Banca IFIS S.p.A.: il CDA ha approvato i risultati del 2014 già presentati a gennaio. Proposto un dividendo di 0,66 euro per azione

Il CEO Giovanni Bossi: "Quota superiore al 2013, impegno rispettato anche verso gli azionisti" Mestre, 18 febbraio 2015 - Oggi il Consiglio di Amministrazione di Banca IFIS ha approvato il progetto di Bilancio relativo all'esercizio 2014 e ha dunque confermato i risultati finanziari e l'evoluzione prevedibile della gestione che erano stati volontariamente presentati al mercato e agli stakeholder il 20 gennaio scorso, di cui si allega di seguito evidenza...
New York, (informazione.it - comunicati stampa - servizi)

Il CEO Giovanni Bossi: "Quota superiore al 2013, impegno rispettato anche verso gli azionisti"

Mestre, 18 febbraio 2015 - Oggi il Consiglio di Amministrazione di Banca IFIS ha approvato il progetto di Bilancio relativo all'esercizio 2014 e ha dunque confermato i risultati finanziari e l'evoluzione prevedibile della gestione che erano stati volontariamente presentati al mercato e agli stakeholder il 20 gennaio scorso, di cui si allega di seguito evidenza. Le versioni integrali del Bilancio e del comunicato stampa relativi all'esercizio 2014 sono a disposizione nelle sezioni dedicate del sito www.bancaifis.it[1]

Il Consiglio ha inoltre dato mandato al Presidente Sebastien von Fürstenberg di convocare in data 2 aprile 2015 l'Assemblea dei Soci per l'approvazione del Bilancio. Proposto all'Assemblea un dividendo di 0,66 euro per azione.

"La Banca aveva dichiarato l'impegno a mantenere un pay-out ratio non inferiore a quello del 2013, con un aumento del dividendo proporzionale all'utile" ha detto Giovanni Bossi, Amministratore Delegato del Gruppo. "Abbiamo mantenuto questa linea guida: il dividendo proposto è di quasi dieci centesimi superiore a quello distribuito nel 2013, che era già un dividendo da multiutility. Questo - conclude Bossi - è segnale di solidità del Gruppo, che anche nel 2014 ha registrato risultati eccellenti e una significativa crescita in tutti i settori core, e che presenta coefficienti di solvibilità di eccellenza". 

Con riferimento alla proposta di dividendo, il Consiglio di Amministrazione di Banca IFIS S.p.A. ha deliberato di proporre all'Assemblea dei Soci:

1.l'assegnazione di utili mediante la distribuzione di un dividendo in contanti (al lordo delle ritenute di legge) di 0,66 euro per ciascuna azione ordinaria con stacco cedola (n. 18) il 13 aprile 2015 (*). Tale dividendo è comprensivo della quota parte attribuibile alle azioni proprie detenute dalla società alla medesima data; 

2.la messa in pagamento del dividendo dal giorno 15 aprile 2015. Il pagamento sarà effettuato per il tramite degli intermediari autorizzati presso i quali sono registrate le azioni nel Sistema Monte Titoli.

(*) Ai sensi dell'articolo 83-terdecies del D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (TUF) la legittimazione al pagamento del dividendo è determinata con riferimento alle evidenze dei conti dell'intermediario di cui all'articolo 83-quater, comma 3 del TUF, al termine della giornata contabile del 14 aprile 2015 (c.d. record date).


I principali risultati

Dodici mesi 2014 - (1 gennaio-31 dicembre)

·Margine di intermediazione a 280,9 milioni (+6,3%)

·Risultato netto della gestione finanziaria a 249,6 milioni di euro (+13,7%) 

·Utile netto a 95,9 milioni (+13,0%)

·Costo della qualità creditizia a 145 bp (244 bp al 31 dicembre 2013)

·Sofferenze nette/impieghi settore crediti commerciali ancora in diminuzione: 1,3% a dicembre 2014 dal 2,6% a dicembre 2013 

·Coverage ratio delle sofferenze: 86,4% a dicembre 2014 dal 78,4% a dicembre 2013 

·Totale attività deteriorate nette nel settore dei crediti commerciali in forte contrazione rispetto al 2013, a 112,6 milioni di euro (-30,7%) 

·Nuove assunzioni in crescita: 125 nuove risorse inserite nel Gruppo (+20%)

·ROE: 23,5% (24,8% nel 2013)

·Ratio totale fondi propri ancora in miglioramento: 14,2% (13,5% nel 2013).

 

Evoluzione Prevedibile della gestione

Le attese per il 2015 sono positive per il Gruppo, anche in un contesto macroeconomico - all'interno del quale la Banca è chiamata ad operare - che ancora resta caratterizzato da pesanti incertezze sui tempi necessari per intravvedere barlumi di ripresa e che può essere definito "new normal".

Sul fronte economico le attese sono ancora decisamente negative. La crescita del Pil è rinviata di molti trimestri; l'inflazione prevista è prossima a zero o anche negativa, largamente al di sotto delle attese e dei target della Banca Centrale Europea, anche se a questa figura contribuisce in modo rilevante il calo del costo delle materie prime, petrolio in primis; la disoccupazione, soprattutto tra i giovani e soprattutto nel Mezzogiorno, continua a mostrare segnali del tutto incompatibili con una ripresa dei consumi.

Per quanto concerne la politica monetaria europea, dopo i recenti interventi vòlti a ridurre il costo del denaro per le banche dell'Eurosistema, la BCE sembra orientata ad intervenire in modo molto più attivo sui mercati, con effetti da valutare sia sulla disponibilità di denaro per l'economia reale, sia sui costi/rendimenti del debito e degli attivi. Permangono all'interno dell'area Euro squilibri che richiederebbero più forti dinamiche evolutive nei prezzi, in particolare nei Paesi del Nord.

Elementi politici portano a ritenere poco probabile questo scenario, con conseguente necessità di più forti ristrutturazioni per i Paesi del Sud Europa. Tuttavia la maturazione congiunturale porta a ritenere che politiche concentrate sull'offerta potrebbero rivelarsi insufficienti se non accompagnate da azioni sul lato della domanda. In Europa, inoltre, la politica comune non sembra lasciare grandi spazi a soluzioni sistemiche positive. Le difficoltà nelle quali alcuni Paesi dell'area Euro si troveranno ad operare, in primis la Grecia, sono solo in parte attenuate dai bassi livelli raggiunti dal costo del debito pubblico.

In questo scenario molto complesso è intervenuto lo straordinario calo del prezzo del petrolio, che di per sé rappresenta un'ottima notizia per le prospettive di un paese importatore di energia come l'Italia, ma che interviene con modalità "una tantum" sui prezzi dell'energia aumentando il rischio deflattivo.

La Banca può contare su una marginalità sostenibile grazie alla validità e flessibilità del business model adottato.

Premesso che non appare immaginabile un'uscita dalla crisi in assenza di nuovo credito per l'economia, l'operatività a favore delle imprese potrebbe ancora essere positivamente condizionata dalle opportunità di acquisire nuova clientela e nuovi impieghi. Elemento centrale è ancora il perdurare della modesta disponibilità di credito sul mercato per le imprese. Ciò sia a causa dell'utilizzo prevalente di strumenti creditizi tradizionali da parte delle banche generaliste nel supporto finanziario alle aziende, sia a seguito della volontà da parte del sistema creditizio di migliorare gli indicatori patrimoniali, vòlti a contenere i rischi o quantomeno gli assorbimenti patrimoniali degli impieghi degli operatori meno dotati di merito creditizio. L'andamento resterà in ogni caso condizionato dalla dinamica della qualità creditizia, variabile chiave per il mercato bancario in anni di congiuntura complessa. Qualora gli ottimi segnali registrati dalla Banca su questo fronte dovessero essere ulteriormente confermati nel tempo, l'azione del Gruppo sul mercato del credito alle PMI ne risulterà avvantaggiata con positivi riflessi sia sulla disponibilità della Banca a rafforzare ulteriormente il proprio impegno, sia sulla redditività degli interventi al netto del costo del credito.

Nel settore dei Crediti Non Performing (DRL) continuerà l'attenzione verso i portafogli di crediti vantati verso famiglie consumatrici che gli originators destineranno al mercato. L'esito delle gare sarà condizionato anche dall'attenzione che operatori internazionali riserveranno alle offerte e ai prezzi che si formeranno.

L'azione di sviluppo della Banca nei confronti delle cedenti per l'acquisto di portafogli, resterà comunque assidua e la presenza sarà confermata in ogni comparto, anche continuando gli approcci innovativi diretti ad anticipare gli interventi rispetto ai tempi tradizionali. Il ciclo di vita dei portafogli di crediti in gestione è particolarmente lungo e questo, in funzione del tempo dei rendimenti, pone la Banca nella condizione di creare valore per tutti gli stakeholder coinvolti nella business unit. Ciò presuppone una gestione attiva e dinamica dei diversi portafogli, a seconda delle opportunità che si presentano nel mercato.

Sul fronte della gestione dei Crediti Non Performing la cessione del significativo portafoglio cambiario generato secondo modalità in progressiva contrazione, avvenuta nel quarto trimestre 2014, dovrebbe rappresentare uno spartiacque che consentirà la migliore focalizzazione all'attività. L'attenzione alla sostenibilità del debito, la possibilità di dilazionare i pagamenti ai debitori e l'attivazione di un dialogo continuativo da realizzare a costi contenuti, rappresenteranno con ogni probabilità le variabili chiave per incrementare l'incasso e la profittabilità del comparto, che opera in un ambiente sociale particolarmente colpito dalla congiuntura. Nel settore, l'attivazione di nuovi strumenti di gestione e incasso delle posizioni, assieme alla necessaria prudenza nella rilevazione dei flussi di cassa attesi, ha influenzato temporaneamente la dinamica dei risultati dell'area di business. L'accelerazione attesa resta condizionata, oltre che dal perdurare della congiuntura avversa, anche dalla complessità dell'implementazione delle nuove tecniche di recupero, spesso idonee a migliorare sensibilmente la qualità dei portafogli di proprietà della Banca con impatti contabili di forte diluizione temporale, a seguito di policy di rilevazione della marginalità particolarmente stringenti.

L'operatività sui Crediti Fiscali, molto dipendente dai tempi di rimborso da parte dell'Erario, vede la Banca particolarmente attiva in acquisizioni di crediti anche di dimensione significativa, in considerazione della buona redditività ritraibile nel medio termine da questi investimenti.

Continuerà lo sviluppo dei due marchi del Gruppo Credi Impresa Futuro e CrediFamiglia, realtà dedicate rispettivamente al finanziamento alle imprese che operano nel mercato domestico e alla risoluzione dei debiti finanziari delle famiglie. Entrambi i marchi vedranno un'ulteriore crescita generata dalla sempre più matura presenza sul web e, in particolare per Credi Impresa Futuro, dalle veloci modalità di contatto sviluppate per il dialogo con la clientela.

Sul fronte della raccolta retail, la contrazione dei tassi attivi riconosciuti alla clientela per effetto delle variazioni sul mercato ha condotto, e continuerà a condurre, ad una ulteriore significativa contrazione nel costo medio del funding anche per effetto della scadenza di depositi vincolati contratti a tassi di interesse più elevati. Il valore assoluto della raccolta è in lieve controllata contrazione rispetto a livelli molto elevati di partenza e non è opportuno concentrare azioni nell'incremento del funding retail, a pena di squilibri economici valutati non necessari nell'attuale scenario.

Le attuali dinamiche dei tassi di mercato hanno reso non più opportuna per la Banca la continuazione della politica di acquisto di titoli governativi cessata a fine 2013. Il portafoglio continuerà a contrarsi nel tempo per effetto della raggiunta maturità delle scadenze. Il rifinanziamento presumibilmente continuerà ad avvenire a costi di raccolta nell'intorno allo zero.

Infine, la Banca continuerà a valutare ulteriori nuove opportunità che dovessero presentarsi nel mercato.

In considerazione di quanto sopra è ragionevole prevedere per il Gruppo un andamento positivo della redditività per il 2015.

 



[1]  Comunicato stampa: http://www.bancaifis.it/Sala-stampa/Comunicati-Stampa/Banca-IFIS-nel-2014-impieghi-ancora-in-crescita-e-sofferenze-in-forte-contrazione; Bilancio:http://www.bancaifis.it/Investitori-istituzionali/Bilanci-e-relazioni; Sito interattivo risultati 2014: http://bilancio.bancaifis.it/it/#start


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