Inaugurato a luglio 2015 il MACHO, Museo d’Arte Contemporanea Horcynus Orca

Nello scenario del Complesso Monumentale di Capo Peloro, Messina.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Inaugurato a luglio 2015 il MACHO, Museo d’Arte Contemporanea Horcynus Orca, nello scenario del Complesso Monumentale di Capo Peloro, Messina.
La cinquecentesca Torre degli Inglesi è stata oggetto di un’operazione di riuso degli spazi, adibiti a sale espositive per opere di arte contemporanea.

Il polo museale, curato da Martina Corgnati (storica dell’arte, docente all’Accademia di Brera di Milano, membro del Comitato Scientifico e direttore del settore Arti Visive della Fondazione Horcynus Orca), nasce da un progetto di ricerca sulle arti visive e dei contesti culturali e geo-politici mediterranei, intrapreso dal momento stesso della nascita della Fondazione Horcynus Orca, le cui attività sono sempre state volte all’arricchimento permanente del territorio.
La nascita del MACHO nasce dall’esigenza di fondare un polo d’incontro tra linguaggi mediterranei. “Esempi del genere ci sono anche a Napoli, Marsiglia, Barcellona ma – spiega la professoressa Corgnati – sono stati momenti di gran moda, senza connessione con altri linguaggi diversi, né continuità nel tempo”. L’obiettivo del MACHO è quello di creare innanzitutto “relazioni” in cui godere dell’incontro multidisciplinare tra Arte, Storia e Scienza.
La formazione di questa collezione aperta e in continuo arricchimento, è stata resa possibile grazie alla generosità dei numerosi donatori, artisti, collezionisti, critici e teorici, che hanno creduto nella Fondazione e, nel tempo, hanno scelto di collaborarci. Oggi il MACHO propone una collezione di un centinaio di opere, esposte nel percorso di visita permanente, e un archivio video di circa 500 titoli, opera di 200 artisti e più.
Nelle dieci sale si incontrano i percorsi dell’astrazione italiana, alcune personalità fra le più importanti emerse nel mondo arabo dal 2000 in poi, il progetto Signes de Rencontre, realizzato a Tunisi nel 2012 da Agostino Ferrari e Nja Mahdaoui, l’installazione dello spagnolo Ramon De Soto e i lavori dell’israeliano Tsibi Geva. E ancora le opere di uno dei più celebri artisti italiani contemporanei, Emilio Isgrò e quelle dell’artista palestinese Emily Jacir, esposte insieme ad Agnese Purgatorio e Natividad Navalon.
Il MACHO è la prima linea tracciata su un nuovo percorso culturale e l’arte contemporanea ha finalmente il suo spazio.
L’inaugurazione del museo è parte integrante del programma dell’Horcynus Festival che, giunto alla sua XIII edizione, ha avuto inizio il 26 luglio, presso le antiche Terme di San Calogero di Lipari e si è concluso il 2 agosto presso il Parco Horcynus Orca di Capo Peloro.
Altri eventi sono legati al Festival: nella sezione “Agenda” è possibile trovare tutte le informazioni a riguardo.

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