Efficienza energetica: L'utilizzo della cogenerazione in uno stabilimento produttivo

Lorenzo Innocenti, Energy Manager - Granarolo, ci ha esposto le azioni di efficientamento energetico che vengono implementate presso gli stabilimenti produttivi di Granarolo. Cogenerazione, impianti frigoriferi e produzione di vapore sono tematiche fondamentali per la fase di trasformazione industriale delle materie prime. L'intervista si è svolta in occasione dell'ultimo convegno "Retail&Food Energy 2017".
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - energia) Nella vostra filiera produttiva, partendo da monte per arrivare a valle, quali sono le soluzioni di sostenibilità ed efficienza energetica più significative che avete implementato? Il gruppo Granarolo segue tutta la filiera produttiva sin dalla produzione della materia prima, almeno per quanto riguarda la matrice lattiero-casearia che rappresenta la maggior parte del nostro core business. Il nostro campo di attività principale è costituito dalla fase di trasformazione industriale. In questo campo tra le soluzioni principali si annoverano quella della cogenerazione, che per uno stabilimento lattiero caseario è sicuramente uno dei primi passi da compiere per migliorare l’efficienza energetica. Le altre aree dove c’è maggior margine d’intervento sono il campo della refrigerazione, con azioni mirate a rendere più efficienti le centrali frigorifere per la parte di processo e raffrescamento celle, ed il campo della produzione di vapore dato che il nostro settore utilizza tantissima energia termica sia sotto forma di vapore sia di acqua calda, per cui lavorare sull’efficienza di questi due aspetti consente di fare degli importanti passi in avanti. Considerando la sua esperienza nel campo della cogenerazione, applicata agli stabilimenti di Bologna, Pasturago Soliera e Gioia del Colle, quali sono i maggiori livelli di efficienza perseguibili? Noi abbiamo pensato di realizzare impianti di cogenerazione nei nostri maggiori stabilimenti produttivi proprio perché da una prima analisi crediamo che questo sia il primo step da fare per migliorare i livelli di efficienza energetica. Abbiamo suddiviso questo processo per gradi sia geograficamente sia tecnologicamente; dapprima abbiamo realizzato gli impianti con un primo circuito di recupero e quindi con un primo livello di efficienza medio alto. La fase che secondo noi è la più complicata, ma anche quella con i maggiori margini di miglioramento, è la parte di recupero termico che include tutta l’interfaccia con le utilities che sono sempre viste come qualcosa di estraneo alla produzione almeno nel settore alimentare. Il nostro modus operandi implica la necessità di entrare nel dettaglio di ogni processo produttivo e riadattarlo ai concetti di un’energia a basso costo ed a basso impatto ambientale. A Bologna Granarolo sta progettando un impianto a biogas che sfrutta i fanghi di depurazione. Ci vuole descrivere il funzionamento dell’impianto? Per quanto riguarda la parte industriale negli anni passati abbiamo riflettuto su numerosi progetti che però non abbiamo portato a termine. Ad oggi stiamo per realizzare qualcosa di concreto in uno dei nostri maggiori stabilimenti che produce formaggi freschi; stiamo infatti costruendo un nuovo depuratore che prevede l’utilizzo di tutta la parte relativa alla gestione anaerobica, di biogas da fanghi di depurazione e di scarti di produzione in situ come la scotta, ovvero i reflui che hanno maggiore carica organica e possono generare più biogas. In linea con le nuove linee guida recentemente introdotte, rifletteremo anche sul biometano ma si tratta di considerazioni davvero molto recenti che hanno bisogno di opportuni approfondimenti e riflessioni.
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