Proteste agricoltori: Confedercontribuenti, manifestazioni evidenziano un disagio generale ma il governo è assente

Finocchiaro, chiediamo alla politica di superare le divisioni partitiche e rimettere al centro delle proprie considerazioni la persona
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - agricoltura)

“Il governo Meloni si dimostra non solo incapace di tutelare l’intero settore agricolo, ma anche fortemente ipocrita, visto che dai ministri non c’è stata neanche una parola sulle proteste del Comitato agricoltori”. Lo afferma, in una nota, il Direttore Organizzativo Nazionale di Confedercontribuenti, Marco Fiocco, commentando le proteste degli agricoltori che in questo fine settimana hanno manifestato - sia in Europa che in molte parti d’Italia - predisponendo blocchi stradali che hanno provocato la chiusura di interi tratti delle autostrade.

“In sostanza – sottolinea Fiocco -, dopo aver condannato duramente gli ambientalisti che bloccavano le strade, colpevoli di essere contro le fonti energetiche fossili e dunque troppo ostili per il governo, ora che da giorni sono gli agricoltori a fare sentire le loro ragioni, allo stesso modo, bloccando le strade del Paese, il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini rimane in silenzio”.

Secondo Confedercontribuenti le motivazioni degli agricoltori in Francia e Germania differiscono, rispetto a quelle degli agricoltori italiani “ma c’è comunque – spiega Fiocco - un disagio generale rispetto ad un sistema di regole europee che sta mettendo in crisi le imprese agricole e che o chiede di produrre meno o comunque non riconosce agli imprenditori gli investimenti fatti o i passi avanti compiuti, come ad esempio, sul fronte del benessere animale e sui temi della sostenibilità delle nostre produzioni”.

Quello che oggi Confedercontribuenti chiede – aggiunge il Presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro -, è un “invito all’ascolto, un invito ad un dialogo faccia a faccia onesto per il superamento delle ‘divisioni partitiche’. Auspichiamo che i responsabili politici rimettano la persona al centro delle proprie considerazioni politiche, garantendo una maggiore trasparenza dei processi decisionali, tenendo conto delle potenziali conseguenze per coloro che ne sono colpiti e, infine, consentendo un maggiore coinvolgimento di tutti i principali attori” conclude Finocchiaro.

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