OGM: vietare la coltivazione è un atto ipocrita e uccide la ricerca pubblica

I paesi che hanno richiesto il divieto ammettono il consumo di circa 50 OGM. L’Italia importa 4 milioni di tonnellate di soia GM
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - agricoltura) La richiesta di vietare la coltivazione di OGM autorizzati a livello europeo è un atto ipocrita e privo di qualsiasi fondamento scientifico. I 18 paesi dell’Unione europea che chiedono il divieto di coltivazione, tra cui l’Italia, ammettono il consumo di 50 prodotti transgenici e il commercio di mangimi da essi derivati all’interno dei propri confini.

L'Europa importa circa 40 milioni di tonnellate ogni anno di soia e derivati in grande maggioranza transgenici, di questi il 10% è importato dall'Italia cioè 4 milioni di tonnellate ogni anno. Nonostante miliardi di animali siano nutriti con tali mangimi da circa 20 anni, non ci sono state segnalazioni di problemi.

“Se dunque non fanno male, ma anzi sono necessari per realizzare buona parte dei prodotti italiani, perché non possiamo coltivarli? Delegando la coltivazione ai paesi terzi e pretendendo di dichiararsi OGM free, l'Italia e l'Europa sembrano voler scaricare eventuali problemi ambientali su quei paesi”. È questo il commento del Dott. Piero Morandini, ricercatore presso il Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano e membro del PRRI, Public Research and Regulation Initiative, il coordinamento mondiale degli scienziati del settore pubblico attivi nella ricerca biotecnologica sulle piante.

“Vietare la coltivazione scoraggia la ricerca e non ci sono motivi scientifici per farlo, prosegue Morandini, in particolare a soffrire è quella pubblica, con il risultato di inibire proprio chi potrebbe risolvere i problemi specifici dell'agricoltura nei nostri paesi”.
Ufficio Stampa
Allegati
Slide ShowSlide Show
Non disponibili