Federico Tiezzi dirige FEDRA di Jean Racine, ispirata a Euripide e a Seneca, in prima assoluta, fino a Domenica 14 Aprile 2024, al Bonci di Cesena

Con Martino D’Amico, Valentina Elia, Elena Ghiaurov, Alberto Boubakar Malanchino, Marina Occhionero, Bruna Rossi, Massimo Verdastro. Produzione ERT / Teatro Nazionale con Fondazione Teatri di Pistoia e Compagnia Lombardi-Tiezzi.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Federico Tiezzi dirige FEDRA di Jean Racine, ispirata a Euripide e a Seneca, in prima assoluta, al Bonci di Cesena per Emilia Romagna Teatro, fino a Domenica 14 Aprile 2024..

"Una torbida vicenda di passione impossibile, di colpa e di inevitabile punizione. Nel palazzo reale di Trezene, in una Grecia mentale e onirica, all’interno di una stanza della stessa reggia simile a una camera di tortura, Fedra si dibatte nella morsa di una passione tanto irrefrenabile quanto impossibile: ama il figliastro Ippolito, figlio di primo letto del marito Teseo. Non ricambiata nella passione, Fedra calunnia Ippolito di un tentativo di stupro. Il ritorno di Teseo sarà il segnale di un inesorabile tracollo, che farà precipitare gli eventi verso la tragedia".

Con Fedra, il regista afferma di aver voluto proporre “una tragedia del linguaggio” e di vedere in Racine “sempre e soprattutto la drammaturgica del verso, dei valori ritmici, fonici che fanno tutt'uno col trattato di didattica pulsionale che, con essi, vuole scrivere”, poiché (citando Paul Valery) “ Racine è quello che si apparenta in modo più diretto con la musica”.

Ecco allora l'apertura con la danza di Fedra e delle due ancelle con ”Je croix entendre encore” di Koby Israelite.

E poi “To know” di Teresa Salgueiro, fino a “Les Pêcheurs de perles: A cette voix quel trouble... Je crois entendre encore" di Rolando Villazon, omaggio alla poetica di Racine e al suo messaggio senza fine.

Il rapporto tra linguaggio e musica da un lato, si accompagna a quello tra linguaggio e logica dell'inconscio, dall'altro.

 Qui la ricerca registica, con l'aiuto della poetica traduzione di Giovanni Raboni, individua nel testo di Racine le possibili negazioni simboliche che rispondono al modello della negazione freudiana, espresso nei termini di repressione/represso, gli stessi che Freud individua come termini della dialettica della civiltà. 

 Si ricerca dunque nel testo una coerenza simbolica: il concetto che simboli assai diversi tra loro possono contenere rapporti di equivalenza o di opposizione non facilmente ravvisabili dalla coscienza, eppure certi.
Il rapporto di negazione esiste parallelamente nella coscienza morale del singolo personaggio e nel mito che egli ha alle spalle.
Il mito è lo scandalo dell’irrazionale: Racine trasfigura gli scandali mitici insensati in uno scandalo maggiore, lo scandalo dell’arbitrio divino e della predestinazione umana.
Come la critica storica sostiene, se Fedra non fosse stata nel mito, avrebbe creato problemi di ordine morale.

Per tutto questo la Fedra di Federico Tiezzi pone particolare enfasi sui rapporti trasgressivi tra i personaggi. Lo spettacolo è incentrato in particolare sul duo Fedra-Enone, con Fedra (una elegante e passionale Elena Ghiaurov) vista drammaturgicamente nella sua complessa personalità luminosa, appassionata e fredda allo stesso tempo, mentre Bruna Rossi ritrae una piccola e oscura Enone, figura di rabbia distruttiva.

Intorno a loro, Ippolito (Alberto Boubakar Malanchino) è un adolescente inesperto , mentre l'apparente forza di Teseo (Martini D'Amico) si rivela impotenza e cecità.

 Opera tearale di grande forza simbolica, densa di significati, attualissima.

 

FEDRA

di Jean Racine

Traduzione Giovanni Raboni

Regia Federico Tiezzi

Con: Martino D’Amico, Valentina Elia, Elena Ghiaurov, Alberto Boubakar Malanchino, Marina Occhionero, Bruna Rossi, Massimo Verdastro

scena Franco Raggi, Gregorio Zurla e Federico Tiezzi
costumi Giovanna Buzzi
luci Gianni Pollini
canto Francesca Della Monica
movimenti coreografici Cristiana Morganti 
regista assistente Giovanni Scandella
costumista assistente Lisa Rufini
scenografa assistente Erika Baffico
direttore tecnico Massimo Gianaroli
direttore di scena e capo macchinista Claudio Bellagamba
macchinista Leandro Spadola
capo elettricista Umberto Camponeschi
fonico Massimo Nardinocchi
sarta Maria Antonietta Lucarelli
scene costruite presso il Laboratorio di Scenotecnica di ERT
responsabile del Laboratorio e capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttori Tiziano Barone, Davide Lago, Sergio Puzzo, Veronica Sbrancia, Leandro Spadola
scenografe decoratrici Ludovica Sitti con Sarah Menichini, Benedetta Monetti, Bianca Passanti
effetti elettromeccanici Roberto Riccò
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatri di Pistoia, Compagnia Lombardi-Tiezzi

foto di scena Luca Manfrini

prima assoluta

Ufficio Stampa
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