‘Artieri fantastici. Capolavori d’artedesign’ in mostra a Cuneo

Fino al 27 novembre il Complesso monumentale di San Francesco, nell’ambito del progetto ‘Il cuNeo Gotico’, ospita un’esposizione di oggetti emblematici ed eccentriche installazioni legate all’anima neogotica del territorio, all’immaginario fantastico e al savoir faire artigianale e industriale locale.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Inaugurata il 24 settembre presso la chiesa tardogotica di San Francesco a Cuneo, la mostra ‘Artieri fantastici. Capolavori d’artedesign’ - promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo nell’ambito del progetto ‘Il cuNeo Gotico’ – espone una selezione di rari e fantasiosi ‘artefatti’, realizzati con straordinaria perizia esecutiva e tutti legati allo spirito neogotico del territorio.

A curare l’esposizione è il Seminario di Arti Applicate/MIAAO di Torino, guidato da Enzo Biffi Gentili, con il patrocinio della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte di Milano.
Per la prima volta in Italia, sono presenti in mostra i Compagnons du Tour de France - una delle tre organizzazioni del Compagnonnage, dichiarato nel 2010 Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dall’Unesco - con chef d’oeuvre in pietra, legno e ferro, a rappresentare la loro illustre tradizione di ‘artigianato esoterico’.
Accanto a questi, nell’abside e nella navata centrale, si trovano le opere di giovani artieri italiani, ispirate a simboli e strumenti del costruire, come una putrella e un tassello a espansione in marmo bianco del cuneese Fabio Viale, Premio Cairo per la Scultura 2015; una ‘pietra squadrata’ e una ‘pietra grezza’ in ceramica di Andrea Salvatori, Premio Internazionale Faenza per la Ceramica d’Arte 2009; un Archipendolo di Mario Mondino in acciaio, legno e laminato Abet; una Squadra-arpa di Daniele Beccaria in ferro e LED; due colonne illuminate in vetro e una cattedra in acacia e bosso di Gianfranco Coltella… Quasi tutti grandi artieri originari del Cuneese.

Una sezione della mostra, ‘Sette cappelle per sette sorelle’, documenta la ricerca di connessioni tra il genius loci neogotico e fantastico del territorio e il savoir faire artistico-industriale e artigianale, con installazioni realizzate da manifatture locali, ispirate e situate in sette cappelle della chiesa - numero che rimanda alle eccellenze delle arti applicate nelle sette principali città del Cuneese (Alba, Bra, Fossano, Mondovì, Saluzzo, Savigliano e Cuneo). Ecco che una cappella viene destinata a ex-voto contemporanei; l’artista tessile Silvia Manazza si ispira alla morte di Giuda Iscariota nella sua perturbante scultura tessile; il mosaicista Giuliano Babini interviene nella cappella di Sant’Antonio da Padova con un maialino mosaicato e dorato dedicato a Sant’Antonio Abate; l’architetto e designer Ugo La Pietra ha progettato per la cappella degli architetti un mobile ‘ad archi rampanti’ che contiene sei ceramiche, ‘Casette per l’Aldilà’, realizzate da Manuela Incorvaia e allusive al gotico locale e internazionale.
Per quanto riguarda la ceramica va segnalato il Laboratorio Besio 1842 a rappresentare l’innovazione basata sulla tradizione della ceramica monregalese e il Musée de la Poterie di Vallauris, fondato da un cuneese d’origine, Michel Ribero, nella città francese dove debuttò il Picasso ceramista.


Va anche ricordato che la Provincia Granda vanta la presenza di aziende che hanno scritto capitoli fondamentali nella storia del design: la Abet Laminati di Bra, che quest’anno celebra il settantesimo anniversario della fondazione, la Gufram di Barolo, della quale ricorre il cinquantenario e la Salvi Harps di Piasco, che crea arpe utilizzate da grandi musicisti internazionali. Tre ‘fabbriche estetiche’ che nella loro produzione annoverano suggestivi artefatti neogotici, presenti in mostra nelle diverse sezioni.

Una parte della mostra, ‘Quattro fantastici’, dedica invece ampio spazio agli artieri del tratto, con illustrazioni, fumetti e graphic novel di quattro disegnatori affermati, tutti legati al Cuneese: lo scomparso Attilio Mussino - celebre per Bilbolbul , considerato dagli specialisti come il primo fumetto italiano, e per un suo notissimo Pinocchio - e gli attivissimi Marco Corona, Marco Cazzato e Giorgio Sommacal. Tutti caratterizzati da un ‘lato oscuro’ o ‘mostruoso’, in modalità drammatiche o umoristiche, sono una nuova testimonianza dell’esistenza di un’“anima gotica” del Cuneese.
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