Al Teatro Alighieri di Ravenna: "Il turco in Italia", dramma buffo in due atti di Gioachino Rossini.

Domenica 7 febbraio 2016, ore 15,30 (replica).
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

RAVENNA FESTIVAL
Al Teatro Alighieri di Ravenna:
"Il turco in Italia", dramma buffo in due atti di Gioachino Rossini.
Coproduzione Fondazione Teatri di Piacenza, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Comunale di Treviso, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Opèra Thèatre de Metz Mètropole.

Domenica 7 febbraio 2016, ore 15,30.

Il turco in Italia, dramma buffo in due atti di Gioachino Rossini su libretto di Felice Romani, al Teatro Alighieri di Ravenna con replica domenica 7 febbraio (ore 15.30).
La regia è di Federico Bertolani, le scene di Giulia Zucchetta, i costumi di Federica Miani e le luci di Claudio Schmidt.
L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini è diretta da Giovanni Di Stefano, mentre il Coro del Teatro Municipale di Piacenza è condotto da Corrado Casati.
Nel ruolo di Selim, il principe turco che sbarca in Italia, l’esperto basso Simone Alberghini, artista fortemente rossiniano e di grande esperienza scenica.
Donna Fiorilla è la soprano sevilliana di intrigante presenza scenica Leonor Bonilla, recente vincitrice del Concorso Internazionale di Tenerife. Nei panni di Don Narciso il tenore Boyd Owen, mentre Prosdocimo è interpretato dal baritono Andrea Vincenzo Bonsignore. Completano il cast il mezzosoprano Loriana Castellano nel ruolo di Zaida e il tenore Manuel Amati in quello di Albazar. Carica di humor ed improvvisazione la figura del marito di Fiorilla, Don Geronio, interpretato da Daniel Giulianini.

Napoli e le sue figure al centro della rappresentazione, fin dall'inizio: il regista Federico Bertolani è colpito dalla “napoletanità da cartolina” dell’opera, che a suo avviso può essere ricondotta al teatro di Eduardo De Filippo, a canzoni napoletane (che infatti accompagnano l'intervallo dell'opera, e a film quali L’oro di Napoli e Il turco napoletano: “i personaggi del Turco in Italia si confondono facilmente con i protagonisti delle canzoni napoletane che fino agli anni Settanta del Novecento hanno ben descritto che tipo di umanità si poteva incontrare per Toledo o alle pendici del Vesuvio”.
Allora “Donna Fiorilla è simile alla Donna riccia o alla Malafemmena, Don Geronio dal canto suo sembra ricalcare l’inettitudine di Ciccio Formaggio o il marito disperato in cerca di Zazà o di Titina; facile poi ritrovare Selim nel Sarracino di Carosone ed ancora Don Narciso nel protagonista di ’O quaglione e infine come meglio descrivere la bellezza naturale e genuina della giovane Zaida se non con le parole di Come faccette mammete?”. Tuttavia, nell’allestimento, l’ambientazione napoletana mira a suggerire una “lettura registica fondata sulla forza dell’umanità dei suoi personaggi” ritenuti rappresentanti di una possibile “italianità”. La città partenopea, pertanto, è evocata non con intento macchiettistico, ma attraverso l’uso di mappe: “Napoli, così presente nel libretto e nella musica, diviene allora uno spazio suggerito più che descritto, un contenitore vitale e mutevole. [...] Il continuo inseguirsi, perdersi e ritrovarsi dei personaggi si traduce sulla scena in una grande mappa di Napoli, che si scompone e ricompone con i movimenti dei pannelli scorrevoli sui quali è disegnata”.
La Napoli immaginata dal regista è collocata intorno agli anni Cinquanta del secolo scorso; la evoca una scenografia ideata da Giulia Zucchetta (e realizzata con la collaborazione della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia) che crea un contesto minimalista e moderno dove agiscono tutti i personaggi, anch’essi con costumi da primo dopoguerra italiano ideati da Federica Miani.

Durata totale 2 ore 45 minuti compreso intervallo.

Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Biglietti da 14 a 45 euro. Speciale giovani (under 14) 5 euro; 14/18 anni e studenti universitari 50% tariffe ridotte.
Ufficio Stampa