Mutui casa: il mattone dà segni di vita?

L'Istat rileva un aumento delle richieste di mutui per l'acquisto della casa. Per Codacons non è un segnale di ripresa ma un indice della crisi.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - varie) Eppur si muove. Si potrebbe parafrasare così l’ultima statistica dell’Istat relativa al mercato immobiliare italiano nel primo trimestre 2010. Il rapporto, diffuso ieri dall’Istituto di statistica, focalizza la sua attenzione sul mutuo casa analizzando la compravendita di unità immobiliari, sia ad uso residenziale che a scopo commerciale, e la stipula di mutui, con o senza costituzione di ipoteca immobiliare.
La ricerca registra un lieve balzo in avanti alla voce compravendite con un +2,3% dei rogiti (gli atti notarili che attestano la vendita o l’acquisto dell’immobile) e un’impennata di +13,7% per quanto riguarda i mutui. Dati che vanno letti in relazione al periodo peggiore per il settore, il primo trimestre del 2009.
Questi segnali fanno ben sperare? Si tratta di un lento ritorno alla normalità? Gli esperti sono cauti: non siamo ancora fuori dalla crisi del mercato immobiliare e con tutta probabilità la recessione si farà sentire ancora per le fasce più deboli come le giovani coppie, le famiglie mononucleari e gli stranieri, ma sono in aumento le richieste di mutui, gli appuntamenti e le visite alle agenzie. Per la prima volta da tre anni a questa parte il mercato immobiliare registra un trend positivo.
In particolare nei primi tre mesi di quest’anno sono stati registrati 190.728 contratti di compravendita (nel 2009 erano circa 186.000), il 93,2% del totale si riferisce agli immobili uso abitazione e accessori (i box, per esempio) mentre il restante 6,1% sono gli alloggi a uso economico, che continuano in negativo (-5,1%), peggio rispetto ai trimestri precedenti. Bene l’andamento nel Nord Est dell’Italia (+3,7%), più contenuti invece sono i valori riscontrati nel Nord Ovest e nelle Isole.
I mutui stipulati sono stati invece 179.654 di cui il 59% con costituzione di ipoteca immobiliare e il 41% senza. Su questo versante vi è un capovolgimento dei valori rispetto alla compravendita: incremento del 22% e oltre al Sud e nelle Isole, un più modesto 8,2% al Nord.
I dati Istat potrebbero perciò confermare quelli pubblicati qualche giorno fa da Bankitalia, che ha dichiarato la diminuzione dei tassi variabili e fissi per il mutuo casa, ma ancora bisogna capire quanto ha influito lo scudo fiscale di 100 miliardi di euro sulla ripresa degli investimenti sul mattone.
Codacons ritiene che le percentuali indicate non siano un “segnale di ripresa, ma un indice della crisi” visto che i “bassi tassi di interesse sono legati alla recessione”. L’associazione consiglia ai consumatori di non stipulare mutui a tasso variabile, attualmente molto convenienti ma rischiosi nel momento in cui l’Euribor, l’indice da cui dipendono, ricomincerà a salire.
La crisi è dunque passata o no? È ancora presto per dirlo. Resta da vedere cosa accadrà i prossimi mesi nel mercato immobiliare, anche alla luce delle analisi e valutazioni di altri istituti di ricerca. Nell’attesa l’utente può tenersi aggiornato attraverso il comparatore del sito Supermoney, che permette di confrontare le offerte di mutuo di diversi istituti di credito.

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