LORENZO RIVA, RENATO BALESTRA ED I GIOVANI STILISTI EMERGENTI CHIUDONO L’ALTA MODA 2009 A ROMA

Oltre le splendide collezioni presentate, la saggezza dei due grandi stilisti sembra ammorbidire i toni delle polemiche che hanno accompagnato l’estate romana dell’Alta Moda. Riva auspica che le maison storiche «dovrebbero unirsi per tornare, come delle tigri, a mordere il mercato e riportare Roma sulla cresta dell’onda», mentre Balestra, esprimendo la sua ricetta per un risorgere dell’Alta moda romana, dimostra che la ‘classe’ non è un’opinione.
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(Mariangiola Castrovilli) - Sotto un sole impietoso con una temperatura che ha raggiunto quasi i 40 gradi, si è consumata l’ultima giornata di questa così tormentata edizione di Alta Roma con due big che hanno fatto decisamente sentire il loro peso, Lorenzo Riva e Renato Balestra. Vi ricordate dei film holliwoodiani degli anni 50/60 in cui si vedevano sfilare in lussuosissime suite o in raffinati atelier il meglio del meglio dei couturier del momento davanti a signore entusiaste? Bene questa è stata l’atmosfera ritrovata da Lorenzo Riva, da sempre considerato l’erede di Balenciaga che ci ha accolto in una splendida, grande e lussuosissima suite con mobili antichi dell’Hotel Esedra in Piazza della Repubblica dove lui stesso ha presentato, dopo un minuto di silenzio in memoria di Gianni Versace scomparso il 15 luglio di 12 anni fa, ogni indossatrice ed ogni modello, illustrandone lo spirito e i raffinati materiali.

Invece della solita musica e livelli altissimi che ti rimbomba nei precordi, la colonna sonora delle parole del Maestro, il crepitare dei flash dei fotografi e l’affascinante fruscio dei tessuti sulla falcata delle top model a sottolineare 23 stupende creazioni, dedicate a Luchino Visconti ed al suo cinema immortale. Ed ecco allora l’omaggio alla Cardinale, superba interprete del Gattopardo con un sogno rivestito di velluto nero per il corpino , e 118 strati per la candida, lunga gonna di tulle.

La caduta degli dei, il tailleur della Thulin e Morte a Venezia sottolineato da sublimi pizzi decadenti si susseguono nell’attesa di vedere il prossimo autfit tanto alta si sta facendo la tensione. Ecco gli eleganti tailleur in tweed e in cachemire color mastice, nero e celeste, le gonne a corolla su svelti abitini che accarezzano i fianchi, le petit robe corredate da mantelle bordate di volpe colorata, gli avvolgenti cappotti stile impero declinati nelle tonalità dell’oro, argento, grigio acciaio e nero. Sotto strette gonne sopra il ginocchio svettano le gambe che fioriscono su sottili tacchi 12, mentre gli enormi cappelli a pagoda ombreggiano misteriosamente il viso ed i guanti di pelle leggera diventano un irrinunciabile must. E poi la gran sera che fa subito pensare all’infinita classe di Grace di Monaco nel superbo abito in duchesse color crema o in quelli di raso tutti dipinti a mano.

La sposa di Riva, lontana dagli assordanti clamori di nozze tra sedicenti Vip in cui lei è più in abbigliamento da spiaggia che da chiesa, lascia scoperti solo volto e mani, mentre il velo è di preziosissimo pizzo. Spiritoso e saggio il Maestro ha confessato che quando viaggia per il mondo «il mo nome è sempre associato all’alta moda romana e non al pret a porter milanese», consigliando poi i colleghi ad ammorbidire i toni della polemica con Alta Roma identificando il problema dell’odierna alta moda capitolina nella defezione di molte maison storiche che « dovrebbero invece unirsi per tornare, come delle tigri a mordere il mercato e riportare Roma sulla cresta dell’onda», ha sorriso Riva, mentre già cambia discorso e pensa alle probabili sfide come per esempio Michelle Obama dopo averle fatto perdere una decina di chili . «Mi piacerebbe vestirla con tinte chiarissime invece di quelle hawaiane con cui va in giro».

Gran finale in Sala Lancisi dal soffitto magistralmente istoriato nel Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia con Il diamante nero di Renato Balestra dal suo nuovo profumo in uscita a settembre che dà il nome anche alla splendida collezione assieme a cui è presentato. Una vera gioia per gli occhi all’insegna del lusso e della bellezza. E gli applausi scrosciano, riconoscimento al merito di uno stilista che seraficamente olimpico dopo aver espresso in parole la sua ricetta per un risorgere dell’Alta moda romana, dimostra che la classe non è un’opinione. Con 55 modelli, Renato è infatti uno dei nostri più prolifici couturier, prende vita una donna di sublime raffinatezza che incede superba avvolta nella stupefacente cappa a ventaglio tutta un plissé, che ad ogni passo rivela sfavillanti bagliori, quelli appunto di uno dei diamanti più desiderati, quello nero, così diverso ed intrigante. Belli e catturanti anche i cappottini che sostituiscono la pelliccia, tutto un rincorrersi di ordinatissime rouches, in tutte le declinazioni del nero che chez Balestra assume una brillantezza sconosciuta, messa ancora più in evidenza da collane di perle e, ovviamente, da diamanti neri….

Non solo nero però, anche altri colori hanno diritto di cittadinanza sulla sua pedana, dal rosso al verde passando per il famoso blu Balestra che risplendono inimitabili sugli stivali tutto uno sfavillio di cristalli Swarovski. E voilà i frac in versione Eva, con un occhio maliziosamente strizzato a Victor Victoria con giacche ambigue quanto basta dallo scollo abissale e lunghe code.

E che dire degli abiti tutto un intarsio ed una sovrapposizione che diventano zebre, e di quella particolare nuance di grigio che gioca in casa per maglie ed abitini da indossare dalle sette in poi. Ovviamente di sera perché i cocktail con questa ossessione del magro è bello, non li beve più nessuno. E poi ci sono le trecce, motivo dominanti su vestitini che solo da lontano sembrano eseguite ai ferri, ad una seconda occhiata ti accorgi invece che l’illusione ottica è data da sapienti, leggeri ricami di perline, paillettes e pietre che li rendono simili a quei caldi pullover norvegesi, indossati sopra raffinati, svelti tubini di velluto nero tanto Audrey Hepburn.

E la sposa? Semplicemente divina avvolta in una conchiglia di ventagli plissettati con un corpino tutto uno sfavillio di Swarovski, mentre il gran finale è affidato al famoso ‘diamante nero’ così unico ed irripetibile, da dare giustamente il titolo alla collezione.
Spenti i riflettori al Complesso del Santo Spirito, eccoli riaccendersi alle 23 al Room 26 all’Eur per la presentazione della sfilata evento ‘Creatività liquida’ un omaggio di giovani stilisti emergenti ai mondiali del nuoto. Ideata e coordinata da Paola Pattacini, già assistente ventennale di Ferré, è stato il trionfo del beachwear versione couture. Ecco allora la next generatinon all’opera, gli studenti dello Ied hanno presentato per Goldenpoint ‘Bon Ton’, ‘Tecno’ è invece la collezione disegnata da quelli dell’Istituto Marangoni per Speedo ed infine ‘Hippy chic’ realizzata dall’Accademioa di Costume e Moda per Benetton.

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