Enrico Dal Covolo, "L'incontro con Dio esige un incontro nuovo con i fratelli"

Rai Radio 1, la riflessione di Mons. Dal Covolo nella puntata di domenica 20 luglio 2014 di “Ascolta si fa sera”. Enrico Dal Covolo: “L’incontro con Dio esige un incontro nuovo con i fratelli: la vita nuova è per la missione. Elia va a cercare un discepolo, a cui affida la preziosa eredità del suo incontro con il Signore. L’esperienza di Dio non può rimanere bloccata fra le mani dell’uomo.”
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Rai Radio 1, la riflessione di Mons. Dal Covolo nella puntata di domenica 20 luglio 2014 di “Ascolta si fa sera”. Enrico Dal Covolo: “L’incontro con Dio esige un incontro nuovo con i fratelli: la vita nuova è per la missione. Elia va a cercare un discepolo, a cui affida la preziosa eredità del suo incontro con il Signore. L’esperienza di Dio non può rimanere bloccata fra le mani dell’uomo.”

Enrico Dal Covolo, Rettore lateranense

Pubblichiamo la meditazione di monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per la puntata di domenica 20 luglio del programma di informazione religiosa “Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1.

Oggi ricorre la memoria di sant’Elia, forse il profeta più famoso dell’Antico Testamento.

Fra i tanti episodi della sua vita, ce n’è uno, sul quale conviene fermare la nostra attenzione.

Elia, perseguitato dal re Acab e dalla perfida regina Gezabele, fugge nel deserto. Qui è colto da sconforto e angoscia: si augura addirittura di morire. Ma una presenza misteriosa lo visita: “Elia, alzati, mangia…”. E nella forza del pane donatogli, Elia cammina quaranta giorni e quaranta notti fino all’Oreb, il monte santo di Dio.

Qui avverte la presenza del Signore: “Che cosa fai, Elia?”. “Signore”, risponde il profeta, “sono pieno di zelo per te”.

Ma per incontrare Dio, questo zelo va ancora purificato: “Esci dalla caverna, e fermati sul monte, alla mia presenza”.

E’ il passaggio del Signore: “Non era nel vento… non era nel terremoto… non era nel fuoco… Finalmente, udì la voce di un silenzio sottile” (Martin Buber rende in modo poetico, ma forse meno efficace, questa espressione misteriosa – che noi invece abbiamo tradotto alla lettera –, quando scrive che Elia udì “il mormorio di un silenzio che svanisce”).

Poi il Signore ordina al profeta: “Su, Elia, ritorna sui tuoi passi!”.

E’ proprio questa conclusione dell’episodio che mi ha sempre incuriosito.

A questo punto, infatti, Elia avrebbe dovuto protestare vivacemente con Dio: “Ma come, Signore?… Sei proprio tu che mi hai ordinato questo cammino faticoso di quaranta giorni e di quaranta notti. E adesso che ti ho trovato, adesso che finalmente sto bene con te, mi ordini, come se niente fosse: ‘Elia, ritorna sui tuoi passi’?…”.

E invece sì: Elia, ritorna sui tuoi passi!

Perché l’incontro con Dio esige un incontro nuovo con i fratelli: la vita nuova è per la missione. Ed Elia va a cercare un discepolo, a cui affida la preziosa eredità del suo incontro con il Signore. L’esperienza di Dio non può rimanere bloccata fra le mani dell’uomo.

Così Eliseo, il discepolo di Elia, raccoglie il mantello del suo maestro, e la storia della salvezza continua…

FONTE: Zenit

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