"ANGELI E DEMONI" - E’ GIA’ POLEMICA PER L’EVENTO CINEMATROGRAFICO DELL’ANNO

L’atteso film, presentato in prima mondiale a Roma, è tratto dall'omonimo best seller di Dan Brown, scritto prima de Il Codice da Vinci. Dal 13 maggio nei cinema in Italia e dal 15 nel resto del mondo. Il Vescovo di Nardò-Gallipoli ha dato mandato ai legali di denunciare il film per oltraggio alla Chiesa Cattolica. Il regista Howard: «Non è mai stata nostra intenzione offendere la Chiesa. Non abbiamo avuto autorizzazione a girare tra le mura vaticane. Abbiamo ricostruito S. Pietro a Los Angeles»
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(Mariangiola Castrovilli) - Ascoltando Ron Howard e Tom Hanks sembrava di essere a Cannes tre anni fa per la presentazione de Il codice da Vinci. Nei giorni scorsi a Roma per il lancio del sequel Angeli e Demoni si è visto un’affollatissimo e celebre parterre sul tappeto rosso dell’Auditorium Parco della Musica dove il film è stato presentato in prima mondiale. Uscirà distribuito dalla Sony il 13 maggio in Italia in 800 copie ed il 15 nel resto del mondo.

Recriminazioni nel 2006 a Cannes per Il Codice da Vinci accolto molto gelidamente da pubblico e stampa festivaliera (che evidentemente si sbagliava visto che il film ha incassato 750 milioni di euro) con un Howard seccato dall’accoglienza che aveva detto testualmente che «per avere un’opinione, bisognerebbe prima vedere il film, perché comunque si tratta di intrattenimento e non di teologia. E poi, quello che il libro sottolinea è che la vita è un mistero continuo ed il regalo piú grande è la nostra mente e la curiosità, per cui ogni cosa che stimoli l’intelligenza è benvenuta».

Forte quindi dei numeri eccolo riprovarci con il sequel di Dan Brown, pardon il presequel visto che Angeli e Demoni è uscito prima de Il codice da Vinci, ma l’aria di polemica è sempre la stessa alla presentazione alla stampa mondiale riunita a Roma per questo lancio che è costato alla Sony Picture, statue barocche e finti gendarmi compresi per l’anteprima di ieri sera 4 milioni e duecentomila euro, velata magari di un po’ di rammarico. «Come per il primo film, gli attacchi di questi giorni sono da parte di chi non ha ancora visto il lavoro» ha infatti ricordato Howard. «Non è mai stata nostra intenzione offendere la Chiesa anche se non abbiamo avuto l’autorizzazione a girare tra le mura vaticane ed abbiamo ricostruito Piazza Navona e San Pietro a Los Angeles».

La storia che qui ha un ritmo più sostenuto ed il piglio aggressivo del thriller, inizia a Ginevra con l’assassinio di un fisico italiano del Cern. Sul suo corpo un’unica parola, Illuminati. Il professor Robert Langdon (Tom Hanks) non ha dubbi, si tratta della setta degli Illuminati, più conosciuta come Illuminati di Baviera, risalente al XVIII secolo e che si credeva ormai estinta. Da Ginevra a Roma, dove è appena deceduto il papa ed un’aria di pericolo grava sulla città durante il conclave per eleggere il suo successore. Infatti ecco la setta di nuovo in azione che rapisce i 4 cardinali papabili e vuole far saltare in aria San Pietro con l’antimateria rubata al Cern in Svizzera.

Il resto non ve lo raccontiamo per non sciuparvi il piacere della scoperta. Vi diciamo solo che accanto ad Hanks al posto della statica Auderey Toutou c’è la bella israeliana Ayelet Zurerb (la scienziata figlia del fisico ucciso), lo scozzese Ewan Mc Gregor (il Camerlengo), Stellan Skarsgaard (capo delle guardie svizzere) Cosimo Fusco (un prelato) e Francesco Favonio nei panni dell’ispettore Olivetti che guida Langdon nel cercare di risolvere l’enigma dei segni misteriosi.

La storia però non è piaciuta a Monsignor Mennonna, vescovo emerito di Nardò-Gallipoli di 103 anni che ha dato mandato ai suoi legali di denunciare il film per oltraggio alla Chiesa Cattolica. Spontanea sorge quindi la domanda se Angeli e Demoni sia un film anticattolico a cui il regista risponde che si tratta solo di un thriller pieno d’azione. «E’ il mio primo sequel» ammette il regista «e non potevo lasciarmi scappare l’occasione di un lavoro in cui l’antimateria s’intreccia con l’elezione di un Papa. Ne Il Codice da Vinci siamo stati più fedeli al libro, il ritmo era più disteso ma il tema più provocatorio nei confronti della Chiesa. Quando ne parlo off records con i preti, sono tutti d’accordo nell’ammettere che né il libro né il film hanno in qualche modo influito sulla fede dei cattolici».

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