Andrea Ampelio Meli progetta come uno scienziato e parla come un filosofo. Uno stile unico e tanta voglia di continuare a conoscere, ricercare e sperimentare. Crea pezzi unici. Oggetti scintillanti, nell’aspetto e nella sostanza con cui sancisce il primato della mediterraneità. Tutto nell'esclusiva intervista rilasciata dopo 4 anni di ricerca a Maria Grazia Villa per Gazzetta di Parma.
BASILEA,
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Forse furono i baffi alla Velásquez che Salvador Dalí gli disegnò sul volto, quando aveva solo dieci anni, che lo spinsero a creare la sua vita. Si potrebbe pensare a un modaiolo impenitente, che fa surf sull’onda del glamour più patinato, invece è una persona colta e defilata. Che progetta come uno scienziato e parla come un filosofo. Una laurea in Chimica Industriale, uno stile unico e tanta voglia di continuare a conoscere, ricercare e sperimentare. Crea pezzi unici per il jet-set internazionale. Dice "Dal mio punto di vista «bello» è un concetto squisitamente classico, latino e mediterraneo. Del tutto irrealizzabile per chi è al di fuori da questo nostro contesto storico-culturale. l mio obiettivo, quindi, è rivelare «belle» persone. Ha un significato molto profondo. Non parte dalla società, ovvero dall’oggetto che la rap- presenta, ma dall’individuo. Dalla coscienza profonda di sé. Il «bello» con- sente di percepire la persistenza cosmica dell’essere più intimo, la co- scienza dell’io più profondo e vero in relazione alla realtà che vivi. Rendere tangibile la consistenza dell’anima, dandole rilievo in un processo di espansione cosmica che trasformi l’individuo in un ente accettato prima di tutto da sé e in risultanza dalla sua realtà sociale. È percepire le vibrazioni positive che qualcosa che esprimi, oggetto che non rappresenta lo status ma che ti esprime nella tua essenza, genera in chi ti osserva e vive. L’indice di Dio che ti sfiora l’anima."
