NAPOLI ORDINE GIORNALISTI CAMPANIA FORMAZIONE OBBLIGATORIA FA TAPPA ALLA FIERA DEI BENI COMUNI DEL CSV. (Scritto da Antonio Castaldo)

Seminario per la obbligatoria formazione dei giornalisti su “Informazione come Bene Comune nel rispetto della deontologia; disagio minorile e relazione con al comunità”introdotto dal Presidente OdG Ottavio Lucarelli.
Napoli, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) L’Ordine dei Giornalisti della Campania, presieduto da Ottavio Lucarelli, sta portando a compimento il primo triennio di formazione obbligatoria dei suoi iscritti. Fra gli ultimi appuntamenti c’è quello svolto a Napoli nella mattinata di sabato, lo scorso 12 novembre, presso il Complesso San Domenico Maggiore e dentro la “Fiera dei Beni Comuni”, del CSV inerente il volontariato, il terzo settore e la solidarietà in Italia. Al seminario per la formazione professionale dei giornalisti su “Informazione come Bene Comune nel rispetto della deontologia; disagio minorile e relazione con al comunità” hanno dato il contributo, nella fase introduttiva, Francesco Gravetti e Walter Medolla, dell’Area Comunicazione CSV Napoli; Ottavio Lucarelli, Presidente OdG Napoli; i relatori, Gianluca Guida, Direttore dell’Istituto Penale per Minorenni di Napoli, Nisida; Isaia Sales, Docente di Storia delle mafie dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Il presidente dell’Ordine, Ottavio Lucarelli, ha anticipato la positiva prossima conclusione del percorso formativo dei giornalisti in Campania come previsto dalla legge. Ancora alcune tappe per la fine del 2016 e si chiuderà il primo triennio che chiede la raccolta di 60 crediti complessivi ad ogni giornalista “fra i quali ad oggi c’è chi ha raggiunto il record personale di 800 crediti: Luigi Carlino da Salerno”.
Le relazioni sono state precedute dalla presentazione del reportage video di 4’, a cura di Francesco Gravetti e Walter Medolla, girato a Nisida presso la struttura carceraria per minori il cui direttore, Gianluca Guida, ha affermato “Oggi è attraverso i media che si formano questi ragazzi, anche con la carta stampata, la cronaca, le foto di chi è stato arrestato o ucciso. I ragazzi di Nisida rispondono con la pancia. E con uno spot da loro realizzato, per far capire come si diventa devianti, hanno presentato una maglietta con un buco al centro, dove sono entrati con al telecamera e fatto vedere quello che succedeva loro con lo spaccio, i crimini, la violenza. Il vuoto esistenziale, l’assenza di senso che viene percepita a livello primordiale attraverso un buco. La loro vita -ha puntualizzato il direttore Guida- è come le montagne russe: intensità di vita, scarica di adrenalina. Ma il reato non è mai improvviso, c’è sempre un’attesa, una predisposizione, una salita lenta, un arrivo e la vita che ti frega, mentre si ha l’impressione che nulla ti potrà succedere. Ma la montagna russa dopo il piano presenta la discesa, l’adrenalina in pancia e l’illusione che si può rifare. Da vincente ci si ricarica per la prossima esperienza. Questi ragazzi non hanno empatia, compassione, amicizia e vanno presi in carico, in cura, per un mondo che non è più primordiale ”.
Con la sua pregnante relazione il professore Isaia Sales ha toccato vari punti: “Rispetto alle altre realtà, la situazione a Napoli è più aperta, è più fluida, più partecipativa. I ragazzi possono prendere lo scettro in un frangete storico talmente complicato che ci è difficile inquadrare. C’è assoluta continuità fra dentro e fuori, i ragazzi che entrano a Nisida all’uscita trovano quello che hanno lasciato. A Napoli, ci sono donne capo nella camorra ma nella mafia no. I mariti in galera lasciano il posto alle moglie e non si fidano di altri. A Nisida aumentano gli ingressi delle donne. Ma in 200 anni Napoli non è cambiata, c’è scarsissima mobilità sociale e per la plebe la violenza resta l’unica forma di potere. Viene guardato con diffidenza chi addita il contesto sociale come origine di tutto ciò ed è percepito come un buonista il quale non capisce che è la repressione che deve essere fatta. Alla pena bisogna aggiungere le opportunità e far sì che uscendo fuori non ritornino al loro mondo. Oggi la situazione è frutto di 20 anni di assenze di politiche sociali e chi vuole fare investimenti è preso per pazzo o non ha le risorse. Il feudalesimo non è scomparso, c’è lunga continuità dei fenomeni storici. Non è che lo Stato moderno nasce, si diffonde e tutti lo riconosco. Ci sono ordini altri che continuano a vivere in presenza dell’ordinamento statuale. Le mafie hanno ordine, regole, tasse proprie che non si riconoscono nell’ordinamento generale. Per me -ha concluso il professore Isaia Sales- le mafie sono ordinamenti parastatali che non sono contrapposti allo Stato ed hanno imparato che non bisogna contrapporsi ma allearsi con la classe dirigente. Ma la lunga abitudine alla violenza si fonda sull’ideologia che “tutto è lecito per sopravvivere”. Per tolleranza ed equilibro esistenti la città non è mai esplosa e non ci sono mai state vere e proprie ribellioni sociali. Questi minori cosiddetti baby camorristi, è utile chiamarli così? Sono giovani criminali? E le parole ancora non sono sufficienti ma di sicuro è criminalità sociale, ma è troppo comodo dire che l’abbiamo nel sangue. La cultura è un formarsi di qualcosa che poi incide nel contesto. Prima esisteva un’ascensore sociale, c’era un futuro, oggi ci sono sproporzionate opportunità illegali”.
Infine Maurizio Pallante ha illustrato la “Decrescita felice come prospettiva filosofica che non significa rinuncia ma intelligente scelta”, nel rispetto dei beni comuni e loro gestione condivisa, nella consapevolezza, di nuovi stili di vita, comportamenti consapevoli. Fra i numerosi partecipanti il primatista dei crediti formativi, Luigi Carlino ed il collega Antonio Castaldo che ha sottolineato come ogni volta “questi preziosi aggiornamenti hanno dato l’occasione di conoscere o riscoprire luoghi del patrimonio storico e culturale della Campania come oggi presso i Domenicani, e precedentemente del mondo universitario di Napoli e Salerno, della comunicazione e dei mass media come la Rai di Napoli, anche della variegata ed interessante realtà periferica, Casoria, Nola, Cancello Arnone. Ogni volta abbiamo riscontrato l’alta offerta formativa prodotta da testimoni della professione giornalistica e da rappresentanti del mondo accademico e della ricerca. Grazie alla gratuita disponibilità dell’Ordine dei Giornalisti della Campania e del costante ed instancabile accompagnamento del Presidente Ottavio Lucarelli”.


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