Congresso Società Europea di Cardiologia, Parigi

Dabigatran etexilato 150 mg, assunto due volte al giorno, evidenzia una riduzione significativa del rischio di ictus rispetto a warfarin in pazienti con fibrillazione atriale sottoposti a trattamento anti-piastrinico o ad altre terapie concomitanti
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) – Parigi, Francia – I nuovi dati emersi dall’analisi di due sottogruppi dello studio clinico RE-LY® evidenziano che dabigatran etexilato 150 mg, assunto due volte al giorno, riduce notevolmente il rischio di ictus da fibrillazione atriale (FA) rispetto a warfarin ben controllato, indipendentemente dal fatto che i pazienti siano sottoposti a trattamenti antipiastrinici1 o ad altri trattamenti concomitanti come farmaci antiaritmici, amiodarone o verapamil.2 I benefici derivanti dall’utilizzo di dabigatran etexilato rispetto a warfarin ben controllato nei risultati complessivi dello studio RE-LY®3,4 sono risultati costanti nei pazienti sottoposti ai suddetti trattamenti concomitanti. 1,2 I dati sono stati presentati al Congresso 2011 della Società Europea di Cardiologia svoltosi a Parigi.
Dabigatran etexilato 150 mg assunto due volte al giorno è l’unico anticoagulante di nuova generazione, approvato per la prevenzione dell’ictus nella fibrillazione atriale che ha dimostrato di essere superiore a warfarin ben controllato (mediana del tempo nel range terapeutico TTR 67%5,6) nel sistema di analisi definito “intention to treat” (ITT).3,4 Questi risultati innovativi sono emersi da RE-LY®, uno studio PROBE (prospettico, randomizzato in aperto con valutazione in cieco dell’endpoint), che ha messo a confronto i due differenti dosaggi di dabigatran etexilato, inibitore diretto della trombina (110 mg e 150 mg per due volte al giorno per via orale). Il disegno dello studio prevedeva la somministrazione “in cieco” dei due differenti dosaggi di dabigatran (i pazienti ed i clinici non sapevano quali pazienti erano trattati con dabigatran 150 mg e quali con dabigatran 110 mg) ed in “aperto” la somministrazione di warfarin (i pazienti ed i clinici sapevano quali pazienti erano trattati con warfarin) con aggiudicazione degli eventi per tutti e tre i gruppi dei pazienti in trattamento “in cieco”, ovvero gli esaminatori non sapevano che farmaco assumessero i pazienti al momento della valutazione degli eventi occorsi durante il periodo di osservazione previsto dallo studio.3,7
Queste nuove conclusioni sono significative perché warfarin, che finora ha rappresentato lo standard terapeutico, è noto per la sua interazione con numerosi farmaci, tra cui molti comuni trattamenti metabolizzati dal Citocromo P450. Inoltre, a circa un paziente con FA su cinque, viene prescritta una terapia antipiastrinica concomitante a warfarin, per condizioni quali una coronaropatie croniche e acute o per l’impianto recente di uno stent coronarico8. La sicurezza della terapia antipiastrinica, in concomitanza con l’uso di anticoagulanti, è una delle preoccupazioni dei medici dal momento che la somministrazione congiunta dei due tipi di farmaci ha è associata ad un aumento di sanguinamenti maggiori rispetto ai casi in cui gli anticoagulanti sono utilizzati da soli8.

Sono state presentate due sottoanalisi dello studio RELY:
La prima analisi ha valutato l’uso concomitante della terapia con aspirina e/o clopidgrel in 8.507 pazienti che assumevano o dabigatran etexilato (110 mg e 150 mg per due volte al giorno) o warfarin ben controllato.1 La seconda analisi ha valutato le interazioni fra dabigatran etexilato e l’uso di inibitori della glicoproteina P quali amiodarone, verapamil e diltiazem.2

I risultati hanno evidenziato:
• In conformità a quanto emerso dallo studio RE-LY®, dabigatran etexilato 150 mg, assunto due volte al giorno, si è rivelato superiore a warfarin ben controllato nella prevenzione di ictus ed embolia sistemica in pazienti con FA sottoposti a terapia antipiastrinica (HR=0.76, 95% CI=0.58-0.99), con tassi simili di sanguinamenti maggiori rispetto a warfarin (HR=0.94; 95% CI=0.79-1.12) 1
• Dabigatran etexilato 110 mg, assunto due volte al giorno, è risultato efficace quanto warfarin ben controllato nella prevenzione di ictus/embolie sistemiche in pazienti con FA sottoposti a terapie antipiastriniche (HR=0.93, 95%CI=0.72-1.20), con una riduzione del numero di sanguinamenti maggiori (HR=0.84, 95% CI=0.70-1.00)1
• L’uso concomitante di farmaci antipiastrinici ha aumentato il rischio di sanguinamenti maggiori (HR=1.76, 95% CI=1.55-2.00) non mostrando differenze tra i pazienti trattati con dabigatran etexilato piuttosto che con warfarin1
• L’uso di inibitori della glicoproteina P, quali amiodarone, verapamil e diltiazem, combinati a dabigatran etexilato, non ha alterato nel complesso i vantaggi di dabigatran etexilato nella prevenzione di ictus, sanguinamenti maggiori o emorragie intracraniche rispetto a warfarin ben controllato.2

Il Prof. Antonio Dans, Dipartimento di Medicina, Collegio di Medicina dell’Università delle Filippine, ha dichiarato “Sebbene possa comportare un aumento dei casi di sanguinamento, l’uso congiunto degli antipiastrinici e degli anticoagulanti è spesso un percorso obbligato nei pazienti affetti da FA che presentano coronaropatie. I nuovi risultati costituiscono quindi una scoperta importante per la pratica clinica, poiché evidenziano che i vantaggi di dabigatran etexilato rispetto a warfarin per la prevenzione di ictus nella FA restano invariati quando i pazienti sono trattati con terapia antipiastrinica concomitante.”

Dabigatran etexilato è stato recentemente approvato per la prevenzione dell’ictus in pazienti affetti da fibrillazione atriale nell’Unione Europea, dopo le precedenti approvazioni negli Stati Uniti, Canada, Giappone, Australia e molti altri Paesi dei cinque continenti. 6,9-12

Fibrillazione atriale e ictus
La fibrillazione atriale è il più comune disturbo del ritmo cardiaco13, con una adulto su quattro dopo i 40 anni14 colpito da questa patologia nel corso della vita. I soggetti con FA presentano un aumento del rischio di trombi, il quale a sua volta innalza di cinque volte il rischio di ictus.14,15 Nel mondo ogni anno fino a tre milioni di persone vengono colpite da un ictus correlato alla FA.16-19 Gli ictus dovuti alla FA tendono ad essere gravi, con un’aumentata probabilità di morte (20%) e di invalidità (60%).20 Numerosi casi di ictus riconducibili alla fibrillazione atriale possono essere prevenuti adottando un’adeguata terapia antitrombotica21. Gli ictus da fibrillazione atriale costituiscono attualmente un notevole costo per i sistemi sanitari di tutti i Paesi europei. Considerato che gli ictus da FA tendono ad essere più gravi, i relativi costi medici diretti sono più alti di quelli degli altri ictus determinati da cause diverse dalla FA (€11.799 vs €8.817 P < 0.001).22="">

Note sullo studio RE-LY®
RE-LY® (Studio randomizzato per la valutazione a lungo termine della terapia con anticoagulanti) è uno studio internazionale, di fase III, che ha coinvolto 18.113 pazienti arruolati in oltre 900 centri di 44 Paesi. Lo studio dal disegno PROBE (prospettico, randomizzato in aperto, con valutazione in cieco dell’endpoint) è stato effettuato per mettere a confronto due regimi posologici (110 mg e 150 mg assunti due volte al giorno) di dabigatran, l’inibitore diretto della trombina per via orale, somministrati in cieco, con warfarin somministrato in aperto e ben controllato (INR 2,0–3,0, mediana TTR 67%)3-5. La mediana della durata del follow up dei pazienti che sono stati seguiti nello studio è di 2 anni, con un follow-up minimo di 1 anno. 10,11

L’endpoint primario dello studio era l’incidenza dell’ictus (incluso quello emorragico) o dell’embolia sistemica. La valutazione dell’outcome secondario comprendeva tutte le cause di decesso, l’incidenza dell’ictus (incluso quello emorragico), l’embolia sistemica, l’embolia polmonare (coagulo di sangue nel polmone), l’infarto miocardico acuto (attacco di cuore) e la morte vascolare (incluso il decesso per emorragia).

Rispetto a warfarin ben controllato, dabigatran etexilato ha evidenziato nello studio clinico RELY3,4:
• Riduzione significativa del rischio di ictus ed embolia sistemica – inclusi gli ictus emorragici – con dabigatran etexilato 150 mg assunto due volta al giorno
• Tassi simili di ictus/embolia sistemica con dosi di dabigatran etexilato da 110 mg assunte due volte al giorno
• Riduzione significativa del numero dei sanguinamenti maggiori con dabigatran etexilato 110 mg per due volte al giorno
• Riduzione significativa dei sanguinamenti pericolosi per la vita e dei sanguinamenti intracranici con entrambi i dosaggi
• Riduzione significativa della mortalità vascolare con dabigatran etexilato 150 mg per due volte al giorno

Dabigatran etexilato
Dabigatran etexilato è il pioniere di una nuova generazione di farmaci anticoagulanti orali all’interno della classe degli inibitori diretti della trombina (DTI)23, il cui obiettivo è quello di far fronte alle esigenze mediche non ancora soddisfatte nella prevenzione e nel trattamento delle principali malattie tromboemboliche acute e croniche.

È possibile ottenere potenti effetti antitrombotici con gli inibitori diretti della trombina che ne bloccano in maniera mirata l’attività (di trombina sia libera che legata al coagulo); l’enzima ha infatti un ruolo centrale nel processo di formazione dei coaguli (trombi). Diversamente dagli antagonisti della vitamina K, che agiscono in maniera mutevole tramite diversi fattori di coagulazione, dabigatran etexilato esplica un’azione anticoagulante efficace, prevedibile e costante, con un basso potenziale di interazioni con il cibo e altri farmaci, e senza la necessità di controlli di routine della coagulazione o adeguamenti di dosaggio.

Programma di studio clinico su dabigatran etexilato
Il programma di sviluppo clinico condotto da Boehringer Ingelheim per valutare l’efficacia e la sicurezza di dabigatran etexilato comprende studi nelle seguenti indicazioni:
• Prevenzione primaria della tromboembolia venosa (TEV) in pazienti sottoposti ad intervento di sostituzione protesica totale dell’anca e del ginocchio
• Trattamento acuto della tromboembolia venosa
• Prevenzione secondaria della tromboembolia venosa
• Prevenzione di ictus in pazienti con fibrillazione atriale (FA)
• Prevenzione di tromboembolia dopo sostituzione di valvola cardiaca.

Boehringer Ingelheim
Il Gruppo Boehringer Ingelheim è una delle prime 20 aziende farmaceutiche al mondo e ha sede a Ingelheim, Germania, operando a livello globale con 145 affiliate e 42.000 dipendenti. Sin dalla sua fondazione nel 1885, la famiglia proprietaria dell’azienda ha incentrato le proprie attività sulla ricerca, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di nuovi farmaci a elevato valore terapeutico per la medicina e la veterinaria.
Tra gli elementi che caratterizzano la sua filosofia aziendale, Boehringer Ingelheim si impegna da sempre ad agire in un modo socialmente responsabile. Il coinvolgimento in progetti di utilità sociale, l’attenzione verso i propri dipendenti e le loro famiglie e le pari opportunità riconosciute a tutto il personale costituiscono la base della propria cultura. Collaborazione e rispetto reciproco, così come la protezione ambientale e la sostenibilità sono elementi compresi in tutte le attività di Boehringer Ingelheim.
Nel 2010 Boehringer Ingelheim ha registrato un fatturato netto di 12,6 miliardi di euro, investendo 24% del fatturato netto in Ricerca e Sviluppo.

Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a visitare il sito all’indirizzo www.boehringer-ingelheim.it

Attenzione
Il presente comunicato è rilasciato dalla sede centrale di Boehringer Ingelheim in Germania. E’ bene quindi osservare che potrebbero esistere delle differenze tra un Paese e l’altro in merito alle informazioni mediche specifiche, compreso l’uso su licenza. Si prega di tenerne conto nel fare riferimento alle informazioni contenute in questo documento.



Fonti 1. Dans A, et al. Concomitant use of antiplatelet therapy with dabigatran or warfarin in the Randomized Evaluation of Long-term Anticoagulation Therapy (RE-LY®) trial. Presented at the European Society of Cardiology Congress 2011, 28th August 2011.
2. Reilly P, et al. Concomitant use of P-glycoprotein inhibitors with dabigatran or warfarin in the Randomized Evaluation of Long-term anticoagulation therapY (RE-LY) trial. Presented at the European Society of Cardiology Congress 2011, 28th August 2011.
3. Connolly SJ, et al. Dabigatran versus Warfarin in Patients with Atrial Fibrillation. N Engl J Med 2009; 361:1139-51.
4. Connolly SJ, Ezekowitz MD, Yusuf S, Reilly PA, Wallentin L: Newly identified events in the RE-LY® trial. N Engl J Med 2010; 363(19): 1875-1876.
5. FDA Advisory Committee Briefing Document, September 2010, http://www.fda.gov/downloads/AdvisoryCommittees/CommitteesMeetingMaterials/Drugs/CardiovascularandRenalDrugsAdvisory Committee/UCM226009.pdf.
6. Pradaxa®, Summary of Product Characteristics, August 2011. Europe.
7. Ezekowitz MD, et al. Rationale and Design of RE-LY®: Randomized Evaluation of Long-Term Anticoagulation Therapy, Warfarin, Compared with Dabigatran. American Heart Journal 2009; 157:805-810.
8. Shireman TI, et al. Combined anticoagulant–antiplatelet use and major bleeding events in elderly atrial fibrillation patients. Stroke 2004 35:2362-2367.
9. U.S. Food and Drug Administration – Pradaxa® Prescribing Information.Oct 19th, 2010.
10. Health Canada – PRADAX™ Product Monograph. Oct 26th, 2010.
11. Prazaxa® product information, January 2011, Japan.
12. Pradaxa®, Australian Product information, approved April 29th, 2011.
13. Stewart S, Murphy N, Walker A, et al. Cost of an emerging epidemic: an economic analysis of atrial fibrillation in the UK. Heart 2004; 90:286-92.
14. Lloyd-Jones DM, Wang TJ, Leip EP, et al. Lifetime risk for development of atrial fibrillation: the Framingham Heart Study. Circulation 2004; 110:1042-6.
15. Fuster V, Rydn LE, Cannom DS, et al. ACC/AHA/ESC 2006 Guidelines for the Management of Patients with Atrial Fibrillation – executive summary. Circulation 2006; 114:700-52.
16. Kannel WB, et al. Final Draft Status of the Epidemiology of Atrial Fibrillation. Med Clin North Am. 2008; 92(1): 17–40. 17. Atlas of Heart Disease and Stroke, World Health Organization, September 2004. Viewed Dec 2010 at www.who.int/cardiovascular_diseases/en/cvd_atlas_15_burden_stroke.pdf .
18. Wolf PA, Abbott RD, Kannel WB. Atrial fibrillation as an independent risk factor for stroke: the Framingham Study. Stroke 1991: 22(8);983-8.
19. Marini C, De Santis F, Sacco S, et al. Contribution of atrial fibrillation to incidence and outcome of ischaemic stroke: results from a population-based study. Stroke 2005; 36:1115-9.
20. Lin HJ, Wolf PA, Kelly-Hayes M, et al. Stroke severity in atrial fibrillation: the Framingham study. Stroke 1996; 27:1760-4.
21. Hart RG, Pearce LA, Aguilar MI, et al. Meta-Analysis: antithrombotic therapy to prevent stroke in patients who have non-valvular atrial fibrillation. Ann Intern Med 2007; 146:857-67.
22. Bruggenjurgen B et al. The Impact of Atrial Fibrillation on the Cost of Stroke: The Berlin Acute Stroke Study. Value Health 2007; 10: 137–43.
23. Di Nisio M, et al. Direct Thrombin Inhibitors. N Engl J Med 2005; 353:1028-40.
Allegati
Slide ShowSlide Show
Non disponibili