Assoedilizia: cedolare secca per locazioni ad uso diverso dall’ abitativo

Fonte: Giornale Informazione Quotidiana.
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni) Assoedilizia: cedolare secca per locazioni ad uso diverso dall’ abitativo – Presidente Achille Colombo Clerici agli Stati Generali della Regione Lombardia “Dillo alla Lombardia ” 24 febbraio 2017-

A s s o e d i l i z i a

Il Presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici e’ intervenuto in data odierna agli Stati Generali della Regione Lombardia “Dillo alla Lombardia ” 24 febbraio 2017 –
Assoedilizia: cedolare secca per locazioni ad uso diverso da quello abitativo.

Sintesi dell’intervento

Nell’organizzare o nel riorganizzare ordinatamente la vita nel territorio e nelle citta’ occorre ragionare in una doppia dimensione.
La dimensione del futuro che preveda l’incidenza delle nuove tecnologie ( pensiamo solo alla mobilita’ elettrica ed alla mobilita’ automatica ); e la dimensione della tradizione.
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Sempre piu’ si sta facendo largo l’idea che il reticolo commerciale di base (gli esercizi retail diffusi ) abbia una rilevante funzione sociale, come fattore sia di aggregazione della comunita’, sia di presidio del territorio non solo sul piano dell’ ambiente fisico ( degrado della citta’, sicurezza ambientale, pulizia, inquinamento, decadimento degli edifici ), ma anche di quello etico-sociale, fino al contrasto alla microcriminalita’.
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Oggi la crisi delle attivita’ commerciali si localizza per aree urbane, e sovente addirittura per singole vie.
( Non parliamo ovviamente delle zone del lusso, dove le dinamiche sono differenti)

Tra le cause annoveriamo:

– la complessa e critica situazione economica generale
– la trasformazione delle modalita’ di vita della popolazione
– l’automazione
– le trasformazioni nella organizzazione della rete distributiva.
La grande distribuzione, mentre da un lato razionalizza il settore, anche sul piano dei costi per il consumatore, d’altro lato sovente condanna all’estinzione esercizi commerciali tradizionali, che magari forniscono prodotti speciali di nicchia, livellando al basso molte eccellenze.
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– Occorre disegnare un nuovo ruolo del commercio nello sviluppo delle citta’.
Milano e’ antesignana.

Sensibile a queste problematiche che coinvolgono il tema piu’ generale della rigenerazione urbana, il Comune di Milano sta redigendo, oltre alle Varianti del piano dei servizi e di quello delle regole, un nuovo Documento di piano di governo del territorio, in cui, fra gli indirizzi generali, si parla dell’esigenza di ” favorire il ruolo del commercio come opportunita’ per incentivare l’attrattivita’ urbana e rivitalizzare ambiti carenti di servizi” ( deliberazione della Giunta Municipale di Milano del 22/12/2016 ).

Una particolare attenzione anche da parte della Commissione europea e delle Regioni. L’assessore regionale allo Sviluppo economico della Lombardia Mauro Parolini ha avviato un progetto – attivando le risorse europee – per sostenere in particolare le piccole imprese la cui percentuale di mortalità è troppo alta, una su tre. Molti i campi di attuazione: dalla trasformazione delle librerie in crisi in caffè letterari; all’aggiunta di una nuova funzione per le edicole che diventano anche centri di informazione turistica; alle agenzie di viaggio da mettere in rete. Di particolare interesse la riapertura di negozi sfitti (l’esperimento riguarda per ora una settantina di paesi e cittadine lombardi) grazie ad accordi tra i commercianti e i proprietari degli immobili: a titolo di contributo per interventi di innovazione a sostegno e rilancio delle attività di commercio sono stati stanziati 3,2 milioni di euro.

– Ma occorrono modifiche anche alle leggi statali.
Maggiore flessibilita’ della legge regolatrice del rapporto di locazione commerciale che risale al 1978 ( equo canone ) e che contiene una serie di prescrizioni inderogabili, che riguardano il contenuto normativo del contratto.

– La derogabilità delle norme della legge dell’equo canone in tema di usi diversi è oggi prevista, ma solo per le locazioni aventi canone annuo superiore a 250 mila euro. Il principio è già stato introdotto – perciò
si tratta di estenderlo a tutte le locazioni ad uso diverso (si tratta del Decreto “Sblocca – Italia”, convertito nella legge 11 novembre 2014, n. 164 e in vigore dal 12 novembre 2014)

– la derogabilità dell’ aggiornamento Istat al 75% è già prevista per il caso di contratti di durata superiore ai 6 anni (a parte il rinnovo degli ulteriori 6) ( art. 32 della legge 392/1978, come modificato dalla legge 14/2009 in vigore dal 1 marzo 2009) anche qui si tratta di estenderla

– gli accordi di riduzione del canone sia per tutta la durata del contratto sia per un periodo limitato sono esenti da imposta di bollo e di registro (per quanto vadano registrati) ex articolo 19 del D.L. n.
133/14 in vigore dal 12.9.2014 ma ciò non basta.

Queste norme però evidenziano che il legislatore è conscio del problema, ma è timido nell’affrontarlo.

Le rigidita’ dello schema contrattuale e le criticita’ economico-fiscali finiscono per scaricarsi anche sull’entita’ dei canoni di locazione.
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Per quanto riguarda la posizione fiscale delle parti, nella locazione commerciale, c’e’ un forte sbilanciamento: perche’ la normativa tributaria, mentre favorisce le nuove intraprese imprenditoriali ( es. Start up ), nulla prevede per il proprietario dell’immobile, il quale, affittando al nuovo imprenditore, indirettamente assolve ad una funzione sociale nel “finanziarne” l’attivita’: paga le imposte immobiliari senza sconti , anzi addirittura anche quando non percepisce alcun reddito perche’ l’inquilino e’ insolvente.

Assoedilizia chiede per i proprietari l’istituzione della cedolare secca sui canoni percepiti.
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