Consulta Economia FI – Forum sulla Sanità di Milano

Curarsi sul territorio e a casa, le ricette di Forza Italia per la sanità Dal Forum sulla Sanità di Milano gli operatori e i politici a confronto rilanciano la salute diffusa Di Saverio Fossati
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Curarsi sul territorio e a casa, le ricette di Forza Italia per la sanità

Dal Forum sulla Sanità di Milano gli operatori e i politici a confronto rilanciano la salute diffusa

di Saverio Fossati

Salute come diritto e strettoia della spesa pubblica ma anche idee per spostare sul territorio e a casa le cure, sviluppando una consapevolezza della prevenzione nei cittadini e incoraggiando economicamente i nuovi medici: questi i temi centrali dell’affollato forum Sanità, organizzato dalla Consulta di Forza Italia a Circolo Filologico di Milano il 15 febbraio e al quale ha partecipato Assoedilizia. Ad aprire i lavori, con un quadro introduttivo piuttosto cupo è stata la coordinatrice della Consulta Letizia Moratti: “Abbiamo criticità comuni a tutte le società avanzate, dagli organici alla necessità di investimenti i farmaci e tecnologie all’invecchiamento delle tecnologie – ha detto Letizia Moratti -. La nostra spesa sanitaria è sotto la media Ocse e abbiamo meno personale sanitario e bassa integrazione tra medicina del territorio e medicina ospedaliera. L’assistenza domiciliare integrata, cioè a casa, è uno degli impegni più importanti. Ma le riforme non si fanno a costo zero, per questo è fondamentale il collegamento con il mondo del terzo settore e del volontariato, che sono complementari al servizio pubblico”.

L’intervento successivo è stato affidato ad Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte: “Perché questo sia un diritto bisogna partire dagli investimenti: ci sono Paesi europei dove è legata al Pil e non alla sensibilità. L’assenza della medicina di territorio, quella che permette di curarti a casa, è la carenza maggiore. Il rischio è andare in spedale o quando è troppo tardi o quando è inutile, il 70% degli accessi al pronto soccorso è improprio ma non è colpa del cittadino, se non hanno un medico che spieghi come comportarsi”. A Torino non si è progettato un nuovo ospedale per 70 anni “Ed è stato solo il Covid ha risvegliare la coscienza politica – ha spiegato Cirio -. Non esiste un Paese al mondo dove per l’accesso devi dimostrare di sapere cose che devono insegnare loro, e devi avere 5mila euro per pagare il corso che prepari al test d’accesso”. Occorre valorizzare economicamente chi fa l’anestesista o il pronto soccorso o va all’ospedale sperduto di montagna, e potremo farlo con l’autonomia differenziata”.

Il ministro dell’Università e della Ricerca Annamaria Bernini, in collegamento da Roma, ha sottolineato la necessità di cambiare la formazione universitaria dei medici, unendo il momento della formazione al momento della scelta vocazionale e cambiando il test d’accesso “Che ora si baserà su domande tutte contenute in una banca dati pubblica – ha assicurato Annamaria Bernini – Stiamo lavorando sulla formazione di medici e infermieri e si può aprire il numero chiuso senza limitare la qualità. E faremo tornare i ricercatori!”.

L’assessore al welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso ha illustrato numeri e dati della sanità regionale: “Vogliamo organizzare un sistema a rete. Dopo 15 anni abbiamo il piano socio-sanitario quinquennale regionale e abbiamo elaborato 504 azioni differenziate per arrivare a risolvere i problemi fondamentali. L’invecchiamento della popolazione va affrontato lavorando sulla prevenzione, con azioni anche impopolari come il renderla prescrivibile e con una tessera sanitaria a punti: più il tuo stile di vita è corretto più la Regione sarà presente nelle cure necessarie. Altrimenti i costi diventeranno presto insostenibili”.

Domenico Mantoan, Dg dell’Agenzia nazionale per i servizi regionali sanitari ha tracciato lo scenario nazionale: “Veniamo da 10 anni dove la politica ha imposto una cura dimagrante e in questo periodo ci siano concentrati sull’efficientamento ma il sistema si è anche impoverito. E dopo il Covid, oggi non siamo ancora riusciti a tornare ai livelli produttivi del 2013. In Francia i posti letto ospedalieri sono il doppio e in Germania il triplo”. Mantoan ha poi ricordato il tema degli infermieri, soprattutto per la medicina territoriale: “I laureati in medicina superano quelli in scienze infermieristiche e dobbiamo fare una riforma in cui gli infermieri abbiano più competenze, come prevede il comma 566 della legge 190/2014”.

Francesco Cognetti, presidente della Federazione oncologi cardiologi ematologi ha portato l’attenzione sulla spesa sanitaria, sottolineando impietosamente che “I tetti di spesa pensati in Italia sono stati decisi indipendentemente da ciò che avveniva negli altri Paesi europei, e che con la spesa italiana è stato realizzato la metà di quanto è stato fatto in Francia e Germania. È esiguo il numero di medici specialistici e molti medici pensano di prepensionarsi o passare al sistema privato e una delle cause di questa situazione è stata il numero chiuso”. Gli stili di vita sono responsabili del 40% dei tumori, spiega Cognetti, “E siamo assai carenti sull’informazione, come sull’adesione alla prevenzione attraverso gli screening oncologici, con l’Ue che ci chiede il 90% di adesione entro il 2025 e siamo a meno di un terzo”.

Poco ottimistiche anche le considerazioni di Sergio Abrignani, direttore scientifico dell’Istituto nazionale di genetica molecolare, che ha chiarito come il settore della medicina di ricerca sia stato assai trascurato, a fronte di una notevole produzione di farmaci ma non ad alta tecnologia. “Anche il numero di brevetti è molto inferiori a quelli di Francia e Germania e stanno scomparendo i laureati in chimica e fisica” ha evidenziato preoccupato Abrignani. E ha suggerito che “Nei consigli di Facoltà ci vuole un rappresentante della grandi e delle piccole imprese, seguendo un strategia che metta insieme tutti gli stakeholder”.

La parola è passata all’industria farmaceutica con il presidente di Farmindustria Marcello Cattani: “La strategia che sta penalizzando l’industria farmaceutica nasce da un’ideologia green punitiva. Ma l’industria farmaceutica è uno dei cuori pulsanti dell’industria italiana. Eppure ci sono Paesi che hanno capito che la salute, come la sicurezza, è un investimento e non un costo per lo sviluppo”.

“Il diritto del cittadino alla salute è il primo punto all’attenzione di ciascuno di noi, dl neonato all’ultra anziano –  ha detto il ministro degli esteri e presidente di Forza Italia Antonio Tajani – Qui non si tratta di impedire ai privati di fare chissà quali affari ma di tutelare la salute, bisogna tutelare i conti pubblici ma anzitutto la salute dei cittadini, Noi perseguiamo la medicina di prossimità perché l’affollamento delle strutture di pronto soccorso rischia di danneggiare proprio chi ne ha davvero bisogno. Non possiamo avere una visione di 150 anni per gli infermieri, che possono fare tante cose che i medici non riescono a fare, all’estero al Parlamento Europeo era l’infermiere a intervenire per una serie di analisi e controlli. Altrimenti è in utile fargli fare la laurea in scienze infermieristiche”. Va tutelata anche la salute mentale, ha detto poi Tajani: “Sia a scuola che all’università ci deve essere la presenza di uno psicologo, sin dalla scuola elementare. Così si affrontano subito disagi che possono avere conseguenze gravi”. E ha ribadito l’importanza dell’educazione alimentare e l’attività fisica non solo agonistica ma come abitudine da proseguire anche da anziani. “Una sentenza può arrivare un mese dopo, una Tac no. Questo è il messaggio che politicamente dobbiamo inviare” ha concluso Tajani. “E le dipendenze come le vogliamo curare? Con il medico se hai una patologia ma devi recuperare la tua dignità di persona con una cura mentale, la salute va recuperata a 360°”.

“La sola visione non è garanzia di successo, occorre il rigore del metodo – ha detto Giovanni Corrao, docente di statistica medica all’Università di Milano Bicocca -, costruendo i servizi intorno al cittadino, non il contrario come è avvenuto negli ultimi dieci anni”.

Il supporto sinergico tra pubblico e privato è stato al centro dell’intervento di Gianfelice Rocca, presidente di Humanitas: “E’ il momento di capire il rapporto tra pubblico e privato, dato che la politica parla molto dei fini ma poco dei mezzi”. I fondi sono aumentati di 12 miliardi e le prestazioni sono diminuiti del 10 per cento. Come è stato possibile? Bisogna aver chiaro che le sfide sono due: invecchiamento e innovazione. Il ministero dell’Economia ha inserito tetti di spesa ovunque, congelando il sistema e così le reazioni della Sanità ai problemi non sono state dinamiche. Lo Stato, non riuscendo a governare il rapporto con il privato, preferisce fare, male, in proprio. Questa è la cultura dominante. Anche per fare una buona medicina territoriale occorre creare un meccanismo di convergenza tra pubblico e privato, che è un “diversamente pubblico”, mentre c’è il pensiero che così si fanno regali ai privati”. E Marco Centenari, Ad del San Raffaele, ha voluto ricordare che è possibile creare valore anche attraverso il “turismo sanitario” come fanno molti altri Paesi.

Sono poi seguiti interventi degli operatori e delle professioni tecniche, che hanno portato il contributo dell’esperienza diretta: Andrea Mandelli (presidente della Federazione dei farmacisti italiani), Massimo Clerici (direttore della scuola di specializzazione in psichiatria dell’Università Milano Bicocca), Laura Parolin (presidente dell’Ordine degli psicologi lombardo), Mario Del Vecchio (docente di healtcare management alla Bocconi di Milano), Daniela Bianco (partner e responsabile area healtcare management The European House Ambrosetti), Francesco Longo (professore Associato del Dipartimento di Social and Political Sciences presso l’Università Bocconi), Barbara Mangiacavalli (presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche), sorella Emilia Bruna Scarcella (ispettrice nazionale del corpo delle infermiere volontarie Cri) e monsignor Vincenzo Paglia (presidente della Pontifica Accademia per la Vita).

Nella foto: Letizia Moratti con Achille Colombo Clerici pres. di Assoedilizia