Al Teatro Titano di San Marino "I Macbeth" traduzione e riduzione da Shakespeare di Francesco Niccolini

Regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)


I MACBERH, Enzo Vetrano e Stefano Randisi, attori, autori e registi teatrali in sodalizio artistico dal 1976, al Teatro Titano di  San   con uno spettacolo che, ispirandosi, molto liberamente nei contenuti ma rispettoso nella forma scenica e nel linguaggio, alla tragedia di Shakespeare, conquista, lascia il segno e offre un motivo di inquietudine su cui riflettere.

 Ispirandosi alla tragedia di Shakespeare, Francesco Niccolini, Enzo Vetrano e Stefano Randisi immaginano l'estrema confessione della coppia di amanti, preda dell'orrore dei crimini che hanno commesso.

 "Nell'accostarci alla riduzione del Macbeth che Francesco Niccolini ha scritto per noi", annotano i registi, "ci siamo chiesti come rendere vero e comprensibile l'orrore e l'efferatezza dei crimini compiuti da Macbeth e dalla Lady. Come raggiungere il cuore della complicità, dell'ossessione, della perdita di coscienza che può portare due individui a compiere un assassinio e poi un altro, un altro e un altro ancora". 

"In un luogo di cura, di espiazione, di catarsi, abbiamo immaginato quattro assassini che, attraverso le parole infuocate dell’antica Lady, le esitazioni inquiete del suo nobile consorte, le domande senza risposta che si inseguono nel Macbeth, cercano di ricucire i frammenti di una memoria recente, per trovare un filo logico e un perché plausibile al crimine efferato che hanno compiuto" (Enzo Vetrano e Stefano Randisi).

 

In scena Enzo Vetrano, Raffaella d’Avella, Giovanni Moschella e Giulio Germano Cervi (che si alterna a Randisi, attore già visto nel Godot dei due registi) ripercorrono drammi e sofferenze in un teatro dell’Assurdo, certo, ma anche dialogo fra contemporaneità e dramma letterario, dove protagonista è la parola detta, recitata, diretta, che ricompone pezzi di un racconto che intreccia orrore a orrore.

 L'orrore di stanze vuote dove Macbeth e Lady Macbeth intraprendono la loro impresa sanguinaria, il sangue diventa simbolo della loro colpa, ed essi iniziano a sentire che i crimini commessi hanno gettato su di loro una macchia indelebile.

“Che mani sono queste qui? Ah! esse mi strappano gli occhi! Tutto l'oceano del grande Nettuno potrà lavar via, interamente, questo sangue dalla mia mano? No, piuttosto, questa mia mano tingerà d'incarnato i mari innumerevoli, facendo del verde un unico rosso!” esclama Macbeth dopo aver ucciso Duncan, nonostante le ammonizioni della moglie che lo rassicura: “Un po' d'acqua ci farà mondi di quest'atto” .


Il sangue simboleggia la colpa simile a una macchia indelebile impressa sulla coscienza sia di Macbeth che di Lady Macbeth, una macchia che li perseguiterà fino alla morte.  Lady Macbeth complice dell' omicidio di Re Duncan di Scozia e di altri misfatti, cerca disperatamente di lavare la macchia di sangue immaginaria - i sensi di colpa - sfregandosi/lavandosi ripetutamente e freneticamente le mani.

 E così il ricordo della giovane donna uccisa con pugnale e pietre, ieri come oggi, che spinge il giovane, tornato a casa con i genitori fortunatamente ancora nel sonno, a lavarsi, segnando una relazione intrinseca tra "pulizia morale" e "pulizia fisica".

Tante domande aperte, dunque, su quali siano i fattori, interiori o esterni, che innescano la violenza efferata e insensata della quale spesso si legge sui giornali, e che trasformano l'uomo o la donna della porta accanto in brutali assassini.

Uno spettacolo senza fine, che stimola riflessioni, come succede, ad esempio, Domenica 17 Marzo Domenica 17 Marzo 2024, ore 18.30 all'ITC Lab di  San Lazzaro di Savena (BO), con l'Incontro "Ossessione e stragi, dai classici alla cronaca nera", nel quale Enzo Vetrano e Stefano Randisi dialogano con Marcello Fois (scrittore) e un gruppo di ragazzi e ragazze tra i 15 e i 25 anni
Modera Oliviero Ponte di Pino / Ateatro .


Teatro Titano San Marino

Arca Azzurra 
i Macbeth
traduzione e riduzione dal Macbeth di Shakespeare di Francesco Niccolini
drammaturgia Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Giovanni Moschella, Raffaella d’Avella e Francesco Niccolini
Con Enzo Vetrano, Raffaella d’Avella, Giovanni Moschella e Giulio Germano Cervi
Regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi

Ufficio Stampa