Banca IFIS S.p.A. : nel 2014 impieghi ancora in crescita e sofferenze in forte contrazione

L'AD Giovanni Bossi: "Aumento delle PMI finanziate (+13,1%) ed eccellenza nelle sofferenze (-30,7%) sono dati in assoluta controtendenza" Sommario Dodici mesi 2014: 1 gennaio-31 dicembre ·    Margine di intermediazione a 280,9 milioni (+6,3%) ·    Risultato netto della gestione finanziaria a 249,6 milioni di euro (+13,7%) ·    Utile netto a 95,9 milioni (+13,0%) ·    Costo della qualità creditizia a 145 bp (244 bp al 31 dicembre 2013) ·    Sofferenze nette/impieghi settore...
New York, (informazione.it - comunicati stampa - servizi) L'AD Giovanni Bossi: "Aumento delle PMI finanziate (+13,1%) ed eccellenza nelle sofferenze (-30,7%) sono dati in assoluta controtendenza"

Sommario

Dodici mesi 2014: 1 gennaio-31 dicembre

·    Margine di intermediazione a 280,9 milioni (+6,3%)
·    Risultato netto della gestione finanziaria a 249,6 milioni di euro (+13,7%)
·    Utile netto a 95,9 milioni (+13,0%)
·    Costo della qualità creditizia a 145 bp (244 bp al 31 dicembre 2013)
·    Sofferenze nette/impieghi settore crediti commerciali ancora in diminuzione: 1,3% a dicembre 2014 dal 2,6% a dicembre 2013
·    Coverage ratio delle sofferenze: 86,4% a settembre 2014 dal 78,4% a dicembre 2013
·    Totale attività deteriorate nette nel settore dei crediti commerciali in forte contrazione rispetto al 2013, a 112,6 milioni di euro (-30,7%)
·    Nuove assunzioni in crescita: 125 nuove risorse inserite nel Gruppo (+20%)
·    ROE: 23,5% (24,8% nel 2013)
·    Ratio totale fondi propri ancora in miglioramento: 14,2% (13,7% nel 2013)


4° trimestre 2014: 1 ottobre-31 dicembre
   

·    Margine di intermediazione a 70,2 milioni di euro (+0,2%)
·    Risultato netto della gestione finanziaria a 68,5 milioni (+14,1%)
·    Utile netto a 21,7 milioni di euro (+22,3%)


Commento all'andamento della gestione

Mestre, 20 gennaio 2015 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca IFIS, riunitosi oggi, ha analizzato i risultati preliminari dell'esercizio 2014.

«In un momento storico estremamente difficile per l'economia italiana ed europea, il 2014 di Banca IFIS passa agli annali come un anno eccellente di crescita vigorosa» ha dichiarato Giovanni Bossi, Amministratore Delegato di Banca IFIS. «La Banca è riuscita ad aumentare il sostegno a sempre più imprese e famiglie usando al meglio il proprio patrimonio, la propria liquidità e la propria capacità di offrire soluzioni adatte in un contesto esterno marcatamente negativo. Gli ottimi risultati nel settore del finanziamento alle imprese sono ancora più rilevanti tenuto conto dei seguenti fattori: le sofferenze nette superano di poco l'1% in rapporto ai crediti commerciali; l'indice di copertura delle sofferenze tocca livelli eccellenti, all'86,4%, percentuale non rinvenibile nel sistema; il totale dei crediti deteriorati si attesta a meno del 30% del patrimonio netto. Questi risultati consegnano al mercato una Banca che ha saputo navigare nelle tempeste di quella che non possiamo più considerare "crisi" bensì una nuova "normalità" che ci vedrà presenti, con costanza e determinazione, a fianco di imprese, famiglie, risparmiatori e stakeholder».

Andamento della gestione

Dinamiche economiche del consolidato
Il margine di intermediazione aumenta del 6,3% a 280,9 milioni (264,2 milioni nell'esercizio precedente) grazie all'apporto positivo di tutti i settori core.
Risulta molto rilevante il contributo al margine di intermediazione consolidato derivante dal settore Crediti Commerciali, pari al 55,4% del totale (49,1% al 31 dicembre 2013) con una crescita in valore del 19,9% rispetto al 2013.
L'apporto degli altri settori risulta così composto: settore DRL (Distressed Retail Loans) 10,7% (9,2% al 31 dicembre 2013), Crediti Fiscali 3,9% (3,5% al 31 dicembre 2013), Governance e Servizi 30,0% (38,2% al 31 dicembre 2013).

La crescita registrata nel margine di intermediazione del settore Crediti Commerciali, +19,9% (155,6 milioni di euro rispetto ai 129,7 milioni dell'esercizio 2013) si è realizzata principalmente a fronte di un incremento del numero delle imprese finanziate (+13,1% per oltre 4.200 PMI), a fronte di un volume dei crediti gestiti nel settore (turnover) pari a 8,3 miliardi di euro rispetto ai 5,7 miliardi nei dodici mesi del 2013 (+45,8%), e grazie alle performance dell'Area di business Pharma, che ha fatto registrare interessi di mora per 22,2 milioni di euro (rispetto a 7,8 milioni di euro del 2013), grazie a una migliorata gestione nel finalizzare soluzioni ad esito positivo. Ciò è avvenuto nonostante un'accelerazione a fronte del flusso di pagamento della PA e di contestuali incassi da parte della Banca per 649,6 milioni di euro (verso 586,1 milioni nel 2013, + 10,8%) e un turnover di 848,5 milioni di euro, in crescita rispetto al precedente (561,5 milioni di euro, +51,1%).
Il settore DRL, attivo nell'acquisto e nella gestione di portafogli di crediti non performing, registra un margine pari a 30,0 milioni di euro rispetto ai 24,4 milioni dell'esercizio 2013 (+23,2%). In un'ottica di equilibrio nella gestione delle unità di business rispetto agli interessi dei diversi stakeholder, a fine anno è stato ceduto un portafoglio di crediti cambiari dal valore nominale di 219,0 milioni di euro ed un corrispondente Book Value di 48,1 milioni di euro, con un impatto positivo sul margine di intermediazione per 3,6 milioni di euro. Risulta opportuno evidenziare che l'andamento del margine di intermediazione non è rappresentativo delle dinamiche del settore DRL in quanto, relativamente ai crediti DRL in sofferenza, esclude, ai fini contabili, gli effetti economici conseguenti alle variazioni dei flussi di cassa attesi, che vengono registrati nella voce rettifiche/riprese di valore su crediti secondo l'attuale interpretazione data dalla Banca ai principi contabili IAS/IFRS. Dal punto di vista gestionale, invece, la redditività del settore DRL va rilevata tenendo conto anche di tale voce.
Il settore dei Crediti Fiscali si attesta a 11,0 milioni di euro (9,3 milioni di euro nel 2013, +18,5%). I due dati non sono omogenei e confrontabili. Il dato al 31 dicembre 2013 includeva, infatti, il duplice effetto derivante dalla revisione contemporanea dei flussi di cassa attesi, maggiori del previsto, e dei tempi di incasso, più brevi del previsto, con un effetto positivo non ricorrente sul margine di intermediazione pari a 5,2 milioni di euro. Anche nel corrente esercizio si è realizzata una componente straordinaria pari a 1,2 milioni di euro costituita dal recupero di un credito completamente svalutato dalla ex-Fast Finance. Al netto di tali componenti non ricorrenti il margine di intermediazione evidenzia un risultato più che raddoppiato rispetto allo scorso esercizio, passando da 4,1 milioni di euro del 2013 a 9,8 milioni di euro nel 2014.
Il settore Governance e Servizi si attesta a 84,3 milioni di euro rispetto ai 100,8 milioni al 31 dicembre 2013. La dinamica della redditività di questo settore è condizionata dalla minor marginalità del portafoglio titoli (103,9 milioni di euro rispetto ai 126,3 milioni nell'esercizio 2013) nonché dal minor costo della raccolta retail. 
Nel quarto trimestre il margine di intermediazione si attesta a 70,2 milioni di euro verso i 70,1 milioni di euro nel corrispondente periodo del 2013 (+0,2%). I Crediti Commerciali hanno contribuito per 39,5 milioni di euro (+1,3% verso 39,0 milioni), il settore DRL per 10,0 milioni (+100,8% verso 5,0 milioni) in considerazione anche della citata operazione di cessione del portafoglio di crediti cambiari, i Crediti Fiscali per 2,9 milioni (+68,7% verso 1,7 milioni), il settore Governance e Servizi per 17,8 milioni di euro rispetto ai 24,4 milioni dello stesso periodo del 2013 (-27,1%). 

Le rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti sono risultate pari a 31,3 milioni di euro, rispetto ai 44,5 milioni al 31 dicembre 2013 (-29,7%). Nel periodo si è registrata una contrazione nei flussi dei nuovi crediti deteriorati grazie al continuo miglioramento degli standard di affidamento del credito e alla sempre migliore efficienza nel processo di monitoraggio e attivazione della relativa gestione.
Il decremento nel trend delle rettifiche nette di valore, grazie anche al significativo effetto derivante dall'incasso di posizioni creditizie precedentemente svalutate e alla diversa valutazione di crediti a seguito del miglioramento delle previsioni di recupero, si traduce in un netto miglioramento del costo del rischio di credito calcolato negli ultimi 12 mesi rispetto all'impiego medio sui crediti totali, che si attesta a 145 bp (244 bp al 31 dicembre 2013). Il rapporto sofferenze/impieghi nel settore crediti commerciali scende all'1,3% al 31 dicembre 2014 rispetto al 2,6% del 31 dicembre 2013. Il coverage ratio delle sofferenze lorde dei crediti commerciali si attesta all'86,4% rispetto al 78,4% del 31 dicembre 2013.

Il risultato netto della gestione finanziaria del Gruppo è pari a 249,6 milioni di euro contro 219,6 milioni di euro al 31 dicembre 2013, con un incremento del 13,7%.
Il risultato netto della gestione finanziaria del settore Crediti Commerciali cresce del 50,7% a 122,5 milioni di euro contro 81,3 milioni del 31 dicembre 2013, per effetto dell'incremento del margine di intermediazione e della riduzione delle rettifiche sui crediti; quello del settore DRL è pari a 31,5 milioni contro 27,8 milioni al 31 dicembre 2013 (+13,1%). Per quanto riguarda la menzionata cessione di parte del portafoglio dei crediti DRL, si specifica che tale cessione ha riguardato oltre 26.700 crediti assistiti da piani cambiari, iscritti ad un Book Value di 48,1 milioni euro e ceduti per un prezzo di 51,7 milioni di euro. Il contributo di tale portafoglio al conto economico dell'intero 2014 è stato pari a 12,0 milioni di euro inseriti nel margine di interesse. Tale cessione va contestualizzata all'interno di una visione strategica della presenza della Banca che tiene in opportuna considerazione la creazione di valore per tutti gli stakeholder, siano essi originators, famiglie, azionisti. Tempo e rendimento sono le caratteristiche attraverso cui tale creazione di valore si realizza: il corretto equilibrio nella gestione dei diversi portafogli permette di massimizzare il raggiungimento degli obiettivi comuni.
Il risultato netto della gestione finanziaria dell'area Crediti Fiscali si attesta a 11,3 milioni di euro rispetto ai 9,7 milioni del 31 dicembre 2013, con un incremento del 16,3%; il settore Governance e Servizi registra un calo del 16,3%, attestandosi a 84,3 milioni di euro contro i 100,8 milioni dell'esercizio 2013.
La performance dell'esercizio del settore DRL è stata influenzata, oltre che dal citato effetto positivo derivante dalla cessione di parte del portafoglio NPL, dalla nuova modalità di recupero del credito che prevede un maggior ricorso alla sottoscrizione di piani di rientro (manifestazioni di volontà) rispetto alla raccolta cambiaria. Si evidenzia che la raccolta totale degli strumenti sopra delineati, nel corso del 2014, ammonta a 122,2 milioni di euro mentre nel 2013 la raccolta cambiaria, unico strumento rateale a disposizione, ammontava a 79,0 milioni di euro. Gli incassi ottenuti nel corso del 2014 ammontano a 32,6 milioni a fronte di 28,8 milioni dell'esercizio precedente. In particolare la sottoscrizione di piani di rientro volontari da parte dei debitori (che comporta un incremento nel numero di adesioni da parte del debitore), spiega i suoi effetti economici con circa un trimestre di ritardo rispetto alla data di sottoscrizione, per effetto del prudente approccio adottato dalla Banca. Il passaggio a costo ammortizzato avviene infatti solo quando il cliente ha pagato un importo pari ad almeno tre rate mensili.
Nel quarto trimestre il risultato netto della gestione finanziaria si attesta a 68,5 milioni di euro (60,0 milioni nel quarto trimestre del 2013, +14,1%). I crediti commerciali hanno contribuito per 36,5 milioni di euro (27,1 milioni al quarto trimestre 2013, +34,6%), il settore DRL per 11,2 milioni (6,8 milioni nello stesso periodo del 2013, +64,1%); i crediti fiscali per 3,0 milioni (1,7 milioni nel quarto trimestre del 2013, +78,2%); il settore Governance e Servizi per 17,8 milioni contro 24,4 milioni al 31 dicembre 2013 (-27,1%).

Al 31 dicembre 2014 i costi operativi, pari a 104,7 milioni di euro contro 76,3 milioni nell'esercizio 2013, aumentano del 37,1%. L'incremento è dovuto perlopiù al settore DRL e a costi di consulenza per nuovi progetti di sviluppo. In particolare, per il settore DRL, ammontari significativi sono imputabili a costi per provvigioni dovute ad agenti e società di recupero anche in connessione all'operazione di vendita del portafoglio cambiario e per informazioni sulla clientela. Inoltre aumentano i costi per l'imposta di bollo relativa alla raccolta retail (aumentata dallo 0,15% nel 2013 allo 0,20% nel 2014).


Numerose le nuove assunzioni avvenute: oltre il 20% delle risorse inserite nel Gruppo nel corso del corrente esercizio. Le spese per il personale, pari a 42,6 milioni di euro contro 37,1 milioni, aumentano di conseguenza del 14,7% rispetto al 31 dicembre 2013.

L'utile lordo dell'esercizio si attesta a 144,9 milioni di euro contro 143,3 milioni, in aumento dell'1,2% rispetto al 31 dicembre 2013.
Le imposte sul reddito ammontano a 49,1 milioni di euro, in diminuzione del 16,0% rispetto al 31 dicembre 2013 (58,4 milioni di euro). Il tax rate di Gruppo passa dal 40,8% del 31 dicembre 2013 al 33,8% del 31 dicembre 2014, in larga parte a seguito dell'impatto negativo sul dato 2013 derivante dall'effetto una tantum delle novità introdotte dalla Legge di Stabilità per il 2014 (L. 147 del 27/12/2013).
L'utile netto d'esercizio totalizza 95,9 milioni di euro, rispetto agli 84,4 milioni di euro dell'esercizio 2013 (+13,0%).
Nel quarto trimestre l'utile lordo è pari a 33,5 milioni di euro (38,6 milioni nello stesso periodo del 2013) mentre, anche in considerazione dei citati effetti sulle imposte sul reddito, l'utile netto si attesta a 21,7 milioni di euro contro i 17,7 milioni del quarto trimestre 2013 (+22,3%).

Dinamiche patrimoniali del consolidato

L'attivo della Banca è rappresentato fondamentalmente da crediti verso la clientela e da titoli in portafoglio.
Il totale dei crediti verso la clientela al 31 dicembre 2014 è pari a 2.814,3 milioni di euro, in aumento del 22,5%, +517,4 milioni, rispetto ai 2.296,9 milioni di euro a fine del 2013. Nel dettaglio, i crediti commerciali aumentano di 516,6 milioni di euro rispetto alla chiusura dell'esercizio 2013 (+26,7%). La forte crescita degli impieghi è stata realizzata grazie alla spinta commerciale sulle imprese del Paese che ha trovato buon successo in un mercato ancora caratterizzato da una diminuzione dei prestiti erogati dalle banche. L'aumento degli impieghi si è realizzato nonostante la presenza di importanti incassi delle esposizioni nei confronti della Pubblica Amministrazione. L'incidenza delle esposizioni creditizie verso la PA al 31 dicembre 2014 è pari al 27,1% del totale dei crediti del settore contro il 27,0% al 31 dicembre 2013 mentre l'incidenza delle esposizioni verso il settore privato è pari al 72,9% (contro il 73,0% al 31 dicembre 2013). I crediti DRL aumentano di 7,5 milioni di euro (+5,8%) e i crediti fiscali aumentano di 29,2 milioni di euro (+32,3%). Per quanto riguarda il settore Governance e Servizi, i crediti diminuiscono di 35,9 milioni di euro (-25,6%) prevalentemente per effetto della scadenza dei pronti contro termine attivi con controparte Cassa di Compensazione e Garanziaper 52,7 milioni di euro. La suddetta diminuzione risulta in parte compensata dall'aumento per 22,6 milioni di euro della marginazione in Cassa Compensazione e Garanzia (CCG) legata alle operazioni di pronti contro termine passivi in Titoli di Stato sulla piattaforma MTS .

Il totale delle attività deteriorate nette ammonta a 248,1 milioni di euro contro 291,1 milioni a fine 2013
(-14,8%). Le attività deteriorate nette nel settore dei crediti commerciali, la cui dinamica è la sola di effettivo interesse ai fini della considerazione della qualità del credito della Banca, si attestano a 112,6 milioni di euro da 162,6 a fine 2013, con un calo del 30,7%. Le attività deteriorate nette nel settore dei crediti commerciali sono pari al 4,6% su totale degli impieghi e al 25,7% rispetto al patrimonio netto della Banca.
In netto miglioramento il rapporto tra le sofferenze nette e gli impieghi del settore Crediti Commerciali che passa dal 2,6% a fine 2013 all'1,3%.
Nel dettaglio le attività deteriorate del Gruppo nel solo settore dei crediti commerciali sono così composte:
Il totale delle sofferenze nette verso la clientela, al netto delle rettifiche di valore, si attesta al 31 dicembre 2014 a 33,0 milioni di euro contro 50,8 milioni di euro a dicembre 2013, con un decremento del 34,9%. Tale diminuzione è dovuta: alla contrazione nel flusso di nuovi ingressi; al positivo realizzo di alcune posizioni già classificate a sofferenza risalenti ad esercizi trascorsi; alle rettifiche di valore operate nel periodo.
Al 31 dicembre 2014 il totale degli incagli ammonta a 37,9 milioni di euro, rispetto ai 61,8 milioni a dicembre 2013 (-38,7%), mentre le posizioni oggetto di ristrutturazione passano dagli 8,4 milioni di euro del 2013 a 14,4 milioni di euro al 31 dicembre 2014.
Le esposizioni scadute ammontano a 27,3 milioni di euro contro i 41,7 milioni a dicembre 2013 (-34,4%). Le esposizioni scadute nette si riferiscono per 3,9 milioni di euro (6,0 a fine 2013) a crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione acquistati a titolo definitivo nell'ambito dell'attività di finanziamento.
L'andamento virtuoso dei crediti deteriorati, pur in un contesto economico difficile, è anche il risultato della corretta calibrazione del modello di assunzione del rischio di credito e dell'attenta gestione delle esposizioni verso la clientela, accompagnato da un virtuoso processo di monitoraggio.
Le attività finanziarie disponibili per la vendita (AFS) includono titoli di debito e titoli di capitale e si attestano al 31 dicembre 2014 a 243,3 milioni di euro, in diminuzione del 90,4% rispetto ai 2.529,2 milioni di euro a fine 2013. La relativa riserva da valutazione al netto dell'effetto fiscale è pari a 6,0 milioni di euro al 31 dicembre 2014 (-10,0 milioni di euro rispetto alla fine 2013). La variazione nella dimensione del portafoglio rispetto alla fine dell'esercizio precedente costituisce la ragione principale della contrazione della riserva AFS.
Il portafoglio attività finanziarie detenute sino alla scadenza (HTM) ammonta al 31 dicembre 2014 a 4.827,4 milioni di euro, in diminuzione del 17,0% rispetto alla fine dell'esercizio 2013 ed è costituito da titoli di Stato italiani con scadenza residua al momento dell'acquisto superiore ad un anno. Il portafoglio HTM presenta alla data di riferimento plusvalenze nette non contabilizzate per un importo pari a 133,7 milioni di euro, al lordo del relativo effetto fiscale. Queste plusvalenze non sono state rilevate in ottemperanza al criterio del costo ammortizzato applicabile al portafoglio in analisi.

Il totale dei crediti verso banche al 31 dicembre 2014 è pari a 274,9 milioni di euro, rispetto ai 415,8 milioni al 31 dicembre 2013 (-33,9%). Questa voce comprende alcuni titoli non quotati in un mercato attivo con controparti bancarie, per un ammontare di 11,0 milioni di euro (-54,2% rispetto al 31 dicembre 2013) ed impieghi di tesoreria presso altri istituti di credito per 263,8 milioni di euro (-32,7% rispetto al 31 dicembre 2013), connessi essenzialmente al mantenimento di disponibilità eccedenti sul sistema.

Nelle tre voci precedenti viene compreso l'intero portafoglio titoli di debito in essere al 31 dicembre 2014.

ll suddetto portafoglio dei titoli di debito al 31 dicembre 2014 è pari a 5.068,3 milioni di euro, in diminuzione del 39,4% rispetto al 31 dicembre 2013, a seguito del rimborso di titoli giunti a scadenza nel periodo per 3.538,0 milioni di euro. La Banca non effettua alcuna azione di trading sul portafoglio titoli. A seconda delle caratteristiche intrinseche dei titoli e in conformità a quanto previsto dallo IAS 39, essi sono stati classificati fra le attività finanziarie disponibili per la vendita, le attività finanziarie detenute fino a scadenza o fra i crediti verso banche. Il 44,1% dei titoli presenti in portafoglio al 31 dicembre 2014 ha scadenza entro dicembre 2015, il 14,8% entro dicembre 2016, il 13,8% entro il 2017 e il 27,3% entro la fine del 2018.
Questa importante dotazione ha consentito a Banca IFIS di attingere provvista a costi contenuti attraverso operazioni di pronti contro termine sulla piattaforma MTS o di rifinanziamento sull'Eurosistema.

Il totale della raccolta, che al 31 dicembre 2014 risulta pari a 7.742,4 milioni di euro con un decremento del 28,6% rispetto al 31 dicembre 2013, è rappresentata per il 70,8% da Debiti verso la clientela (38,5% al 31 dicembre 2013) e per il 29,2% da Debiti verso banche (61,5% al 31 dicembre 2013).
La dinamica della raccolta, al netto del conto deposito rendimax e del conto corrente contomax, va analizzata in modo integrato in funzione dell'andamento del mercato ed è costituita da raccolta wholesale mediante pronti contro termine (classificati tra i debiti verso la clientela in quanto effettuati con controparte formalmente non bancaria), da operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema, nonché da operazioni di breve termine messe in atto dalla tesoreria verso altri istituti bancari.

Il considerevole decremento dell'ammontare dei Debiti verso banche rispetto alla fine del precedente esercizio è conseguenza del minor ricorso al rifinanziamento sull'Eurosistema rispetto all'utilizzo della piattaforma MTS e controparte Cassa di Compensazione e Garanzia.L'utilizzo della fonte BCE o della piattaforma MTS trova ragione esclusiva in valutazioni di convenienza economica dovute all'andamento dei tassi di interesse.

I Debiti verso la clientela ammontano al 31 dicembre 2014 a 5.483,5 milioni di euro, (+31,2% rispetto al 31 dicembre 2013). L'incremento è dovuto principalmente al maggior utilizzo di pronti contro termine con sottostante titoli di Stato e controparte Cassa di Compensazione e Garanzia che si attesta a 2.082,9 milioni di euro (contro 263,7 milioni di euro a fine 2013). La raccolta retail si attesta a 3.314,2 milioni di euro del 31 dicembre 2014 contro i 3.868,1 milioni di euro del 31 dicembre 2013 quale conseguenza della riduzione dei tassi avvenuta nel corso dell'anno in modo graduale.
La Banca continua a farsi carico dell'imposta di bollo proporzionale su rendimax e contomax, pari allo 0,20%.

I Debiti verso banche, che ammontano a 2.259,0 milioni di euro (rispetto ai 6.665,8 milioni a dicembre 2013), risultano composti principalmente da raccolta derivante da operazioni di rifinanziamento su Eurosistema per 2.226,9 milioni di euro rispetto ai 6.656,5 milioni al 31 dicembre 2013. Tali valori includono operazioni di LTRO per 500,0 milioni di euro ad un costo pari al tasso BCE (oggi 0,05%) con scadenza 26 febbraio 2015 e la tranche TLTRO di dicembre 2014 per 119,6 milioni di euro ad un tasso fisso dello 0,15% con scadenza 26 settembre 2018. Nel mese di ottobre 2014 la Banca ha annullato integralmente le proprie obbligazioni emesse e riacquistate sulle quali è stata ottenuta la garanzia del Governo italiano per un ammontare complessivo di 207,0 milioni di euro.
La rimanente parte dei debiti verso banche è rappresentata da depositi interbancari per 32,1 milioni di euro, di cui 10,0 milioni su piattaforma E-Mid.

Il Patrimonio netto consolidato si attesta al 31 dicembre 2014 a 437,8 milioni di euro, contro i 380,3 milioni al 31 dicembre 2013 (+15,1%). La variazione è frutto principalmente dell'utile dell'esercizio; della diminuzione della riserva da valutazione su titoli AFS per 10,0 milioni di euro; della distribuzione dei dividendi.
   
I coefficienti patrimoniali sono stati calcolati secondo la normativa di Basilea 3 che prevede l'inclusione della società che controlla la maggioranza del capitale della Banca, La Scogliera S.p.A., nel perimetro di consolidamento. Core Tier 1 e Solvency sono dunque classificati secondo i ratio del capitale primario di classe 1 e ratio totale dei fondi propri, che registrano rispettivamente un valore pari a 13,9% e 14,2%.
 
Evoluzione prevedibile della gestione

Le attese per il 2015 sono positive per il Gruppo, anche in un contesto macroeconomico - all'interno del quale la Banca è chiamata ad operare - che ancora resta caratterizzato da pesanti incertezze sui tempi necessari per intravvedere barlumi di ripresa e che può essere definito "new normal".

Sul fronte economico le attese sono ancora decisamente negative. La crescita del Pil è rinviata di molti trimestri; l'inflazione prevista è prossima a zero o anche negativa, largamente al di sotto delle attese e dei target della Banca Centrale Europea, anche se a questa figura contribuisce in modo rilevante il calo del costo delle materie prime, petrolio in primis; la disoccupazione, soprattutto tra i giovani e soprattutto nel Mezzogiorno, continua a mostrare segnali del tutto incompatibili con una ripresa dei consumi.

Per quanto concerne la politica monetaria europea, dopo i recenti interventi vòlti a ridurre il costo del denaro per le banche dell'Eurosistema, la BCE sembra orientata ad intervenire in modo molto più attivo sui mercati, con effetti da valutare sia sulla disponibilità di denaro per l'economia reale, sia sui costi/rendimenti del debito e degli attivi. Permangono all'interno dell'area Euro squilibri che richiederebbero più forti dinamiche evolutive nei prezzi, in particolare nei Paesi del Nord.
Elementi politici portano a ritenere poco probabile questo scenario, con conseguente necessità di più forti ristrutturazioni per i Paesi del Sud Europa. Tuttavia la maturazione congiunturale porta a ritenere che politiche concentrate sull'offerta potrebbero rivelarsi insufficienti se non accompagnate da azioni sul lato della domanda. In Europa, inoltre, la politica comune non sembra lasciare grandi spazi a soluzioni sistemiche positive. Le difficoltà nelle quali alcuni Paesi dell'area Euro si troveranno ad operare, in primis la Grecia, sono solo in parte attenuate dai bassi livelli raggiunti dal costo del debito pubblico.

In questo scenario molto complesso è intervenuto lo straordinario calo del prezzo del petrolio, che di per sé rappresenta un'ottima notizia per le prospettive di un paese importatore di energia come l'Italia, ma che interviene con modalità "una tantum" sui prezzi dell'energia aumentando il rischio deflattivo.

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La Banca può contare su una marginalità sostenibile grazie alla validità e flessibilità del business model adottato.

Premesso che non appare immaginabile un'uscita dalla crisi in assenza di nuovo credito per l'economia, l'operatività a favore delle imprese potrebbe ancora essere positivamente condizionata dalle opportunità di acquisire nuova clientela e nuovi impieghi. Elemento centrale è ancora il perdurare della modesta disponibilità di credito sul mercato per le imprese. Ciò sia a causa dell'utilizzo prevalente di strumenti creditizi tradizionali da parte delle banche generaliste nel supporto finanziario alle aziende, sia a seguito della volontà da parte del sistema creditizio di migliorare gli indicatori patrimoniali, vòlti a contenere i rischi o quantomeno gli assorbimenti patrimoniali degli impieghi degli operatori meno dotati di merito creditizio. L'andamento resterà in ogni caso condizionato dalla dinamica della qualità creditizia, variabile chiave per il mercato bancario in anni di congiuntura complessa. Qualora gli ottimi segnali registrati dalla Banca su questo fronte dovessero essere ulteriormente confermati nel tempo, l'azione del Gruppo sul mercato del credito alle PMI ne risulterà avvantaggiata con positivi riflessi sia sulla disponibilità della Banca a rafforzare ulteriormente il proprio impegno, sia sulla redditività degli interventi al netto del costo del credito.

Nel settore dei Crediti Non Performing (DRL) continuerà l'attenzione verso i portafogli di crediti vantati verso famiglie consumatrici che gli originators destineranno al mercato. L'esito delle gare sarà condizionato anche dall'attenzione che operatori internazionali riserveranno alle offerte e ai prezzi che si formeranno.
L'azione di sviluppo della Banca nei confronti delle cedenti per l'acquisto di portafogli, resterà comunque assidua e la presenza sarà confermata in ogni comparto, anche continuando gli approcci innovativi diretti ad anticipare gli interventi rispetto ai tempi tradizionali. Il ciclo di vita dei portafogli di crediti in gestione è particolarmente lungo e questo, in funzione del tempo dei rendimenti, pone la Banca nella condizione di creare valore per tutti gli stakeholder coinvolti nella business unit. Ciò presuppone una gestione attiva e dinamica dei diversi portafogli, a seconda delle opportunità che si presentano nel mercato.
Sul fronte della gestione dei Crediti Non Performing la cessione del significativo portafoglio cambiario generato secondo modalità in progressiva contrazione, avvenuta nel quarto trimestre 2014, dovrebbe rappresentare uno spartiacque che consentirà la migliore focalizzazione all'attività. L'attenzione alla sostenibilità del debito, la possibilità di dilazionare i pagamenti ai debitori e l'attivazione di un dialogo continuativo da realizzare a costi contenuti, rappresenteranno con ogni probabilità le variabili chiave per incrementare l'incasso e la profittabilità del comparto, che opera in un ambiente sociale particolarmente colpito dalla congiuntura. Nel settore, l'attivazione di nuovi strumenti di gestione e incasso delle posizioni, assieme alla necessaria prudenza nella rilevazione dei flussi di cassa attesi, ha influenzato temporaneamente la dinamica dei risultati dell'area di business. L'accelerazione attesa resta condizionata, oltre che dal perdurare della congiuntura avversa, anche dalla complessità dell'implementazione delle nuove tecniche di recupero, spesso idonee a migliorare sensibilmente la qualità dei portafogli di proprietà della Banca con impatti contabili di forte diluizione temporale, a seguito di policy di rilevazione della marginalità particolarmente stringenti.

L'operatività sui Crediti Fiscali, molto dipendente dai tempi di rimborso da parte dell'Erario, vede la Banca particolarmente attiva in acquisizioni di crediti anche di dimensione significativa, in considerazione della buona redditività ritraibile nel medio termine da questi investimenti.

Continuerà lo sviluppo dei due marchi del Gruppo Credi Impresa Futuro e CrediFamiglia, realtà dedicate rispettivamente al finanziamento alle imprese che operano nel mercato domestico e alla risoluzione dei debiti finanziari delle famiglie. Entrambi i marchi vedranno un'ulteriore crescita generata dalla sempre più matura presenza sul web e, in particolare per Credi Impresa Futuro, dalle veloci modalità di contatto sviluppate per il dialogo con la clientela.

Sul fronte della raccolta retail, la contrazione dei tassi attivi riconosciuti alla clientela per effetto delle variazioni sul mercato ha condotto, e continuerà a condurre, ad una ulteriore significativa contrazione nel costo medio del funding anche per effetto della scadenza di depositi vincolati contratti a tassi di interesse più elevati. Il valore assoluto della raccolta è in lieve controllata contrazione rispetto a livelli molto elevati di partenza e non è opportuno concentrare azioni nell'incremento del funding retail, a pena di squilibri economici valutati non necessari nell'attuale scenario.

Le attuali dinamiche dei tassi di mercato hanno reso non più opportuna per la Banca la continuazione della politica di acquisto di titoli governativi cessata a fine 2013. Il portafoglio continuerà a contrarsi nel tempo per effetto della raggiunta maturità delle scadenze. Il rifinanziamento presumibilmente continuerà ad avvenire a costi di raccolta nell'intorno allo zero.

Infine, la Banca continuerà a valutare ulteriori nuove opportunità che dovessero presentarsi nel mercato.

In considerazione di quanto sopra è ragionevole prevedere per il Gruppo un andamento positivo della redditività per il 2015.


Dichiarazione del dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari

Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Carlo Sirombo, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili della società.
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