L’oligoterapia: una strategia di cura con tante potenzialità ancora inesplorate

L’oligoterapia è una disciplina ancora poco conosciuta ma non per questo priva di interesse e potenzialità di sviluppo.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Essa è una metodica di prevenzione e cura che rientra nell’ambito della Medicina Integrata: fa uso di minerali in dosi minime ma non sono diluiti e/o dinamizzati, e cioè non attivate mediante succussioni, come accade invece nell’omeopatia. Il termine richiama gli oligoelementi, ossia minerali presenti nell’organismo in minime quantità (da cui il suffisso oligo, che in greco significa “poco”) e fondamentali per l’attività dei metalloenzimi, cioè proteine che producono specifiche reazioni chimiche per le quali hanno necessità di particolari ioni metallici. Un esempio è la superossidodismutasi, importante enzima antiossidante, di cui esistono tre classi distinte proprio sulla base del metallo presente nel loro sito attivo (rame-zinco, ferro o manganese). “L’oligoterapia è indicata praticamente… per tutto” afferma Caterina Origlia, medico chirurgo, specializzata in Medicina Interna e in Terapia Olistica. “Trattandosi di componenti naturali, è evidente che gli oligoelementi possono essere impiegati da tutti. L’oligoterapia può (anzi, dovrebbe) essere utilizzata anche in assenza di disturbi particolari, come valido strumento per la conservazione del benessere generale. Le controindicazioni sono davvero ridotte: si preferisce evitare lo zinco nei confronti di pazienti malati di tumore, anche se – sulla base degli studi finora condotti – permangono dei dubbi sulla necessità di evitarne l’impiego, poiché le dosi sono minime”. L’oligoterapia può essere impiegata a scopo sia preventivo, per consentire il mantenimento della corretta funzione dei metalloenzimi, sia curativo. “A tale proposito è bene precisare che i trattamenti oligoterapici attivano vie enzimatiche che si sono “disattivate” per svariati motivi (per un’interferenza con farmaci, a causa di additivi alimentari e così via)” afferma Origlia. “L’oligoterapia riattiva dunque la funzione cellulare e può essere anche di sostegno a qualsiasi altra terapia, sia essa naturale oppure no. La cura è sempre necessariamente personalizzata e pertanto è necessario rivolgersi a uno specialista, che saprà individuare gli enzimi bloccati e suggerire la terapia più indicata. La durata della terapia è variabile ed è possibile anche programmarla a cicli”.
Per effettuare l’oligoterapia sono disponibili sul mercato dei preparati come gli Oligosol Labcatal, la gamma di oligoelementi più diffusa in Europa. Gli Oligosol Labcatal sono soluzioni di oligoelementi, singoli o composti, dove gli elementi metallici sono presenti unicamente allo stato ionico: l’unica forma biodisponibile ed assimilabile dal nostro organismo. Gli Oligosol Labcatal sono disponibili in fiale e flaconi: la via di somministrazione più idonea per un ottimale e completo assorbimento.
Gli Oligosol Labcatal sono opportunamente formulati in dosi ponderali per poter attivare, quali cofattori, tutte le reazioni di catalisi enzimatica ad essi correlate.
Gli enzimi, così attivati, sono in grado, poi di procedere autonomamente la propria attività: pertanto, molto dipende dalla condizione iniziale e dalla risposta del singolo individuo. Naturalmente, accanto alla cura oligoterapica occorre intraprendere uno stile di vita sano e in cui si riducano tutti i possibili agenti “bloccanti”, quali antinfiammatori e agenti inquinanti. Per quanto riguarda la stagione, non c’è un momento preciso più indicato rispetto ad altri. “Deve essere un esperto del settore, è sempre bene ricordarlo, a suggerire la terapia più adeguata e le tempistiche più idonee per ciascun paziente” precisa Origlia. “C’è poi una gradualità di livelli di intervento: anche il farmacista, a uno stadio iniziale, è in grado di fornire preziose indicazioni, ma nei casi più complessi è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico o a un medico nutrizionista. L’oligoterapia è anche la terapia di passaggio tra terapia farmacologica e terapia biofisica. Purtroppo, essendo poco divulgata, è ancora scarsamente utilizzata, ma è auspicabile che nei prossimi anni la ricerca clinica riesca a mettere in debita luce le prerogative e le opportunità di questa terapia, aumentandone di conseguenza la popolarità e la rilevanza nel contesto del mantenimento dello stato di salute”.
Ufficio Stampa
sabrina antonini
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