno un punto di riferimento sia sul piano qualitativo che professionale. Tutto questo è sintomatico e dimostra quanto il presidente Zingaretti continui a disporre e ad imporre provvedimenti sul tema della sanità che penalizzano i territori". "Noi - conclude Maritato - come rappresentanti del territorio e dei cittadini, abbiamo il dovere di opporci a queste improbabili scelte che si dimostrano ancora una volta scellerate e prive di logiche funzionali oltre che economiche. Le conseguenze di queste decisioni potrebbero inevitabilmente mettere a rischio oltre 2000 operatori del settore che, dal 1° gennaio 2015, potrebbero perdere il proprio lavoro".
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