Sclerosi Multipla: il commento del professor Zamboni allo studio canadese anti-CCSVI

Lo studio di Hamilton presenta problemi tecnici che lo rendono non utilizzabile. Zamboni spiega il perché su PlosOne
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Trieste, (informazione.it - comunicati stampa - scienza e tecnologia) Negli ultimi giorni la stampa estera e anche quella italiana (http://www.repubblica.it/salute/medicina/2013/08/14/news/sclerosi_multipla_studio_canada_contro_teoria_zamboni-64772980/) ha dato ampio spazio ai risultati negativi di uno studio canadese pubblicato sulla rivista scientifica Plos One ed intitolato "Evidenze contro il coinvolgimento di anomalie venose croniche cerebrospinale nella sclerosi multipla. Uno studio caso-controllo".

In merito il prof. Paolo Zamboni e il dr. Mirko Tessari del Centro Malattie Vascolari dell'Università di Ferrara, coloro che hanno scoperto nel 2007 la CCSVI, hanno inviato alla rivista il seguente commento che è già stato pubblicato:

"Caro Direttore,
abbiamo letto con interesse l'articolo pubblicato da Rodger e coautori "Evidenze contro il coinvolgimento di anomalie venose croniche cerebrospinale nella sclerosi multipla. Uno studio caso-controllo" (Plos One agosto 2013, Volume 8, Numero 8, e72495). Come correttamente riportato, nel 2009 abbiamo descritto la presenza dell'insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) in pazienti con sclerosi multipla (SM), accertata con l'ecocolordoppler (ECD) e confermata dalla venografia con caterere. I risultati ottenuti dai ricercatori canadesi sono esattamente agli antipodi di quello che noi abbiamo trovato, in quanto non sono stati in grado di dimostrare alcuna anomalia del flusso venoso nei pazienti con SM studiati sia con l'ECD che con la MRV. Discutiamo brevemente qui di seguito sul perché la metodologia adottata dagli autori può portare ad una così forte discrepanza nel confrontare i risultati.
i) Per quanto riguarda la metodologia ECD, siamo rimasti molto sorpresi che gli autori non siano riusciti ad utilizzare la metodologia aggiornata di recente raccomandata da un consenso internazionale per migliorare la riproducibilità del protocollo ECD. L'unica meta-analisi di tutti i report dal 2005 a giugno 2011 ha dimostrato una forte prevalenza della CCSVI nella SM, ma con marcata eterogeneità tra gli studi. Per evitare questo e per rendere gli studi più confrontabili, dopo giugno 2011 sette società scientifiche internazionali hanno sviluppato un protocollo tecnicamente dettagliato, eppure non citato.
ii) Contrariamente al protocollo raccomandato, siamo rimasti colpiti nello studio Rodger dall'assenza di qualsiasi analisi in M-mode per indagare il criterio # 3. Il modello ECD in M-mode è indispensabile per individuare gli ostacoli endoluminali e le valvole mobili e fisse, che rappresentano la maggioranza delle anomalie venose della CCSVI. Nella figura 1 la motilità di una valvola di un soggetto normale è ben evidente rispetto ad un paziente con CCSVI e SM. Questo rappresenta un ostacolo intraluminale portando a dei blocchi di flusso e/o a un flusso bidirezionale raffigurato nella figura 2 e visto da diversi autori, ma, purtroppo, mai rilevata nel sondaggio riportato dagli autori.
iii) Per quanto riguarda la metodologia di MRV siamo stati nuovamente sorpresi dal focus delle indagini nella regione superiore e mediana del collo, dove non sono mai state rilevate in condizione di CCSVI differenze significative nel portata del flusso giugulare. Al contrario, numerosi report hanno misurato significative limitazione della portata del flusso giugulare, flusso aumentato attraverso le collaterali, e stenosi extraluminali nella parte inferiore del collo, esattamente dove Rodger e gli altri non hanno effettuato alcuna valutazione."

Fonti:
http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0072495
http://www.plosone.org/attachments/pone.0072495.comment1.pdf
Ufficio Stampa
Alessandro Rasman
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