Worhshop: “Il Bambino autistico diventa adulto”

La sessualità è una dimensione dell'esperienza umana molto spesso esclusa dai progetti educativi per i portatori di handicap. Essa si impone all'attenzione degli operatori dei genitori e sottolinea con forza la necessità di interventi che non rappresentino soltanto una risposta improvvisata ed occasionale ad una situazione di crisi ma che si inseriscano in maniera coerente all'interno della logica della programmazione educativa.
Casalnuovo di Napoli, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Nell’ambito dei lavori del III International Congress Autisms: “I cambiamenti, l’evoluzione e i nuovi approcci sui disturbi generalizzati dello sviluppo” organizzato dall’Associazione Giovamente e tenutosi a Salerno il 28 e 29 novembre 2015, l’Associazione Nazionale Aperta/MENTE IL MONDO INTERNO Onlus ha tenuto un Worhshop sul tema: “Il Bambino autistico diventa adulto”. Era presente in qualità di relatore il sessuologo Dr. Vincenzo Russo con la relazione :"La sessualità come segno di crescita: il diritto ad essere riconosciuti come adulti."
Dalla discussione è emerso che:
“ La sessualità è una dimensione dell'esperienza umana molto spesso esclusa dai progetti educativi per i portatori di handicap. Essa si impone all'attenzione degli operatori dei genitori e sottolinea con forza la necessità di interventi che non rappresentino soltanto una risposta improvvisata ed occasionale ad una situazione di crisi ma che si inseriscano in maniera coerente all'interno della logica della programmazione educativa.
Molte richieste di consulenza ed intervento per problematiche sessuali di persone con handicap riguardano condotte ed atteggiamenti disturbanti o pericolosi che rischiano di limitare l'autonomia della persona che li produce o quella delle persone che vivono accanto a lei.
Si parla tanto della massima autonomia possibile, sostituito con quello della minima autonomia quando si parla di sessualità.
Spesso i genitori si rivolgono a consulenti per problematiche connesse alla sessualità dei propri figli e sono motivati dalla necessità di reprimere e contenere comportamenti disfunzionali piuttosto che dal desiderio di aprire a queste persone nuove prospettive.
L'Assemblea generale dell'ONU ha pubblicato un documento nel quale viene riconosciuto tra l'altro, a tutti i portatori di handicap, sia fisico che mentale, il diritto di fare esperienza della propria sessualità e il diritto a ricevere una educazione sessuale, inoltre si augura che tutti gli Stati membri si vendano promotori del superamento dei tabù culturali che ostacolano il riconoscimento di questi diritti alle persone con handicap.
Sebbene sia condivisibile la necessità di un’educazione appropriata e specifica per le persone con autismo e, nonostante siano oggi disponibili numerosi riferimenti per attuare un intervento psicoeducativo sull’affettività e sulla sessualità fin dall’infanzia, permane una difficoltà ad affrontare questi temi.
Da qui emerge la figura dell’Assistente Sessuale.
L’assistenza alla sessualità a persone con Disabilità rappresenta un concetto che racchiude allo stesso tempo “rispetto” e “educazione”, che solo per un paese civile può rappresentare la massima espressione del “diritto alla salute e al benessere psicofisico e sessuale”.
Per questo motivo parlare semplicemente di Assistenza Sessuale può risultare estremamente riduttivo, qualificarne il concetto più complesso attraverso i termini Assistenza all’emotività, all’affettività, alla corporeità e alla sessualità permette di assaporare tutte quelle sfumature in essa contenute.
L’assistenza all’emotività, all’affettività, alla corporeità e alla sessualità si caratterizza con la libertà di scelta da parte degli esseri umani di vivere e condividere la propria esperienza erotico-sessuale a prescindere dalle difficoltà riscontrate nell’esperienza di vita.
L’assistente sessuale ha dunque una preparazione adeguata e qualificante e non concentrerà esclusivamente l’attenzione sul semplice processo “meccanico” sessualità. Promuoverà attentamente anche l’educazione sessuo-affettiva, indirizzando al meglio le “energie” intrappolate all’interno del corpo della persona con disabilità”.
Chiudo dicendo: CERCO DI DARE A MIO FIGLIO AUTISTICO una vita dignitosa e delle speranze per il SUO futuro”.
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