"Banksy&Friends: l’arte della ribellione" al JMuseo di Jesolo, dal 24 aprile al - 15 settembre 2024

Mostra curata da Piernicola Maria Di Iorio, con circa 90 opere tra le più irriverenti e controcorrente dell’arte contemporanea: Banksy, ma anche Jago, TvBoy, Takashi Murakami, Liu Bolin, David LaChapelle e molti altri.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 Dal 24 aprile 2024  la città di Jesolo accoglierà nelle sale del JMuseo una mostra unica nel suo genere:  Banksy&Friends: l’arte della ribellione, la mostra che racconta la contemporaneità attraverso gli occhi  di alcuni tra i più influenti artisti viventi.  

Con le sue circa 90 opere, la mostra rappresenta una summa di quella che è l’arte contemporanea  oggi, presentando al pubblico i lavori di artisti amatissimi come Banksy, Jago, TvBoy ma anche di altri  nomi celebri e conosciuti a livello internazionale: da Liu Bolin, David LaChapelle, Takashi Murakami,  Mr Brainwash, Obey fino ai noti italiani Angelo Accardi, LAIKA, MaPo, Laurina Paperina, PAU, Nello  Petrucci, Andrea Ravo Mattoni, Rizek e Giuseppe Veneziano.  

Tutti protagonisti di un’arte pubblica e sociale che è diventata ormai un linguaggio accessibile, diretto e  di denuncia, in cui lo spettatore può immedesimarsi, perché parlano di una realtà contemporanea che ci  appartiene.  

Curata da Piernicola Maria Di Iorio e con circa 90 opere, la mostra racconta storie “controcorrente”, ci  parla di vita, di morte, di ingiustizia sociale, di guerre, narrate ora con spirito canzonatorio, ora con  maestria lirica o anche con un deciso tono di attacco. Quello che è sicuro è che il messaggio non è mai  banale né scontato, scuote le coscienze, indigna, commuove. Hanno creato una rottura con i riferimenti  classici del mondo dell’arte e della sua fruizione, rifiutando di entrare a far parte di un sistema chiuso ed  escludente. Ironia della sorte, questi artisti ribelli con le loro opere e la narrazione che li identifica, sono  diventati molto ricercati e attualmente sempre più centrali nell’interesse del pubblico e dei musei e centri  d’arte contemporanea.  

La mostra è prodotta dal Comune di Jesolo e organizzata da Piuma e Arthemisia. 

Il percorso di mostra è introdotto dall’esposizione delle opere di Jago, giovane scultore italiano che ha  raggiunto in pochi anni una fama internazionale.  

Jago utilizza il marmo come materiale nobile, ma tratta temi fondamentali dell’epoca che abita,  instaurando un rapporto diretto con il pubblico mediante l’utilizzo di video e dei social network, per  condividere il processo produttivo.  

Qui presenta tra le altre Memoria si sé (2015), Taste of Liberty (2019) e Donald (2018).  

A proseguire TvBoy, per cui gli insegnamenti dell’universo fumettistico e dei cartoon giapponesi si  addensano con la dimensione evocativa di pop part e urban art definendo la poetica della sua arte.  

Le sue opere sono caratterizzate da un forte realismo, i contorni delle figure sono ben riconoscibili. 

David LaChapelle, fotografo statunitense è entrato nella rosa dei dieci fotografi più importanti al mondo  grazie ai suoi scatti surreali, caratterizzati da colori brillanti e fluo, frutto di un lavoro artigiano in cui le  composizioni sono elaborate e i colori sono saturi. Il suo lavoro è stato spesso descritto come barocco,  perfino eccessivo, in cui è chiara una visione della modernità caratterizzata da una spiccata ironia.  

La sua è una fotografia fortemente costruita: LaChapelle adora raccontare la modernità a modo suo,  molto pop e senza intellettualismi.  

Da un estremo all’altro del planisfero si intensifica l’intreccio di riflessioni su temi che nascono da un  linguaggio specifico ma che, in realtà, fissa le sue trame nei contesti più disparati.  

Liu Bolin è un artista cinese di fama internazionale, conosciuto per le sue performance di fotografia  mimetica. Nato nella provincia dello Shandong nel 1973, appartiene a quella generazione artistica dei  primi anni Novanta, che si è fatta largo tra le macerie della Rivoluzione Culturale, in una Cina travolta da  un rapido sviluppo economico, e in un momento di relativa stabilità politica.  

Bolin rimane immobile come una scultura di carne e ossa, il suo corpo, accuratamente dipinto, si integra  nello spazio, sfugge alla vista, svanendo nel contesto alle sue spalle, scenari urbani di ogni tipo, oggetti,  architetture.  

Le sue azioni mimetiche divengono strumento di denuncia di problematiche sociali, politiche e  ambientali: dallo sfrenato processo di urbanizzazione delle megalopoli cinesi, alla tutela e conservazione  del patrimonio artistico in Italia (in mostra) Hiding in Italy, Colosseo n°1 dalla spinosa questione  dell’immigrazione, al dilagare del consumismo, della sequenza di scatti dal titolo “Shelves”, realizzata tra  gli scaffali, colmi di merce, dei supermercati. L’occultamento del corpo, il privarsi dell’identità umana per  diventare “cosa tra le cose”, costituisce il tratto distintivo del suo linguaggio e della sua personale visione  della realtà che lo circonda.  

A seguire troviamo le opere di Rizek, l’artista che con la cifra estremamente identitaria e viva dei suoi  stencil, narra l’asprezza di condizioni sociali difficili, mai banali. Inizia la sua attività nei primi anni 2000 a  Roma, ispirandosi allo street artist inglese Banksy. Le sue opere, realizzate con la tecnica dello stencil,  hanno un forte impatto visivo e concettuale. Molti lavori puntano a denunciare ipocrisie e contraddizioni  della società contemporanea. 

Con un percorso da artista visivo in costante evoluzione, Pau (frontman dei Negrita), in un dialogo tra il  pop, l’Urban e la Street art, con la sua serie delle Santa Suerte, straordinario esercizio di tecnica mista 

Linocut e Retouche con acrilico, markers, penna a sfera e timbri, ritrae la Dea Bendata; una potente  figura femminile che supera i confini della religione, proponendo un modello di forza che valica confini di  spazio e tempo, consacrandosi come immortale.  

Nessuna bozza o disegno preparatorio, la sostituzione dei colori ad olio con l’uso delle bombolette e un  intervento diretto sul muro: questo è lo straordinario modus operandi di Andrea Ravo Mattoni. La sua  scelta di riprodurre i capolavori dell’arte, oltre a dimostrare un talento fuori dal comune, ha il merito  di rompere la linea netta di confine che divide l‘arte classica e rinascimentale dell'arte odierna. In mostra  si possono ammirare due sue opere, Caravaggio. Ragazzo morso da un ramarro (2022) e Vermeer.  Ragazza con l’orecchino di perla (2022).  

Laika, artista sincronicamente indipendente, misteriosa e libera, il cui nome d'arte è un omaggio alla  cagnetta che salì sullo Sputnik nel 1956, si definisce un’attacchina che pratica la riflessione e ne fa arte  istantanea. Con la visione disincantata e ironica di Laika, l’attenzione rimane viva, tenace come i suoi  poster e adesivi, effimeri tableau vivant, che attraggono interesse e sguardi al nostro passaggio per  strada. Lo so è “solo” un poster, ma si può dire molto con la carta, si può dire tutto!, dichiara l’artista.  Immediata e diretta, la sua produzione mette in risalto l’inquietudine sociale e il disagio interiore, che si  trasformano in una denuncia visiva e politica di grande forza, come nel caso delle due opere in mostra 

Donna, Vita, Libertà, #nonunadimeno e Zapatos Rojos - Save Afghan Women. Yellow Burqa  version.  

A seguire il percorso un’immagine che non ha bisogno di presentazioni: tutto è speranza, Hope (2019)  appunto, la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam realizzata da Obey che  renderà memorabile la vittoria di Barack Obama, il primo afroamericano a ricoprire la carica di  Presidente degli Stati Uniti d’America. L’artista non si è mai schierato apertamente dalla parte di Obama:  è rimasto fedele al suo essere ribelle. 

Giuseppe Veneziano è oggi uno dei principali artisti italiani della corrente new pop. Con il suo  linguaggio pittorico, insieme originale e riconoscibile, l’artista affronta temi sensibili come la politica, il  sesso e la religione, attraverso cui ci fornisce un’immagine diretta, oggettiva e smaliziata della società  odierna. Le sue tele sono abitate da personaggi della storia e celebrità del presente, icone del cinema e  personaggi dei fumetti e dei cartoni animati, come Van Gogh vs Micke Tyson (2018), La Strage degli  Innocenti (2023) e La creazione della mascherina (2020)..  

MaPo realizza opere con i protagonisti di Walt Disney, il creatore di quella che è forse la più forte  iconografia del '900, e li inserisce nel panorama del lusso, tra carte di credito, marchi di moda e  champagne: i cartoni animati "mimano" la vita e forse anche il lusso è in un certo senso parte di una  recita quotidiana che ognuno di noi (o almeno chi se lo può permettere) utilizza per imporre il proprio  status. Topolino e il Dom Perignon, Zio Paperone e American Express, Minnie e Dolce e Gabbana: in  fondo sono tutti simboli del mercato globale e paradossalmente i prodotti "immaginari" sono alla portata  di tutti, mentre quelli reali di pochissimi.  

Mr. Brainwash, definito come colui che ha generato la collisione tra street art e pop art, spesso accosta  icone culturali e contemporanee come Marilyn Monroe in Stay Safe o Kate Moss. È fortemente  influenzato da artisti pop come Andy Warhol e Keith Haring. Utilizzando e riutilizzando immagini e temi  popolari presi in prestito da altri artisti famosi come in Mona Linesa (2009) o a esempio gli animali con  palloncini d'acciaio di Jeff Koons come in Big City, Big Dreams – Red e in Big City, Big Dreams –  Rosa e Throwing Man di Banksy in Because I’m worthless, Mr Brainwash allinea le sue intenzioni  artistiche con quelle degli artisti pop originali producendo opere d'arte per tutti che possono essere  vissute ovunque. 

Laurina Paperina, figura ironica e irriverente, che prende di mira l'arte contemporanea, la politica, la  società dei consumi e la cultura popolare, dimostra una grande capacità di mescolare elementi della  cultura popolare con critiche sociali e politiche. Le sue opere spesso affrontano temi come la politica  internazionale, il consumismo sfrenato, la fama dei personaggi mediatici e l'ossessione per l'immagine,  come si può vedere in Hungry Cookies (2020) e Scary movie del 2019.  

Attraverso il suo approccio dissacrante invita il pubblico a riflettere sui temi trattati, spingendolo a  mettere in discussione le convenzioni e a adottare una prospettiva critica nei confronti della società  contemporanea.  

Le storie controcorrente si susseguono rapide, immediate con le suggestioni del famoso artista  giapponese Takashi Murakami, noto per le sue opere in stile superflat che mescolano influenze della  tradizione artistica nipponica con elementi della cultura popolare e consumistica. Già durante gli studi  inizia a nutrire interesse per la cultura underground giapponese, in particolare manga e anime. Queste  forme artistiche basse, disprezzate dell'élite artistica, diverranno centrali nella sua opera. Negli anni ‘90  Murakami elabora il suo personale stile superflat, che combina bidimensionalità tipica dei manga e  critica della società dei consumi. Le sue opere ritraggono spesso personaggi kawaii, colorati e deformed,  mutuati dai cartoni animati. Queste figure infantili e giocose celano però un messaggio più profondo e  satirico sulla superficialità della società contemporanea. Tra i personaggi iconici creati da Murakami vi  sono il simpatico funghetto Mr. Dob, qui esposto E poi…white – Mr Dobe e il morbido fiore smiley,  Flowerball e Flowers. Entrambi riflettono l'ossessione dei giapponesi per il kawaii ma anche la loro  alienazione nel mondo dei consumi di massa.  

Oltre a pittura e scultura, Murakami sperimenta vari media, come merchandising, video, animazione.  Collabora con brand di moda e di lusso, mescolando alto e basso e interrogandosi sul concetto di  originalità nell'era della riproducibilità tecnica. Viene ribattezzato l'Andy Warhol giapponese per la sua  attitudine imprenditoriale e l'ibridazione tra arte colta e cultura popolare. Oggi Murakami è uno degli  artisti nipponici più influenti al mondo e continua a sondare ossessivamente il rapporto tra cultura  underground e mainstream.  

Le opere di Angelo Accardi illustrano visioni surreali della vita quotidiana su fondali realistici di  paesaggi urbani. I suoi pezzi sono animati da immagini pittoriche della cultura pop nel corso dei secoli,  che a loro volta rivelano ironicamente l'evoluzione del linguaggio visivo, come Blend e Misplaced. Accardi è sempre stato alla ricerca di nuove sensazioni nell'arte, e questa è stata una componente  cruciale nello sviluppo del suo stile artistico unico.  

Nello Petrucci è un artista visivo e filmmaker italiano che vive tra Pompei e New York. Si è distinto per il  suo stile che combina “il collage”, con la sovrapposizione di manifesti presi dalla strada, e le stampe in  “halftone”. Questa fusione creativa dà vita a un universo artistico coinvolgente, ricco di suggestioni e  simbolismi, che ispira profonde riflessioni sulle questioni sociali più urgenti del nostro tempo. Inizia la sua  carriera come filmmaker, ha studiato cinematografia a Roma presso la N.U.C.T. prima di laurearsi in  Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Napoli. 

 

INFO

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