LUCIA DI LAMMERMOOR di Donizetti apre la stagione Opera Ancona/ Jesi 2016. Al Teatro delle Muse di Ancona, il 23 ed il 25 Settembre.

"Amore, gelosia, tradimento, follia: ritratti di donna!". La presentazione di Vincenzo De Vivo, direttore artistico delle unica stagione lirica del Corelli e del Pergolesi-Spontini
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) LUCIA DI LAMMERMOOR di Donizetti apre la stagione lirica 2016 Ancona/Jesi.

ANCONA
TEATRO DELLE MUSE “FRANCO CORELLI”.

Venerdì 23 settembre, ore 20.30.
Domenica 25 settembre, ore 16,00.
Teatro delle Muse “Franco Corelli”
LUCIA DI LAMMERMOOR
Dramma tragico in due parti e tre atti
dal romanzo The Bride of Lammermoor di Walter Scott.
Libretto di Salvatore Cammarano.
Musica di Gaetano Donizetti.
Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, 26 settembre 1835

Personaggi e interpreti principali:
Lord Enrico Ashton Giorgio Caoduro
Lucia Zuzana Markovà
Sir Edgardo di Ravenswood Francesco Demuro
Raimondo Bidebent Ugo Guagliardo
Lord Arturo Bucklaw Sehoon Moon
Normanno Manuel Pierattelli.
Alisa Anastasia Pirogova.

Direttore Giuseppe Grazioli.
Regia Federico Bertolani.
Scene e costumi Lucio Diana.
Luci Michele Cimadomo.

Orchestra Sinfonica “G. Rossini”.
Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”.
Maestro del coro Carlo Morganti

Nuovo Allestimento della Fondazione Teatro delle Muse

Un’unica, grande, STAGIONE LIRICA 2016 dal 23 settembre al 18 dicembre è la proposta di “OPERA ANCONA JESI” promossa ed organizzata dalla Fondazione Teatro delle Muse e dalla Fondazione Pergolesi Spontini con la direzione artistica di Vincenzo De Vivo. Il programma che unisce gli appuntamenti della Stagione Lirica 2016 del Teatro delle Muse di Ancona e della 49ª Stagione Lirica di Tradizione del Teatro G.B. Pergolesi di Jesi, propone titoli del grande repertorio e preziose rarità musicali, sotto il comune tema “Amore, gelosia, tradimento, follia: ritratti di donna”.
La presentazione di Vincenzo De Vivo, direttore artistico:

"Opera Ancona Jesi è il cartellone di un territorio che da sempre ama il Melodramma e s’identifica con personaggi che appartengono all’immaginario collettivo, prima ancora che alla storia della Musica: i
musicisti – primo tra tutti Pergolesi, genius loci del Teatro jesino – e le grandi voci – primo tra tutti Corelli, a cui Ancona ha voluto dedicare il ricostruito Teatro delle Muse – nati in una terra particolarmente feconda
di artisti.
Sui due palcoscenici, la stagione si dipana creando richiami tra un’opera e l’altra: sei spettacoli d’opera e due concerti segnano il percorso nel passato ‐ con un’arcata lunga più di tre secoli ‐ dalla Roma seicentesca
di Stradella alla Roma di Tosca, alle soglie del Novecento, passando dalla Vienna di Salieri e Mozart, sostando a Milano, Napoli, Venezia, le capitali italiane del melodramma romantico.
Ritratti di donna si delineano nella musica di epoche e luoghi lontani: Lucia, Tosca, Violetta, Santuzza, Nedda sono protagoniste e oggetto di vicende che mutano profondamente la loro interiorità, segnandone il
destino. Ester cambia il destino del suo popolo. La belliniana Nelly è la vera protagonista della prima opera del compositore catanese, oggetto d’amore di Lord Adelson come del pittore Salvini.
E sono le donne – la contessa Bandiera ed Ernestina – a far girare il meccanismo de La Scuola de’ gelosi, la raffinata opera comica di Salieri, il cui libretto fu rimaneggiato a Vienna da Lorenzo da Ponte, all’epoca della
sua collaborazione con Mozart: ed è cosa nota la gelosia del compositore nei confronti della bella Ferrarese, cantante italiana che non disdegnava le attenzioni del librettista. Una grande interprete
mozartiana – Nancy Storace ‐ ha il merito di aver ispirato insieme Mozart e Salieri: le pagine della cantata Per la recuperata salute di Ofelia, riscoperte qualche mese fa nella Biblioteca di Praga, scritte dai due
compositori, con quelle musicate dallo sconosciuto Cornetti, saranno incluse in una nuova intonazione del testo di Da Ponte, commissionata a Marco Taralli.
Alle donne, dunque, è dedicata questa stagione.
Autorevoli presenze direttoriali e registi di fama internazionale assicurano un alto livello delle produzioni, di cui cinque nuove.
Tre di essi sono italiani, tutti con una lusinghiera carriera internazionale: Giuseppe Grazioli dirige Lucia di Lammermoor, Pietro Rizzo Traviata, Giovanni Battista Rigon La scuola de’ gelosi. Due gli spagnoli, entrambi
giovani: Josè Miguel Perez Sierra è una presenza consolidata in Italia, dal Rossini Opera Festival al San Carlo e al Verdi di Trieste; Daniel Gil de Tejada dirige per la prima volta nel nostro paese, dopo il suo debutto al
Liceo di Barcellona. Un ritorno prestigioso è quello di Guillaume Tournaire, il direttore svizzero che nelle passate stagioni più volte è salito sul podio a Venezia, Ancona e Macerata: a lui è affidata Tosca. I concerti vedono la presenza di due esperti della musica barocca, Andrea De Carlo – a cui dobbiamo la ricoperta di diversi capolavori di Stradella – e Alberto Martini.
Lucia è firmata dal giovane regista Federico Bertolani, al suo terzo Donizetti, dopo il successo di Stuarda e Tasso, che conta sulla collaborazione con un artista come Lucio Diana, autore di scene e costumi. Fa il suo debutto nella lirica con Tosca l’inglese Pete Brooks ‐ che nella scorsa stagione di prosa ad Ancona diresse un
applaudito The train, in equilibrio tra recitazione e visual art – insieme con Laura Hopkins, scenografacostumista con esperienze autorevoli nel mondo dell’opera (suo è il Così fan tutte all’English National
Opera londinese). Roberto Recchia – che inaugurò il Pergolesi Spontini Festival 2005 con un indimenticabile Petit train de plaisir nel deposito delle locomotive di Falconara ‐ firma Adelson e Salvini., realizzato in
coproduzione con il Teatro Massimo Bellini di Catania.
La Traviata è offerta dell’ormai classico spettacolo di Henning Brockhaus con le scene di Josef Svoboda. E’ frutto della coproduzione con l’Opèra de Metz il dittico Cavalleria Rusticana e Pagliacci, con la regia di Paul‐
Emile Fourny e le scene di Benito Leonori. Chiude la stagione Italo Nunziata, regista dell’opera di Salieri, nel nuovo allestimento in collaborazione con Legnago, Belluno, Vicenza e il Maggio Musicale Fiorentino.
Sul versante delle voci femminili la raffinata esperienza di Cellia Costea, Floria Tosca, e di Norma Fantini – per la prima volta nel ruolo di Santuzza – si riflette nella freschezza di Zuzana Markova nella sua prima Lucia italiana, Cristina Pasaroiu che presenta in Italia la sua Violetta, Maria Teresa Leva ‐ al suo debutto in Pagliacci ‐ e Cecilia Molinari, giovanissima scoperta rossiniana al suo primo Bellini.
Il palcoscenico anconetano non dimentica la fascinazione della voce maschile, poiché il mito di Corelli impone l’attenzione alle voci tenorili: Francesco Demuro ‐ che si sta affermando nei grandi teatri, dalla
Scala a Parigi a San Francisco, come autentico interprete della vocalità italiana ‐ canta Edgardo; Antonello Palombi, reduce dal suo debutto al Metropolitan e dal traguardo del suo primo Otello, è Cavaradossi.
Tutta giovane e internazionale è la schiera tenorile sulle scene jesine: l’italiano Vincenzo Costanzo (Alfredo), il turco Mert Süngu (Salvini), il rumeno Alin Stoica che debutta in Italia come Turiddu, il russo Ilia Govzich che canta il suo primo Canio.
Nei ruoli baritonali brillano cantanti di grande notorietà: i baritoni Giorgio Caoduro, Alberto Gazale, Fabian Veloz – forti della loro esperienza nei teatri internazionali, e le giovani rivelazioni Rodion Pogossov e
Dionisios Sourbis. Tra i bassi spiccano Baurzhan Anderzhanov e Ugo Guagliardo".
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