Liberalizzazione Urbanistica e semplificazione edilizia – Intervista a Repubblica 20 luglio 2011- Achille Colombo Clerici Assoedilizia

Dichiarazioni di Achille Colombo Clerici in sede di intervista rilasciata a Repubblica, pubblicata in data 20 luglio 2011.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - varie) “In questi decenni abbiamo assistito in Italia, e la Lombardia è stata antesignana, ad una profonda trasformazione culturale in campo urbanistico-edilizio.

Siamo passati dalla cultura della conservazione edilizia rigida, alla cultura della liberalizzazione semplificatoria: dal dirigismo vincolistico al liberismo di sistema.

Liberalizzazione sul piano urbanistico in quanto si sono estremamente allentate le griglie normative degli strumenti pianificatori e regolamentari, e sono state legislativamente ammesse opere edilizie anche di sostituzione di edifici, con incrementi volumetrici, in deroga ai piani urbanistici (vedasi piano casa).

D’altra parte sono state semplificate le procedure amministrative di approvazione dei diversi interventi, fino all’introduzione del principio del silenzio assenso, anche per opere di nuova costruzione.

Il passaggio culturale e sociale è sostanziale: prima era il privato costruttore a rincorrere il comune per le pratiche amministrative volte ad ottenere i regolari permessi, ora è il comune a dover rincorrere i privati per controllare la regolarità delle opere che questi vanno progettando ed eseguendo.

Insomma, nel nostro Paese si passa da un estremo all’altro.

Ma, siccome non ci sono in ballo solo le ragioni di chi costruisce, ma anche gli interessi di coloro le cui costruzioni preesistono alle nuove e quelle degli abitanti della città, occorre mediare fra conservazione rigida e liberalizzazione semplificatoria; perché i nuovi interventi non abbiano ad incidere negativamente sulle posizioni preesistenti e precostituite.

Oltre tutto, con le norme sulla semplificazione varate nel Decreto Sviluppo, si è introdotto un farraginoso sistema di controlli e di silenzi-assenso provvedimentali o omissivi per inadempimento della amministrazione, che potrebbe generare profonda incertezza nei diritti dei cittadini; non solo dei terzi rispetto ai costruttori, ma anche di questi stessi.”

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