Il cloud ibrido accresce la sua presenza con l’incremento di microservizi e container, rivela una survey condotta sui clienti Red Hat JBoss Middleware

Un’analisi del team di Red Hat JBoss Middleware.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - information technology) Milano - Tra maggio e agosto di quest’anno, abbiamo condotto tre diverse ricerche interrogando un totale di 865 clienti di Red Hat JBoss Middleware in merito al loro atteggiamento nei confronti delle architetture e dei paradigmi di programmazione emergenti. Avevamo l’interesse specifico di comprendere meglio come i nostri clienti considerano Java EE nell’era di microservizi, container e cloud. Volevamo capire in modo più approfondito le loro priorità e motivazioni, le sfide che si trovano ad affrontare ed il loro livello di soddisfazione rispetto alle possibilità offerte dai prodotti e servizi di Red Hat.

Per definire il contesto, abbiamo chiesto ai clienti di descrivere le loro attuali applicazioni Java EE in produzione. La maggioranza (il 64%) ha parlato di applicazioni Java EE on-premise, estese e tradizionali, con un ulteriore 23% ha spiegato che la gran parte delle applicazioni sono on-premise con elementi cloud, e il 13% ha detto che oltre la metà delle proprie applicazioni sono implementate in ambienti cloud.

Nel corso dei prossimi tre anni, comunque, con ogni probabilità l’equilibrio sarà maggiore: il 30% prevede che tutte le sue applicazioni siano Java EE on-premise, estese e tradizionali, il 32% prevede di avere un mix delle due, il 38% conta di avere oltre la metà delle sue applicazioni implementate in ambienti cloud.

Questo cambiamento sarà probabilmente un’evoluzione naturale per molte aziende, piuttosto che il risultato di una necessità strategica, man mano che queste maturano ed evolvono verso ambienti hybrid cloud, maggiormente eterogenei. Meno di un quarto (il 24%) degli interpellati ha definito il passaggio delle applicazioni nel cloud una priorità elevata per le proprie organizzazioni IT. Al contrario, i clienti considerano prioritaria la capacità di mantenere e aggiornare le applicazioni esistenti (71% delle risposte) e di creare o aggiornare nuove applicazioni più velocemente (53%).

Queste priorità si riflettono nell’approccio che i clienti hanno rispetto a microservizi e container – due tecnologie che stanno guadagnando spazio sulla base nella necessità di maggiore agilità e controllo in ambienti applicativi enterprise.

Interrogati sulla tempistica delle loro organizzazioni per l’implementazione di architetture a microservizi, il 29% ha detto che ne sta già facendo uso in produzione oggi, o è in fase di implementazione. Le risposte sono simili se si parla di container, con il 33%. Il 36% ha spiegato di essere in fase di ricerca sui microservizi di prevederne un’adozione nel corso dell’anno prossimo, mentre il 38% ha detto lo stesso per i container. Meno di un quinto degli interpellati non ha piani di implementazione di architetture a microservizi (18%) o container (16%) nel corso dei prossimi cinque anni.

Non sorprende che queste priorità corrispondano ad alcune delle sfide che gli intervistati siano chiamati ad affrontare relativamente alla loro infrastruttura applicativa attuale, e riflettano la pressione continua esercitata sui dipartimenti IT perché siano più veloci e produttivi, in molti casi con le stesse risorse. Il 63% degli interpellati ha dichiarato di considerare il costo e l’impegno per il mantenimento della propria infrastruttura una sfida, mentre il 50% si trova ad affrontare problematiche legate alle tecnologie legacy, e il 34% si sente messo sotto pressione per migliorare speed to market e produttività degli sviluppatori.

Per comprendere se stiamo aiutando realmente i clienti a sostenere queste sfide, e se le priorità dei clienti corrispondono ai benefici che ottengono usando il più noto prodotto Java EE di Red Hat, Red Hat JBoss Enterprise Application Platform (EAP), abbiamo chiesto specificatamente a questi clienti – la maggior parte dei quali è cliente Red Hat da oltre cinque anni – di illustrarci i benefici ottenuti.

Tra i principali vantaggi legati all’uso di JBoss EAP identificati dai clienti vi sono stabilità, semplicità degli aggiornamenti e riduzione delle attività di manutenzione (59%), riduzione dei costi (44%) e superiore produttività degli sviluppatori (38%).

Man mano che i clienti cercando di modernizzare i propri ambienti applicativi e implementare tecnologie quali microservizi e container, è importante che siano in grado di mettere in collegamento le tecnologie vecchie nuove in modo sicuro e sensato. Come già indicato tra le priorità principali, vogliono mantenere in essere le applicazioni esistenti, ed al tempo stesso sperimentare l’agilità e i benefici resi possibili da queste nuove architetture e paradigmi di programmazione. Una piattaforma applicativa in grado di fungere da “ponte” tra queste due realtà rappresenta una considerazione importante.

Nel corso di quest’anno abbiamo lanciato JBoss EAP 7 con l’obiettivo di aiutare le aziende a sfruttare al meglio gli investimenti applicativi già effettuati anche in fase di transizione verso tecnologie più moderne. Per questo abbiamo reso JBoss EAP particolarmente leggero, con un footprint ridotto, adatto sia per le applicazioni tradizionali che per quelle a microservizi, e l’abbiamo ottimizzato per la nostra piattaforma applicativa container, Red Hat OpenShift.

Il mondo della tecnologia è in continua evoluzione. Sarà solo il tempo a dire se questi trend continueranno ma, al momento, non possiamo non essere soddisfatti della soddisfazione dei clienti middleware, che scelgono di puntare su noi nel lungo termine e condividono la nostra vision per il futuro.
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