"Panetta, Angeli della Finanza: i nostri mutui sono i più alti d’Europa, mercato delle case scende del 3 per cento rispetto al 2014"

Nonostante il calo dei tassi d’interesse i nostri mutui sono tra i più cari d’Europa, hanno il 9% in più rispetto al resto d’Europa. Tra i principali Paesi che utilizzano la moneta unica, solo i Paesi Bassi registrano un tasso medio superiore al nostro.
Città di Castello, (informazione.it - comunicati stampa - economia) Nonostante il calo dei tassi d’interesse i nostri mutui sono tra i più cari d’Europa, hanno il 9% in più rispetto al resto d’Europa. Tra i principali Paesi che utilizzano la moneta unica, solo i Paesi Bassi registrano un tasso medio superiore al nostro.

A giugno 2015 registriamo un tasso media per operazione di circa 2.20% rispetto ad una media europea ferma al 2.02%. Se analizziamo invece l’andamento delle consistenze erogate dagli istituti di credito attraverso i mutui alle famiglie dell’area euro, dal 2011 al 2015 l’incremento è stato del 2,6 per cento, mentre in Italia il dato è rimasto pressoché stazionario: -0,7 per cento.

In termini assoluti, lo stock che le banche italiane hanno erogato al 30 giugno di quest’anno è pari a 359 miliardi di euro. Si tratta di un valore nettamente inferiore rispetto al dato olandese (401,9 miliardi di euro), a quello spagnolo (565,8 miliardi), a quello francese (875,8 miliardi) e a quello tedesco (1.061,3 miliardi). Si pensi che dal 2011 al 2015 in Francia l’aumento percentuale è stato di 9,4 punti e in Germania di 9,3 punti.

Nonostante questo calo dei tassi continua Panetta il mercato dell’edilizia è ancora in crisi e non riesce a decollare come negli anni d’oro. Secondo gli ultimi dati presentati a giugno dall’Agenzia delle Entrate, la situazione del mercato immobiliare nel nostro paese rimane molto difficile. Gli ultimi dati disponibili ci dicono che rispetto allo stesso periodo del 2014, nel primo trimestre di quest’anno le compravendite del settore residenziale sono scese del 3 per cento, con una punta del -4,6 per cento nei Comuni capoluogo di provincia.

A livello territoriale, invece, la situazione più pesante si avverte nel Centro: -7,3 per cento. Segue il Nord (-2,4 per cento) e poi il Mezzogiorno (- 0,8 per cento). Per quanto riguarda le compravendite riferite alle grandi città, solo Milano (+2 per cento), Napoli (+3,6 per cento) e Palermo (+11,2 per cento) hanno registrato una variazione positiva nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In tutte le altre metropoli, invece, si è verificata una contrazione: Bologna – 0,1 per cento, Firenze -1 per cento, Torino -9,5 per cento, Roma -11,4 per cento e Genova -18,9 per cento.
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