Marco Achille aiuta i ragazzi problematici con la boxe

Marco Achille e la Boxisland di Milano aiutano i ragazzi in difficoltà con il pugilato. In questa intervista ci racconta il perché di questo progetto
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - sport) Manager milanese Marco Achille, insieme al boxing club Boxisland di Milano si occupa del recupero di giovani in difficoltà attraverso la boxe. L’iniziativa coinvolge tutti quei ragazzi che hanno un passato problematico, legato ad episodi di delinquenza o a famiglie disfunzionali. Abbiamo parlato con Marco Achille riguardo a questo importante progetto.
Domanda spontanea: non è pericoloso insegnare a ragazzi violenti come “fare a cazzotti”?
“Il pugilato viene spesso percepito come uno sport violento ma in realtà non lo è. Banalmente, non si tratta solo di prendersi a pugni! La boxe insegna il rispetto dell’altro, la pazienza e l’umiltà”.
Continua Marco Achille: “La boxe è uno sport nobile con delle regole precise che non devono essere oltrepassate. Tutti i ragazzi che fanno parte del nostro progetto le conoscono e sono tenuti a rispettarle. Picchiare qualcuno fuori dal ring non è tollerato: tutte le tecniche insegnate devono rimanere confinate all’interno della palestra!”
In che modo la boxe aiuta i ragazzi in problematici?
“Quando si ha un passato turbolento, è facile usare la violenza per gestire le controversie. Ci sono giovani che vivono, o hanno vissuto, in famiglie dove non c’è dialogo, quindi capita che spesso ricorrano alla forza fisica perché non sanno come gestire i conflitti a parole. Al Boxisland di Milano insegnamo ad avere rispetto dell’avversario: sebbene ci si scontri, anche duramente, quando ci si allena ed in gara, alla fine di ogni incontro bisogna abbracciare l’altro pugile. L’avversario rappresenta la vita e le sue difficoltà ed abbracciarlo significa averne rispetto. Metaforicamente, i ragazzi devono imparare che le cose negative incontrate nella loro vita sono esperienze formative, che li renderanno adulti più consapevoli, e non ostacoli da rimuovere o cancellare con la violenza”.
Come vengono preparati i ragazzi agli incontri?
“Ovviamente, prima di mettersi i guantoni li prepariamo fisicamente allo scontro. Saltare la corda, imparare come muoversi, tirare pugni al sacco: sono tutti step che i nostri ragazzi devono affrontare prima di salire sul ring. I nostri ragazzi così imparano ad avere pazienza, cioè che non tutto può avvenire subito. La boxe è una sorta di danza e bisogna imparare i passi e le posizioni prima di mettere in piedi lo spettacolo!”
Ufficio Stampa