Bellissima recensione della dottoressa LIVIA LANGIANO dedicata alla silloge LASCIA CHE PARLI IL CUORE di STEFANO CENTRONE

La bellissima raccolta di poesie di Stefano Centrone corredata da una recensione da un’autorevole Critico Letterario della Global Press Italia editrice LIVIA LANGIANO.
TERNI, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Con piacere e soddisfazione la casa editrice Global Press Italia ha inserito questa bellissima recensione dedicata all’opera di Stefano Centrone LASCIA CHE PARLI IL CUORE.
Che cosè una poesia lirica? Per mio conto non saprei definire quest’araba fenice, questo mostro, questo oggetto determinatissimo, concreto, eppure impalpabile perché fatto di parole, questa strana convivenza della musica e della metafisica, del ragionamento e dello sragionamento, del sogno e della veglia" (Eugenio Montale, "Sulla poesia"). Ed è proprio il "male di vivere", tanto presente nella poetica montaliana, il filo rosso che lega queste poesie, di stampo prettamente leopardiano, in cui tutto è morte, annichilimento e dolore, ma il sorriso puro di un bambino pare talvolta riscattare l’umanità.
Incontri accennati, sogni infranti, ricordi vividi ma talora sbiaditi, solitudine e angoscia, la morte che incombe, la paura di vivere e invecchiare, il silenzio della sofferenza, speranze impossibili, incoerenza e ipocrisia della vita, perdite affettive, gratuità della cattiveria umana, menzogne assassine, grida e pianti silenziosi, povertà celate e rivelate, assenza di valori, rifiuti incomprensibili, timore ed accettazione di se stessi, dolori sempre vivi, ipotesi improbabili, crisi di identità, strade senza uscita: questi i motivi ricorrenti, che caratterizzano il modus operandi del Nostro.
Il problema del tempo (coincidente con la memoria di quello che fu e che oggi non è) si sposa perfettamente con quello dello spazio (aperto e negativo del mondo), in un dramma esistenziale per una ormai conclusa ricerca della pace, della gioia e della soddisfazione personale. Emblematica, in tal senso, la lirica "La realtà delle cose", che in poche righe racchiude tutto il senso della poetica di Stefano Centrone. Il mondo, infatti, gli si rivela come un tragico calvario che porta l’individuo a un totale disorientamento etico –psicologico, per poi indirizzare la sua pur limitata felicità solo verso i sogni e i ricordi: questo regredire all’infanzia è il risultato delle diverse tensioni che identificano e smembrano l’io lirico, soggetto implicito dei diversi testi.
A tutto ciò contribuisce, sul piano stilistico, l’uso di una punteggiatura quasi sempre ossessiva in concomitanza con le frequenti violente cesure, all’interno dei versi, che creano unità ritmiche brevi e scandite dalla valenza significativa, immediata e diretta, per trasmettere un messaggio poetico chiaro e decodificato.

(Dott.ssa Livia Langiano)
Addetto stampa U.E.T.
Critico letterario Casa Editrice Global Press Italia di Terni
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