Laura Mariani racconta il proprio sguardo nel teatro, all’interno del programma di Anno Solare - Santarcangelo Festival

Per il ciclo di incontri teatrali “Memorie dal sottosuolo”
Forlì, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) La studiosa bolognese partecipa al ciclo di incontri teatrali “Memorie dal sottosuolo”, all’interno del programma di Anno Solare, e racconta il suo incontro con l’Odin Teatret

Prosegue lunedì 7 maggio alle 20.30 al Lavatoio il ciclo di incontri Memorie dal sottosuolo. Il teatro raccontato da spettatori speciali, terzo segmento di Anno Solare – programmazione teatrale a cura della direzione artistica del Festival di Santarcangelo. Ai protagonisti dei quattro incontri è stato chiesto non già di tenere una lezione, bensì di raccontare la propria personale esperienza di spettatori di fronte alla rivoluzione che l’incontro col teatro ha provocato in loro. Il ciclo, che ha visto il primo appuntamento in aprile con Fausto Malcovati, proseguirà fino a giugno.

Laura Mariani ha scelto di raccontare il proprio sguardo sull’Odin Teatret e di farlo attraverso il lavoro di una delle attrici della storica compagnia, Roberta Carreri, immortalandola nel momento in cui creò, nel 1987 insieme al regista Eugenio Barba, l’assolo Judith. Come studiosa, a colpirla particolarmente, oltre all’intensità emotiva, fu la genesi del lavoro, che aveva visto l’attrice-autrice attraversare diverse fasi intrecciando gli assiomi della danza Buto con la storia personale, con la poesia e con le determinanti indicazioni iconografiche e drammaturgiche del regista pedagogo.

La Mariani parlerà di Judith come di uno spettacolo sull’amore e sull’assenza, e come di un processo creativo emblematico per la costruzione del personaggio. S’intrecceranno nella sua ricostruzione evocazioni e note biografiche, analisi teorica e coincidenze speciali, tra cui i materiali del film incompiuto di Torgher Weital, altro attore fondatore dell’Odin e compagno d’arte e di vita di Roberta Carreri scomparso l’anno scorso (il montaggio del film sarà portato a termine da Niels Pagh Andersen).

“Dopo aver frequentato teatri per più di quarant’anni nella mia mente si nascondono tante immagini significative, che possono anche essere riattivate da nuove esperienze spettatoriali. Non un singolo spettacolo ha costituito uno spartiacque di cambiamento, ma più spettacoli hanno costruito questa sorta di magazzino interiore insieme al mio bagaglio di storica del teatro. Ho scelto l’Odin Teatret perché ha segnato la mia scoperta del teatro come questione di vita. Ho scelto questo spettacolo per la sua intensa teatralità, per il piacere che ho provato vedendolo e ripensando i frammenti in cui le emozioni schizzavano; e per lo choc che mi ha provocato come studiosa: quando in un incontro ho appreso che il personaggio di Judith era arrivato a uno stadio avanzato del lavoro dell’attrice con il regista, Eugenio Barba”.

Questa scelta permetterà di ridare luce a uno dei gruppi che ha scritto la storia del teatro di ricerca europeo, attingendo da fonti orientali e contaminando a sua volta le scene a diverse latitudini. Eugenio Barba e gli attori dell’Odin sono anche legati alla storia del Festival di Santarcangelo e rappresentano un nodo fondamentale di ricerca artistica, dimensione etica e capacità di coinvolgimento popolare.

Laura Mariani è docente all’Università di Bologna e autrice di numerosi saggi, fra cui Sarah Bernhardt, Colette e l’arte del travestimento (il Mulino, Bologna 1997) e L’attrice del cuore. Storia di Giacinta Pezzana attraverso le lettere (Le Lettere, 2005).

Memorie dal sottosuolo. Il teatro raccontato da spettatori speciali nasce da una domanda essenziale che la direzione artistica del festival ha rivolto a queste particolari figure della scena nazionale: quale spettacolo ti ha cambiato la vita da spettatore? L’invito è stato quello di individuare liberamente un momento fondamentale nella loro esperienza in platea per rievocarlo attraverso il ricordo, lo sguardo e i documenti, creando un’occasione in cui la biografia anche personale si intrecci con un’opera o con un artista che ha “scritto” la storia del teatro. Il fine è quello di mostrare, anche rispetto al presente, che tipo di lezione certi spettacoli e certi artisti siano ancora in grado di darci, proponendo la memoria come valore attivo.

Si tratta di incontri serali di un’ora e mezza circa che non hanno il taglio di una conferenza, ma di una testimonianza. Gli incontri successivi saranno quelli con Antonio Attisani, ex direttore del festival, cui si devono edizioni storiche, ora docente all’Università di Torino, il 4 giugno; e la dramaturg e docente di drammaturgia alla Scuola Civica “Paolo Grassi” di Milano Renata Molinari, il 18 giugno. Il progetto proseguirà poi all’interno del festival in luglio.
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Giancarlo Garoia
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