Sospeso il consiglio comunale a Molfetta: arrivano gli emigranti dagli USA

L’iter per il gemellagio con Little Ferry, comune nel New Jersey USA, sta procedendo – ha detto - siamo onorati di farlo con un comune dove il Sindaco è figlio di molfettesi, parliamo di Mauro Raguseo, per una costruzione di rapporti commerciali, di tradizioni, per i giovani studenti. Cercheremo di realizzarlo per settembre, come suggerito da Roberto Pansini
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Appuntamento al Cin Cin Bar, a Molfetta, per un buon caffè...
Dagli Usa a Molfetta per rivivere la Pasqua a casa

L’incontro con la municipalità, la sosta al bar, i vecchi amici e poi la buona tavola.
Tutto sul filo dell’emozione. E poi la sorpresa. Anzi due: la conferma del gemellaggio tra Molfetta e Little Ferry ormai alle porte, e l’incontro, dopo sessantadue anni, di due amici di gioventù Corrado Sciancalepore di Jackson City NJ e Saverio Pansini. Il saluto: "còm sì fàt wèkkiè! risposta: Ahìè è Tàùw?". Anche questo è Molfetta.

E’ cominciato tutto a metà mattinata. L’allegra brigata, il Presidente dell'Hoboken Italian Festival, la Società della Madonna dei Martiri nel NJ, Antonio Albanese, parte del direttivo e signore, dopo la sosta al Cin Cin bar, arrivano a Palazzo Giovene. Lì è in corso il consiglio comunale. Ma il sindaco, Paola Natalicchio, è informato e, quando il gruppo arriva, sospende i lavori per quindici minuti. E li accoglie nella sala di rappresentanza di Palazzo Giovene.

Non si può non fare gli onori ad una rappresentanza della Molfetta che vive dall’altra parte del mondo.

Con loro ci sono il direttivo dell'Associazione Molfettesi nel Mondo, presente anche Roberto Pansini, ponte umano tra due mondi da anni ormai, e monsignor Giuseppe de Candia, padre spirituale dell’associazione Molfettesi nel mondo, responsabile regionale della Migrantes: "Grazie a questi uomini e queste donne – ha detto alla presenza del sindaco - Molfetta è cresciuta. Eppure mai un Sindaco ha partecipato alla grande Festa ad Hoboken in onore della Madonna dei Martiri, che quest'anno raggiunge 88 anni. Loro hanno tutto non chiedono niente se non la "considerazione" e poi – ha continuato - c'è un "fessacchiotto", senza offesa, che è l'unico che mantiene i rapporti con molti emigranti molfettesi, premiato più volte negli USA, l'unico che prova con mille sforzi a trasmettere quello che è il gran lavoro degli emigranti in America, Roberto Pansini, che è giusto considerare e aiutare in progetti per crescere insieme”.

Emozionato il presidente del consiglio comunale, Nicola Piergiovanni, che ha salutato i suoi parenti, pure tornati dagli Usa. “L’iter per il gemellagio con Little Ferry, sta procedendo – ha detto - siamo onorati di farlo con un comune dove il Sindaco è figlio di molfettesi, parliamo di Mauro Raguseo, per una costruzione di rapporti commerciali, di tradizioni, per i giovani studenti. Cercheremo di realizzarlo per settembre, come suggerito da Roberto Pansini”.

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L'incontro con l'amministrazione e gli emigranti.

"I complimenti piacciono anche a Dio. Un grazie a Roberto Pansini che moltiplica la sua creatività per tenere desto il contatto con i nostri all’estero. La sensibilità dell’Amministrazione nel sospendere per qualche minuto il consiglio comunale per dar un saluto ai nostri emigrati ritornati per la santa Pasqua, ha un peso politico apprezzabile. Il gesto deve dar seguito a un’attenzione continua al problema e alle persone che, solo il cuore di una Madre, ormai senza latte al seno, ha spedito poco distante dal suo cuore, non dimenticati o peggio disconosciuti.

Quando gli anni si accumulano, s’impara meglio a usare il dialetto e la lingua italiana. Nella bella circostanza di cui parliamo, quando ho avuto l’onore di essere baciato dalla prima cittadina e mi sono seduto in un comodo divano, mi sono apparsi agli occhi e pulsati nel cuore i mille e mille volti molfettesi incontrati nei vari continenti.

Qualche istante prima avevo parlato con Padre Felice de Candia da Adelaide in Australia (questo vecchio lupo di mare, nostromo sbarcato in Australia, che dopo aver richiamato e sistemato la sua famiglia, si fece cappuccino a servizio delle comunità italiane) e mi diceva: goditi la nostra Pasqua anche per me.

Come puoi star zitto difronte alla provocazione? In dialetto e in italiano ho detto che ufficialmente Molfetta non considera i suoi pezzi di cuore all’estero, se per un arco di luminaria o per un gemellaggio già preparato, si trovano mille difficoltà e si gioca a nascondere le proprie responsabilità di amministratori della cosa pubblica. Ho aggiunto con forza: questi nostri emigrati non hanno bisogno di pane, ma solo di considerazione, di un grazie fatto di presenza per quanto hanno trasferito nell’economia della loro Molfetta.

Non ho voluto rimproverare nessuno. Ho soltanto esternato quello che da anni, come volontari che amano profondamente la loro città, vanno facendo con il cuore in mano.

Don Giuseppe de Candia
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