LA MONTAGNA, L’AVVENTURA E IL DRAMMA: IL K2 PROTAGONISTA DEL FILM DI NICK RYAN

Su laeffe il racconto della drammatica spedizione del 2008 e della conquista della vetta da parte degli alpinisti italiani nel 1954 con la testimonianza di Walter Bonatti
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - spettacolo) A pochi giorni dalla nuova conquista del K2 da parte della spedizione italo-pakistana, che ha portato in vetta gli italiani Tamara Lunger, Nikolaus Gruber e Michele Cucchi, e a 60 anni esatti dall’impresa firmata da Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, laeffe (canale 50 DTT e tivùsat, 139 di Sky) torna a raccontare questa affascinante e pericolosa montagna con il documentario The Summit K2, in prima visione assoluta mercoledì 30 luglio alle ore 21.10.

Il film del regista irlandese Nick Ryan ripercorre una delle più drammatiche ascese alla mitica montagna, ricordata anche come “il disastro del K2”. Il primo agosto del 2008, 25 alpinisti partono alla conquista della cima di uno dei massicci più alti al mondo, secondo solo all’Everest; di quei 25 uomini, solamente 11 ripercorreranno la via del ritorno, tra loro l’italiano Marco Confortola a cui vengono amputate però tutte le dita dei piedi.

Ryan rivive la drammatica vicenda per intero, andando ad intervistare sul posto i sopravvissuti e i parenti delle vittime, per restituire il racconto non solo della tragedia umana, ma anche quello della “Montagna selvaggia”, tristemente famosa per inghiottire nei suoi crepacci colore che cercano di scalarne, sono riusciti infatti ad arrivare alla meta una media di un alpinista su quattro. 95 minuti incalzanti, a tratti al limite della commozione, a tratti duri come il ghiaccio che ricopre il K2 come una corazza, per cercare di capire cosa spinge uomini e donne a rischiare la propria vita per un respiro, senza ossigeno, sulla vetta del mondo.

Il documentario, vincitore del premio per il miglior montaggio al Sundance Film Festival e selezionato al Sundance London Film and Music Festival nel 2013, utilizza per lo più riprese originali girate durante la fatidica salita, e ricostruisce ex novo solo per il 20% i momenti drammatici della scalata, per indagare cosa accadde nella notte, in quella “zona morta”, dove gli uomini si muovevano nel vuoto, sospesi a 8.000 metri dal suolo. Inoltre, il film propone la testimonianza di Walter Bonatti che ricorda le tappe della spedizione italiana del lontano 1954, quando i nostri alpinisti conquistarono per primi la vetta del K2.
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