Al Rossini Opera Festival di Pesaro torna " La Scala di seta"

al Teatro Rossini il 12, 15, 18 e 21 agosto alle 20
Forlì, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Al Rossini Opera Festival di Pesaro torna " La Scala di seta"
Terza opera in programma nella XXXII edizione del Rossini Opera Festival è La scala di seta, ripresa di un brillante spettacolo ideato per il Rof 2009 dal collaudatissimo tandem Damiano Michieletto (regia) - Paolo Fantin (scene e costumi). L’opera sarà proposta al Teatro Rossini il 12, 15, 18 e 21 agosto alle 20. Lo spagnolo José Miguel Pérez Sierra dirige l’Orchestra Sinfonica G.Rossini ed un cast di brillanti rossiniani: John Zuckerman, Hila Baggio, Josè Maria Lo Monaco, Juan Francisco Gatell, Simone Alberghini e Paolo Bordogna.
La farsa, divisa in due atti, si avvale dell’aggiunta di una grande aria, Alle voci dell’amore, composta all’epoca, che si attaglia al personaggio di Blansac, sorta di ingenuo Don Giovanni che si crede concupito da entrambi i personaggi femminili, Giulia e Lucilla.
La scala di seta ha debuttato al Teatro San Moisé di Venezia il 9 maggio 1812, anno nel quale Rossini presentò al pubblico ben cinque opere: Ciro in Babilonia, La pietra del paragone, La scala di seta, L’occasione fa il ladro L’inganno felice. Le ultime tre fanno parte dei cinque lavori in un atto scritti per il teatro veneziano. Il libretto di Giuseppe Foppa è tratto dalla commedia francese L’échelle de soie di F.A.E. Planard, messa in musica da Pierre Gaveaux e rappresentata per la prima volta al Théâtre de l’Opéra Comique di Parigi nel 1808. Attraverso un curioso percorso di influenze a ritroso attraverso il teatro europeo che giunge addirittura sino al ciclo pittorico di William Hogarth, Foppa si trovò inconsapevolmente ad utilizzare la stessa fonte su cui si era basato Giuseppe Bertati per la stesura del libretto del Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa, capolavoro del teatro musicale dell’epoca (1792).
La vicenda, classico intreccio di amori coltivati da una leggiadra pupilla a dispetto del suo anziano tutore, è ambientata dal regista ai giorni nostri, in un miniappartamento dove molto è lasciato all’immaginazione. Le stanze sono quasi virtuali, con muri che non si vedono ma esistono solo per i cantanti. E’ una storia moderna di tipi umani caratteristici ed attuali, farsesca ma leggibile e riconoscibile anche oggi. La presenza di uno specchio in scena consente una doppia lettura dello spettacolo, con l’azione che si sviluppa su due piani.
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Giancarlo Garoia
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