Sclerosi Multipla: dagli USA un'interessante conferma sul Metodo Zamboni

Al termine dello studio, secondo gli autori, i risultati indicano che i pazienti con SM hanno un maggiore appiattimento della vena giugulare interna ed una tendenza verso le vene collaterali rispetto ai soggetti sani. Il ruolo che questo risultato gioca nella patogenesi e nella progressione della sclerosi multipla richiede comunque ulteriori studi.
Trieste, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Continuano ad arrivare conferme sulla validità dell'ipotesi formulata dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell'Università di Ferrara) sulla possibile correlazione tra l'insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), da lui stesso scoperta nel 2007, e la sclerosi multipla (SM), patologia gravemente invalidante che colpisce oltre 61.000 italiani.

E' stato infatti pubblicato sul sito della prestigiosa rivista medica "American Journal of Neuroradiology" un interessante studio intitolato "Campioni di drenaggio venoso extracranico nei pazienti con sclerosi multipla e nei controlli sani".

Secondo alcuni ricercatori americani, coordinati dal Dr. Ryan A. McTaggart dell'Università di Stanford (California), la CCSVI ipotizza un'associazione tra un insufficiente drenaggio venoso extracranico e la sclerosi multipla (SM). I criteri ecografici pubblicati per la CCSVI sono controversi, e non esiste nessun dato di imaging di risonanza magnetica per sostenere l'ipotesi della CCSVI. Il loro scopo era quello di valutare le possibili differenze nel drenaggio venoso extracranico nella SM e nei controlli sani utilizzando l'angiografia a risonanza magnetica sia per tempo di volo che per contrasto di fase.

Al termine dello studio, secondo gli autori, i risultati indicano che i pazienti con SM hanno un maggiore appiattimento della vena giugulare interna ed una tendenza verso le vene collaterali rispetto ai soggetti sani. Il ruolo che questo risultato gioca nella patogenesi e nella progressione della sclerosi multipla richiede comunque ulteriori studi.

Si tratta di uno studio veramente interessante perchè, a differenza di quelli effettuati con l'ecocolordoppler, NON è "operatore-dipendente". Ancora una volta vengono smentiti i primi risultati dello studio Cosmo, promosso e finanziato dall'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism-Aism), annunciati alla stampa nell'ottobre scorso e secondo i quali "a oggi, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati".


Fonte: http://www.ajnr.org/content/early/2012/04/19/ajnr.A3097.abstract
Ufficio Stampa
Alessandro Rasman
Centro per i Diritti del Cittadino - TRIESTE
Italia
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