Continua con ritmi crescenti il tour nazionale del Centro Studi Economici UNISES

Il tour avviato ad aprile ha fatto tappa a Verona, Brescia e Bergamo coinvolgendo oltre 700 professionisti. Molte le istituzioni presenti, tra cui l'assessore regionale della Lombardia al turismo Parolini, l'assessore comunale di Brescia Tiboni e l'assessore comunale di Bergamo Valesini.
Verona, (informazione.it - comunicati stampa - economia) Continua con ritmi crescenti il tour nazionale del Centro Studi Economici UNISES partito lo scorso 11 aprile da Perugia e che ha fatto tappa a Verona, Brescia e Bergamo, dove sono stati radunati complessivamente oltre 700 professionisti, appartenenti ad una pluralità di ordini e collegi professionali, che con Unises hanno co-promosso i tre convegni di presentazione del Piano Nazionale Quadro “Italia Obiettivo 2035 e del “Piano Nazionale di Ammodernamento Urbanistico”.
A Verona, presso il Best Western CTC Hotel, si è svolta la prima tappa per la regione Veneto alla quale hanno partecipato avvocati, geometri, architetti, ingegneri, periti industriali e periti agrari. A Brescia il convegno si è tenuto presso l’Auditorium “Monsignor Capretti”, dove sono intervenuti l’Assessore regionale al Turismo e al Commercio della Regione Lombardia Mauro Parolini, l’Assessore all’Urbanistica e Pianificazione per lo Sviluppo Sostenibile del Comune di Brescia Michela Tiboni ed il Vice Presidente della Provincia di Brescia Alessandro Mattinzoli. A Bergamo Unises è stata ospitata nei locali del Centro Sociale Colognola “Auditorium San Sisto” alla presenza dell’Assessore alla riqualificazione urbana, edilizia pubblica e privata, patrimonio immobiliare Francesco Valesini.

L’economista Stefano Baldassini, fondatore del Centro Studi Economici Unises, nel corso dei tre incontri ha analizzato le cause che stanno distruggendo il sistema economico-produttivo del Paese, rispetto alle quali sono fondamentali quattro macro riforme strutturali per permettere all’Italia di uscire dall’irreversibile crisi economico-finanziaria:
1) un ammodernamento dell’assetto istituzionale, ormai obsoleto e con troppi centri di potere e burocrazia;
2) uno snellimento del quadro normativo con oltre 300.000 leggi, che rendono il paese Italia non competitivo rispetto ad altri player europei che operano con circa 10.000 norme;
3) l’istituzione di strumenti di programmazione a medio lungo termine per stimolare l’economia reale (piani sistemici nazionali) su alcuni settori strategici tra i quali urbanistica, manifatturiero, agroalimentare, turismo e infrastrutture;
4) l’istituzione di fondi strutturali dedicati per porre fine al corrente blackout-finanziario sull’economia reale, ovvero l’istituzione di una società di scopo sistemica quotata in borsa, partecipata dallo Stato e dalle Banche, in grado di emettere obbligazioni (Italy bond) con alto rating, in virtù dell’assetto societario sopra indicato, di una governance dualistica con un Consiglio di sorveglianza (con esponenti di Banca d’Italia e Bce) ed uno di gestione.

Baldassini è entrato poi nel merito del Piano Nazionale Quadro “Italia Obiettivo 2035” sottolineando l’esigenza di avviare 100 miliardi l’anno di stimoli per investimenti in “Capitale fisso”, ovvero in immobilizzazioni materiali e immateriali, indispensabili per potenziare e rigenerare tutta la struttura economico-produttiva del sistema Paese al fine di renderlo efficiente e competitivo. Di questi 100 miliardi, 67 sono sovrapposti a stimoli per ammodernamento urbanistico, 33 ad una pluralità di altri settori, ovvero in primis: settore manifatturiero, agricolo, turistico e delle infrastrutture.

Gli effetti di tali stimoli sono stati illustrati sotto il profilo econometrico, rispetto al macro-ciclo economico che traguarda al 2035. In particolare sono stati riepilogati:
- gli effetti degli stimoli sul PIL ante e post moltiplicatore;
- l’occupazione stimolata dal Piano Nazionale Quadro;
- il piano di riduzione della pressione fiscale e i relativi effetti di stimolo sul Pil ed occupazione;
- gli effetti del Piano Nazionale Quadro sul rapporto debito pubblico/Pil ai fini del conseguimento dell’obiettivo fissato dal fiscal compact nel 2035, ovvero del relativo rapporto pari al 60%;
- la sostenibilità del Piano Nazionale Quadro rispetto al rapporto debito privato/Pil;

L’economista Baldassini è in seguito entrato nel merito del primo Piano Sistemico Nazionale elaborato da Unises, il “Piano Nazionale di Ammodernamento Urbanistico”, del quale sono stati illustrati i principali presupposti attuativi sotto il profilo normativo, ovvero:
- promulgare un nuovo Testo Unico Urbanistico che inverta gli indirizzi normativi che nel XX secolo hanno accompagnato i processi di espansione urbana a favore di nuovi indirizzi sovrapposti alla rigenerazione urbana, ovvero riqualificazione dei centri storici, demolizione e riedificazione delle periferie;
- individuare nella rigenerazione urbana “carattere di utilità sociale” meritorio, come tale, di essere inserito nel contesto normativo come “obbligo” e non più come “diritto”.

Infine sono state illustrate le analisi macroeconomiche del “Piano Nazionale di Ammodernamento Urbanistico”, sovrapposte a un primo macro-ciclo trentennale e, quindi fino al 2043, rappresentando le stime relative a:
- stimoli ante e post moltiplicatore prodotti sul Pil dal piano nazionale, che prevede 67 miliardi/anno di appalti edili;
- stimoli prodotti sul Pil dalla filiera finanziaria dei fondi strutturali che sviluppa, in termini di ricavi correlati al piano nazionale di ammodernamento urbanistico, 2 miliardi di euro nella fase di start up, per arrivare progressivamente a 60 miliardi di euro nel trentesimo anno, il tutto, a valori attualizzati;
- stimoli occupazionali pari a quasi 1 milione di nuovi occupati nella fase di start-up e pari a circa 2 milioni entro il primo ciclo trentennale;
- una pianificazione della riduzione della pressione fiscale aggregata (oneri sociali, imposte dirette e indirette) dall’attuale 44,34% al 30% entro il macro-ciclo economico in esame;

Per centrare l’obiettivo e aiutare l’Italia ad uscire dalla spirale negativa in cui è sclerotizzata ormai da diversi anni, Unises seguirà due diversi percorsi:
- il primo consisterà in un approccio continuativo di audizioni presso: Commissioni Consiliari Regionali, Conferenza Stato-Regioni, Anci Regionali, Commissioni Parlamentari, Commissioni Ministeriali, Governo, Banca d’Italia;
- il secondo prevede invece la possibilità di presentare progetti di legge da parte dei principali stakeholder, operatori economici e cittadini, rispetto ai quali Unises sta strutturando un progetto di cooperazione volontaria tra il proprio Centro Studi Tecnico-Economico-Giuridico e Ordini, Collegi professionali, Associazioni di categorie produttive e Associazioni sindacali.

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