“Plautus Festival 2016” a Sarsina (FC). Direzione artistica di Cristiano Roccamo

Tra luglio e Agosto tredici appuntamenti nella città plautina. "Le supplici di Eschilo in prova" di Moni Ovadia e Mario Incudine, giovedì 4 agosto
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Nella suggestiva Arena Plautina, ai piedi del borgo medioevale di Calbano e a pochi passi dal centro storico di Sarsina, torna anche quest’anno la rassegna teatrale estiva dedicata a Tito Maccio Plauto, nato proprio a Sarsina nel II secolo a.C. e diventato una delle voci più autentiche della cultura latina del suo tempo, nonché una duratura fonte d’ispirazione per i commediografi delle generazioni e dei secoli successivi, fino alle soglie del mondo contemporaneo, alla commedia rinascimentale e alla commedia dell’arte, al grande teatro classico francese e all’opera buffa del Settecento e dell’Ottocento.

Il cartellone di questo “Plautus Festival 2016” propone tredici appuntamenti, concentrati in poche settimane tra luglio e agosto, che vedranno sulla scena drammi antichi e forme teatrali moderne e si muoveranno tra riflessioni e provocazioni, il tragico e il grottesco, le rielaborazioni dei miti antichi e l’attualizzazione dei personaggi diventati emblemi del nostro immaginario grazie ai “mostri sacri” del teatro come Eschilo, Sofocle, Shakespeare, Molière, Pirandello, Testori, e ovviamente Plauto.

Un capolavoro plautino - “Mostellaria, ovvero La commedia del fantasma” - sarà rappresentato a Sarsina in prima nazionale domenica 21 agosto, il giorno della chiusura del Plautus Festival. Sotto la direzione di Cristiano Roccamo, saliranno in scena gli attori del Laboratorio Teatrale di Plautus nell’inedita veste di Master Class: infatti, verranno chiamati a raccolta i migliori attori che si sono succeduti negli anni di laboratorio per dar vita ad un cast d’eccezione e ai personaggi di Plauto, personaggi sempre molto impegnativi perché estremamente dettagliati e dinamici, comici e irriverenti per scatenare la risata ma anche ben definiti dal punto di vista psicologico e caratteriale, fino a diventare rappresentanti dell’animo e del genere umano, specchio della società del tempo e forse delle società di tutti i tempi.

La “Mostellaria” è una delle più note commedie plautine, fa parte del ciclo della beffa basato sull’intreccio comico dove il motore degli eventi è l’inganno. Un’altra commedia di Plauto altrettanto conosciuta e costruita invece attorno all’espediente del doppio è il “Miles Gloriosus”, un’articolata e divertente storia che ruota attorno ad un personaggio vanesio e fanfarone, che a Sarsina verrà allestita dal Teatro Europeo Plautino domenica 24 luglio, sempre con la regia di Cristiano Roccamo, con la presenza di Ettore Bassi, Corrado Tedeschi e Justine Mattera nel ruolo dei protagonisti e con sottofondi musicali di impronta mediterranea, creati grazie alla collaborazione con Sara Castiglia.

Un altro spettacolo che usa la musica come linguaggio universale spazio-temporale, portando sulla scena la voce di strumenti antichi contaminati con la world music, il folk, i canti contadini siciliani e le musiche mediorientali e africane, è firmato da Moni Ovadia e da Mario Incudine, quest’ultimo autore anche delle musiche e sulla scena nel ruolo di cantastorie. Si tratta di “Le supplici di Eschilo in prova”, in scena all’Arena Plautina giovedì 4 agosto: un innovativo e dirompente adattamento delle “Supplici” di Eschilo che qui assumono il tono di un’arcaica o mistica ballata senza luogo e senza tempo e nello stesso momento di un musical corale tutto contemporaneo, che però esalta anziché azzerarla l’intonazione classica e il senso di orazione civile rappresentata dal coro. Le Supplici di Eschilo facevano parte di una trilogia composta da Supplici, Figli di Egitto e Danaidi: la storia è quella delle cinquanta figlie di Danao - la cui presenza scenica a Sarsina è garantita dalle giovani leve dell’Accademia dell’Inda “Giusto Monaco” - che si ribellano al matrimonio loro imposto con i cinquanta cugini e dall’Egitto fuggono verso Argo per chiedere asilo; all’Argo verranno accolte dal re Pelasgo - interpretato dallo stesso Moni Ovadia - in pieno accordo con il suo popolo che voterà per l’asilo. Impossibile non pensare ai migranti di oggi, in fuga dalle dittature, dalle guerre o dalla fame, che chiedono asilo alle coste salvifiche dell’Europa, o a una certa continuità della storia del Mediterraneo per quanto riguarda il tema della libertà della donna o il tema dell’accoglienza che, zoppicante, costringe a “supplicare” per un diritto una volta garantito dalla Bibbia (“amerai lo straniero”), poi dalle parole di Cristo (“ciò che fai allo straniero lo fai a me”) e oggi sancito dalla “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”.

Un’altra rivisitazione del teatro antico in direzione dell’adeguamento allo spirito moderno e alla cultura del nostro tempo è lo spettacolo “Il complesso di Antigone” dell’autore e regista Johannes Bramante, con Francesca Accardi e Sarah Nicolucci della giovane Compagnia Coturno 15 nei ruoli di Antigone e di sua sorella Ismene. Nella drammaturgia di Bramante le due sorelle sono trasportate nel XXI° secolo, in una società medio-orientale benestante; resta invariata la loro quotidianità da ragazze privilegiate ed anche il dilemma di Antigone, ovvero la scelta tra un’appartenenza che sacrifica gli affetti e gli affetti che tradiscono l’appartenenza culturale, ma il resto della storia è volutamente contorto: Polinice, nella tragedia originale di Sofocle fratello di Antigone, qui diventa suo fidanzato e da nemico di Tebe si trasforma in nemico dell’intero Occidente, ossia in un terrorista dell’Isis. Dunque Antigone, personaggio sofocleo per eccellenza, capace di opporsi alle leggi dello Stato in nome di valori non scritti ma superiori ad ogni norma scritta, non agisce più all’interno di un sistema socio-culturale che non vuole abbandonare ma semplicemente rendere migliore, dando una degna sepoltura alle spoglie del fratello morto: qui si trova a confrontarsi con dei fatti di cronaca più che violenti, più che sanguinari, che coinvolgono l’umanità intera e il rischio è quello di essere catapultata fuori da un qualsiasi sistema di valori. Con questo spettacolo, in scena sabato 16 luglio, il Plautus Festival si sposta all’interno del Museo Archeologico Nazionale Sarsinate.

Al Museo Archeologico, domenica 31 luglio, sarà rappresentato anche “Edipus” di Giovanni Testori, per la regia di Leo Muscato e con Eugenio Allegri, l’unico protagonista che assume tutti i ruoli di questa tragedia, fino a “liquidarla”. L’Edipus di Testori è la messa in scena di un conflitto tra padre e figlio, dove il figlio è un portatore inconsapevole di valori alternativi a quelli che la cultura tradizionale ha instaurato e che lui non è disposto a ereditare. La sua rivalsa è il nucleo tematico dell’intero spettacolo, il suo ritorno al grembo materno vuole significare la ritrovata simbiosi con la natura e i suoi cicli. Eugenio Allegri, sperimentatore linguistico e interprete tra i più raffinati delle scene teatrali italiane, è bravissimo a dare corpo a questo straordinario testo di Testori, strapieno di invenzioni folgoranti, che miscela alto e basso, classico e contemporaneo, aulico e scurrile.

Tornando invece a Eschilo, il Festival offre anche la sconcertante attualità di “Agamennone” di Fabrizio Sinisi, giovane finalista al Premio Riccione 2015, che focalizza l’azione dell’opera eschilea su una serie di scontri dialogici per indagare la natura primitiva dell’amore, gli abissi del desiderio e del potere, la follia che si tramuta in violenza. È il penultimo appuntamento del Festival, mercoledì 17 agosto, e vede sulla scena dell’Arena Plautina un Agamennone stanco e disincantato, una Cassandra che vive nel profondo, alla radice delle cose, una Clitemnestra che trasforma il lutto in furore e un Coro che fa da sfondo dell’esistente: la città e la politica e dunque la paura e lo scandalo come contraltare degli orrori della guerra, di cui tutti in fondo sono vittime.

Info:

Arena Plautina
Località Calbano, 42 - 47027 Sarsina
0547 69 81 02 - [email protected] - www.plautusfestival.it
Ufficio Stampa
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