CARO OSTEOPATA, TI SCRIVO

La lettera di incoraggiamento del Presidente degli Osteopati ADOE e a tutti i colleghi ancora in attesa di riconoscimento.
COMO, (informazione.it - comunicati stampa - servizi)

Sono convinto che la tua tenacia e le nostre considerazioni in questa sede possano contribuire a sostenere i colleghi meritevoli che incontrano ancora oggi difficoltà nell’affermare la loro professione nei contesti sanitari. Difficoltà comuni e pluriennali per tutti noi, a partire da coloro che esercitano esclusivamente questa professione da più di 30 anni.

La nostra precarietà è diffusa in tutto il Paese, ma questa non dovrebbe indurre ad isolarsi nell’esercizio autoreferenziale, parziale e fuori contesto come purtroppo accade in troppi casi. Al contrario, la stessa condizione ai margini della legalità può ancor più stimolare a battersi nelle forme e nei modi migliori affinché il Sistema sanitario evolva in nostro favore attraverso un reale riconoscimento delle migliori qualifiche. Come? Esattamente come stai facendo tu nella quotidianità di un impegno assistenziale che svolgi con umiltà, sensibilità e attenzione, dopo aver svolto legalmente cinque anni di studi internazionali in Italia. Ovvero, nel tuo rapporto interdisciplinare con i responsabili sanitari delle cure alle cui indicazioni presti particolare attenzione e con cui cerchi l’interlocuzione nell’essenziale interesse dei pazienti.  E, in tal senso, sei stato e sarai un esempio costruttivo per tutti noi e non solo. 

Come saprai, si è aperto negli ultimi anni uno spiraglio che lascerebbe intravvedere la soluzione legislativa dell’annoso problema. Come ultimo atto di una lunga istruttoria, i Ministeri della Repubblica predisporranno la disciplina volta ad identificare i requisiti degli osteopati italiani ovvero le loro qualifiche formative e di esercizio. Iniziativa da cui potrebbe derivare la fase conclusiva e più delicata del nostro riconoscimento mediante la definizione di un Albo nazionale di professionisti adeguatamente qualificati e con equipollenza sanitaria del titolo di studio. Osteopati, questi ultimi, che finalmente potranno proporsi ed essere accolti dagli Enti sanitari nazionali.

Ti scrivo, tuttavia, non certo per consigliarti di pazientare in attesa di tempi migliori, bensì per incoraggiarti a non demordere nel proporti nelle forme e nei modi dovuti presso gli ambiti interdisciplinari a te più congeniali. Pur conservando consapevolezza della nostra temporanea precarietà, potrai in tal modo gettare le basi per una più autorevole interlocuzione quando le norme lo consentiranno e, perché no, contare sull’intelligenza di quei responsabili sanitari che sappiano valutare professionalità e competenze formali anche nel presente.

Solo noi possiamo cambiare il sistema, con le dimostrazioni di efficacia del nostro lavoro e con la nostra coerente intraprendenza, non certo cercando comode scorciatoie formative e di esercizio. Per tale ragione è importante dare il proprio contributo da subito, attraverso il nostro esempio sul territorio a sostegno e salvaguardia dell’Osteopatia più rigorosa in ambito pedagogico e operativo. Contro ogni contraffazione, cercando ogni occasione per testimoniare la nostra conoscenza deontologica oltre alla capacità di coniugare l’attenzione alle evidenze col rispetto della tradizione storica che connota il livello più alto della nostra disciplina.

Solo con tali premesse, ritengo, lo Stato potrà presto riconoscere chi di noi avrà i requisiti per agire come protagonisti interdisciplinari e affidabili delle più efficaci cure centrate sulla persona.

   Luigi CIULLO – Presidente Associazione Degli Osteopati Esclusivi (ADOE)

 

 

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