DAL CONGRESSO NAZIONALE DELLA SIU IN CORSO A FIRENZE UNA RETE DI SICUREZZA SALVA DALL’ INCONTINENZA URINARIA CHE AFFLIGGE 3 MILIONI DI ITALIANE OVER 40

In Italia 3 milioni di donne over 40 soffrono di incontinenza urinaria, di queste il 70 % non si cura , ma si rassegna ai pannolini che gravano sulla spesa pubblica con oltre 300 milioni di euro l’anno. “L’incontinenza”, spiega il dottor Vincenzo Li Marzi della Clinica Urologica 2 del Careggi di Firenze si può invece risolvere con tecniche mininvasive basate sull’uso di retine che ripristinano la normale continenza. Gli interventi si effettuano in anestesia spinale a carico del SSN.
Firenze, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) L'incontinenza urinaria femminile è un disturbo che colpisce in Italia circa 3 milioni di donne dai 40 anni in su, si risolve ora in 20 minuti e con degenze ospedaliere di 24 ore. L’intervento si basa su innovative tecniche chirurgiche mininvasive. "Le nuove ma collaudate metodiche mininvasive", spiega il dottor Vincenzo Li Marzi in occasione del Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia (SIU) che riunisce a confronto circa 1400 medici specialisti provenienti da tutta Italia, “prevedono l'applicazione di una retina (sling) di polipropilene lunga pochi cm che posta sotto all'uretra risolve il disturbo (10 mila interventi in Italia e oltre 600 mila nel mondo). Rispetto ai 'vecchi' interventi invasivi (come la colposospensione ) che richiedono un taglio sull'addome, un ricovero e una convalescenza prolungata, i nuovi trattamenti si possono effettuare in day-hospital, in anestesia locale o locoregionale con un ritorno alle normali attività entro una settimana. L’incontinenza urinaria da sforzo è una condizione comune che affligge dal 12 al 46% delle donne adulte con un incremento della prevalenza legato all’età. Si manifesta a seguito di un piccolo sforzo come un colpo di tosse, uno starnuto, il sollevamento di una borsa o un esercizio fisico, induce imbarazzanti fughe di urina ed è causata principalmente dalle gravidanze e dal parto (il 50% delle donne presenta un danno dei muscoli e dei legamenti pelvici già al primo parto). Altre cause sono la tosse cronica, la stipsi, le attività pesanti, gli esiti della chirurgia pelvica e gli effetti legati alla menopausa. Inoltre, può associarsi al prolasso genitale. L’incontinenza urinaria è spesso vissuta con ansia, depressione ed isolamento legati al timore di non riuscire a controllare lo stimolo ad urinare, incide pesantemente sui rapporti sociali, l'intesa di coppia e quindi sulla qualità della vita. Solo una minoranza di donne, vincendo imbarazzo e vergogna, si rivolge allo specialista urologo o ginecologo (circa il 30%). "L'incontinenza urinaria", conclude il dottor Li Marzi, "continua a rimanere una condizione nascosta a causa di una scarsa e/o inadeguata informazione che giunge alle pazienti. Questo disturbo può invece essere risolto con successo come dimostrano i risultati ottenuti dalla nuove tecniche di chirurgia mininvasiva che ovviamente devono essere prese in considerazione dopo un programma di riabilitazione del pavimento pelvico, soprattutto efficace nelle forme di incontinenza urinaria lieve. La donna non dovrà quindi più sentirsi condannata all'incontinenza urinaria, ma può ora scegliere tra le opzioni terapeutiche e risolvere un disturbo che riguarda la sua integrità fisica e soprattutto la sua femminilità".
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