Come si gira il backstage di uno spettacolo teatrale

La Libera Università del Cinema, in collaborazione con l’associazione Villaggio Fogliano e in occasione della rappresentazione de “Giardino di mangrovie”, dramma in tre atti di Renato Gabriele, organizza un workshop mirato alla ripresa del backstage di uno spettacolo teatrale e un workshop di scrittura con l’autore dello spettacolo.
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) La pièce, scritta da Renato Gabriele, è la riduzione teatrale de “Il pensiero molle di Costante Porfirio” dello stesso autore, ed è uno spettacolo di ricerca, un dramma che converge sulla desolazione dell'uomo, rappresentata da due personaggi che si rimandano l'un l'altro considerazioni sulla vita e sul mondo finché lo spettatore non si accorge che i due profili quasi coincidono e sono facce della stessa medaglia.

Un terremoto ha diviso in due la città: la città alta dove la vita ha ricominciato a scorrere nella sua quotidianità di ricostruzione e la palude, nella quale abitano in una stamberga diroccata e divorata dalle mangrovie Costante Porfirio (Emanuele Vezzoli) e il Convivente (Elisabetta Femiano), che rappresenta il suo doppio. Quest'ultimo è l'anello di congiunzione tra la società civilizzata e il paludicolo Costante, che ha scelto la solitudine in quanto unica condizione che gli consente di esprimere la propria arte in maniera libera e incondizionata. La comunità che Costante e, per forza di cose, il Convivente hanno creato è essa stessa arte. La società ha costretto l'artista all'isolamento e questa esistenza è difficile, grottesca, tragicomica.

Il testo si dipana attraverso tre registri differenti scanditi da altrettanti atti, fusi però in un unicum: il dramma che ad un tratto diventa commedia per poi sfociare nella tragedia che si smorza tornando ad essere normalità. Costante cade in un sonno catartico che lo porterà a risvegliarsi su un nuovo giorno che ricomincerà con i suoi quotidiani dolori.

Alla regia Danilo Proia che ha scelto di far interpretare il personaggio del Convivente da una donna, Elisabetta Femiano, per mettere in risalto l'altro lato del sé, ossia quell'aspetto femminile che si fa corpo astrale e cerca di riportare Costante alla realtà in un continuo interloquire con il pubblico. Si compie tra i due una sorta di matrimonio celeste e viene a ricostruirsi così quell'unità distrutta dal terremoto che diventa anche metafora di vita. Si ha una scissione tra spirito creativo, Costante, e corpo astrale, Il Convivente, in un gioco in cui entrambi cercano di trascinare l'uno nelle regole dell'altro, ma anche tra presente e passato, evocato attraverso i ricordi.

Costante Porfirio è pensiero puro che si ritira nel suo boudoir e riflette. Il tempo per lui non esiste, come attesta anche il suo linguaggio che a tratti usa i verbi all'infinito. E' l'uomo inerte, l'uomo dal “pensiero molle”, l'uomo traumatico per definizione. Il trauma, anzi i traumi subiti, rappresentano altrettanti terremoti metaforici dell'animo dell'artista che lo hanno portato a lottare con la volontà di mantenere il candore, di conservare la facoltà di stupore, affinché non ci sia assuefazione alle emozioni, soprattutto alle più orrende. La parola scritta da Renato Gabriele viene trasformata da attori e regista in azione: viene portato in scena un linguaggio poetico, aulico, messo in prosa attraverso una riscoperta della parola. Giardino di mangrovie è una pièce piena di magnifiche sorprese della parola e dei sensi, scritta in una lingua sensitiva e umbratile, tonale e ironica.


GIARDINO DI MANGROVIE
di Renato Gabriele
regia Danilo Proia con Elisabetta Femiano, Emanuele Vezzoli costumi Liliana Raimondi

Teatro Palladium, 19 e 20 Febbraio 2016, ore 21.00
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Angelo
Libera Università del Cinema
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