63° anniversario della morte del compagno Giuseppe Stalin - Comunicato del CONUML

A 63 anni dalla sua morte il compagno Giuseppe Stalin – Gori (Georgia) 21 dicembre 1879, Mosca 5 marzo 1953 – è vivo più che mai nella coscienza e nell’azione dei marxisti-leninisti, di tutti i proletari avanzati e dei popoli in lotta.
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni) CON STALIN, ALZIAMO LA BANDIERA DELLA LOTTA DI CLASSE PER LA DIFESA DELLE CONQUISTE E DELLE LIBERTA’ DEI LAVORATORI!
NO ALLE LEGGI DI RAPINA E REPRESSIONE CAPITALISTICA DELLE MASSE LAVORATRICI E POPOLARI, NO ALLE CONTRORIFORME COSTITUZIONALI, NO ALLA GUERRA IMPERIALISTICA DELL’ITALIA!
LA VERA, UNICA E ATTUALE “RIFORMA” DELLO STATO BORGHESE E’ QUELLA DELLA RIVOLUZIONE PROLETARIA PER IL SOCIALISMO!

A 63 anni dalla sua morte il compagno Giuseppe Stalin – Gori (Georgia) 21 dicembre 1879, Mosca 5 marzo 1953 – è vivo più che mai nella coscienza e nell’azione dei marxisti-leninisti, di tutti i proletari avanzati e dei popoli in lotta.
Stalin rimane il terrore dei capitalisti, dei fascisti e dei revisionisti, il rappresentante della classe operaia e dei popoli oppressi del mondo, l’artefice e garante della dittatura del proletariato e della vittoria del socialismo.

Ai marxisti-leninisti, ai rivoluzionari, agli operai di avanguardia, all’intero proletariato italiano, alle forze coerentemente democratiche!

Come ogni anno, nell’anniversario del 5 marzo, noi comunisti (marxisti-leninisti) ricordiamo, valorizziamo e attualizziamo la figura, il pensiero e l’opera rivoluzionaria del compagno Stalin.
Oggi intendiamo farlo mettendo in rilievo i suoi incancellabili insegnamenti e la sua straordinaria attualità riguardo una questione di grande importanza e attualità: le controriforme costituzionali volute dal governo Renzi a esclusivo vantaggio dell’oligarchia finanziaria, che saranno bocciate - come auspichiamo - dal popolo italiano nel referendum confermativo del prossimo autunno.

Nell’attuale contesto di aggravamento della crisi generale del capitalismo e di inasprimento della rivalità e della concorrenza imperialista e monopolistica, la corrotta borghesia italiana per salvaguardare i suoi interessi e privilegi, il suo dominio di classe, diventa sempre più aggressiva e punta a cambiare forma alla sua macchina oppressiva, cioè lo Stato, sbarazzandosi dello stesso ordinamento costituzionale democratico-borghese, divenuto incompatibile con le esigenze del grande capitale.

Il governo Renzi, seguendo il cammino tracciato dalla P2 di Licio Gelli e da Berlusconi, e con l’appoggio di Verdini, intende instaurare una Repubblica presidenziale di tipo autoritario, per rafforzare i poteri dell’esecutivo, estendere a macchia d’olio la reazione politica e intensificare lo sfruttamento dei lavoratori.

Le controriforme costituzionali si combinano con gli effetti della legge-truffa elettorale (Italicum), con le misure antioperaie (cancellazione dell’art. 18 e Jobs Act, tagli alle pensioni, etc.), con la politica di guerra imperialista per una nuova spartizione del mondo, delle sfere di influenza, dei mercati.
Sono tutte espressioni della stessa politica reazionaria, guerrafondaia e antidemocratica della borghesia che ci porterà alla fame e alla rovina se la classe operaia e i lavoratori sfruttati non risponderanno con una vera e propria lotta di classe e di massa per far saltare i piani borghesi.

Contro questa ondata di controriforme costituzionali, istituzionali e legislative, che cambiano persino la struttura democratico-borghese della Costituzione del 1948, nata dalla lotta antifascista, partigiana e dalla guerra di liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, si va aprendo una stagione di scontro politico che vedrà un momento importante nel referendum previsto nel prossimo autunno.

Fin da ora chiamiamo l’intera classe lavoratrice italiana operaia e intellettiva, sfruttata e affamata, a respingere con le lotte operaie e sociali e con una valanga di ”NO” le controriforme costituzionali, per
far cadere il governo Renzi e continuare la lotta ben oltre il risultato referendario, a un livello più alto e decisivo per la prospettiva ravvicinata della rivoluzione proletaria e del socialismo.

Ma quali sono gli insegnamenti attualissimi che possiamo trarre dal compagno Stalin riguardo la lotta che dobbiamo affrontare?
Stalin ha più volte messo in evidenza il fatto che la borghesia non esita a disfarsi delle istituzioni, dei diritti e delle libertà democratico-borghesi se essi entrano in contrasto con i suoi interessi fondamentali. Di conseguenza, ha costantemente chiamato i comunisti e i loro partiti a non estraniarsi dalla lotta in difesa delle conquiste democratiche strappate alla borghesia in decenni di accanite battaglie della classe operaia per aumentare la loro influenza sulle grandi masse.

Pochi mesi prima della sua morte, rivolgendosi ai Partito comunisti, democratici, operai e contadini che non erano ancora al potere, disse: “La bandiera delle libertà democratico-borghesi la borghesia l’ha buttata a mare; io penso che tocca a voi, rappresentanti dei partiti comunisti e democratici, di risollevarla e portarla avanti, se volete raggruppare attorno a voi la maggioranza del popolo. Non vi è nessun altro che la possa levare in alto.” (Stalin, discorso al XIX Congresso del P.C. dell’Unione Sovietica, 14 ottobre 1952).

Questo insegnamento oggi significa che i comunisti (marxisti-leninisti), che sono i fautori della vera e più completa democrazia per la classe operaia e i popoli, che può essere assicurata soltanto da una Repubblica socialista basata sui Consigli, devono essere in prima fila nella lotta per la difesa e l’ampliamento delle conquiste e dei diritti politici, economici e sociali della classe operaia e di tutti i lavoratori, per rappresentare l’alternativa rivoluzionaria all’agonizzante sistema borghese.

Questa lotta potrà essere vincente solo se essa si svilupperà apertamente e direttamente contro le forze capitalistiche che dirigono i disegni reazionari, autoritari e antidemocratici, se attorno a questa lotta avanzerà l’unità dei comunisti, avendo come scopo finale il rovesciamento rivoluzionario del dominio borghese, l’instaurazione della dittatura del proletariato – mille volte più democratica e avanzata di qualsiasi democrazia borghese - e la costruzione del socialismo, prima tappa della società comunista.

Spetta dunque alla classe operaia e ai suoi elementi più avanzati e coscienti mettersi alla testa della lotta contro i progetti reazionari e non, come vorrebbero i capi socialdemocratici e riformisti delle varie parrocchie, delegarla agli intellettuali e ai giuristi del regime, ai burocrati sindacali, ai populisti e alla piccola borghesia “indignata”.
E’ necessario favorire la costruzione un grande Fronte popolare con alla testa la classe operaia per battere i piani reazionari e guerrafondai, per cacciare il governo Renzi e avanzare nell’organizzazione e nella lotta di classe per costruire una nuova società fondata sul potere politico del proletariato e la proprietà sociale dei mezzi di produzione. Questa è la via maestra per sconfiggere i disegni eversivi della borghesia e le sue politiche antioperaie e antipopolari.

Il Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML) celebra dunque il 63° anniversario della scomparsa del compagno Stalin legando strettamente la lotta per il socialismo alla lotta per gli interessi, i diritti e le libertà dei lavoratori, contro l’offensiva reazionaria e la politica di guerra.
Rinnoviamo l’appello a tutte le forze coerentemente comuniste e agli elementi migliori del proletariato d’Italia a rafforzare dentro questo percorso di lotta la collaborazione e l’unità d’azione, ponendoci come obiettivo irrinunciabile la costruzione di un forte e combattivo Partito comunista nel nostro paese, basato sui saldi principi del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario.
Prendete contatto con noi, lottiamo uniti, organizziamoci!
Roma, 5 marzo 2016

COMITATO NAZIONALE DI UNITA’ MARXISTA-LENINISTA
Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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