Tumore al seno: la personalizzazione della terapia per una migliore efficacia e Qualità di Vita delle pazienti

Il tumore al seno rimane la prima causa di morte per cancro nel mondo tra le donne al di sotto dei 55 anni ed il secondo tumore al mondo per diffusione e ogni anno sono diagnosticati più di un milione di nuovi casi a livello globale. In Italia sono circa 40.000 le donne che ogni anno ricevono una diagnosi di neoplasia mammaria.
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Per le donne al di sotto dei 55 anni il tumore al seno è la prima causa di morte: una patologia che nel mondo registra 1 milione di nuovi casi l’anno, 40.000 circa dei quali in Italia. L’Italia è purtroppo in prima linea nella battaglia alla patologia del secolo: sono più di 450.000 le donne italiane che convivono con la patologia e circa 8.000 coloro che non ce la fanno.
Ma l’Italia è all’avanguardia nella cura, grazie all’eccellenza degli oncologi e delle strutture in cui operano e alla loro attenzione all’innovazione terapeutica, che attualmente punta a due obiettivi primari: il miglioramento della QoL delle pazienti in trattamento e la personalizzazione della cura.
Ne sono testimonianza le più recenti innovazioni nell’ambito del trattamento del tumore al seno HER2 positivo, che rappresenta il 20-30% di tutte le diagnosi di carcinoma mammario. Una forma molto aggressiva, con una progressione più rapida e un’età di insorgenza più precoce.L’HER2 (Human Epidermal Growth Factor Receptor 2) è un recettore presente sulla membrana di molte cellule e, in situazioni normali, ne regola la crescita e la proliferazione. Quando però il gene HER2 viene iper-espresso, il numero dei recettori aumenta in modo anomalo provocando una crescita cellulare incontrollata o maligna.
Negli ultimi decenni la ricerca scientifica è riuscita non solo a individuare una diagnostica ad hoc, ma anche e soprattutto a sviluppare efficaci farmaci a bersaglio molecolare, come trastuzumab, un anticorpo monoclonale che ha modificato significativamente la storia naturale del tumore mammario HER2 positivo.
Oggi, forti di questo importante traguardo terapeutico raggiunto, l’attenzione della ricerca è sempre più indirizzata alla Qualità della Vita delle pazienti e allo sviluppo di terapie personalizzate, più efficaci e meglio tollerate: incrementare la Qualità della Vita nella fase difficile e delicata del trattamento significa, infatti, aumentare la compliance e migliorare i risultati terapeutici.
L’attenzione alla Qualità della Vita costituisce un aspetto sempre più importante, che ha portato, mantenendo la consolidata efficacia, all’individuazione di formulazioni più agevoli come quella sottocutanea che è in grado di ridurre il tempo di somministrazione e dunque di permanenza della paziente all’interno della struttura ospedaliera, una fattore indubbiamente stressante per le pazienti.
«Secondo le evidenze scientifiche dello studio di Fase III HannaH che ha coinvolto 596 donne con tumore al seno HER2 positivo in fase iniziale» – rileva Sabino De Placido, Professore ordinario di Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, Napoli – «la formulazione di trastuzumab sottocutaneo è in grado di ridurre il tempo di somministrazione a 5 minuti, rispetto ai 30 minuti necessari con il metodo standard endovenoso e non necessita di preparazione medica».
Ma la ricerca va avanti con nuove molecole personalizzate in studio per le pazienti con il tumore HER2 positivo in fase avanzata. La prima è un inibitore della dimerizzazione di HER2, che impedisce al recettore HER2 di accoppiarsi ad altri recettori, inibendo così la crescita cellulare e inducendo la morte delle cellule tumorali.
La seconda, è un anticorpo-farmaco coniugato, che lega al trastuzumab un potente chemioterapico: ciò significa che l’anticorpo è in grado di trasportare la chemioterapia direttamente all'interno delle cellule tumorali.
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