Quando il bambino ha l’otite l’omeopatia permette di affrontare i primi sintomi e il necessario tempo di attesa

Tra le infezioni respiratorie più frequenti, già a partire dai primi anni di vita, l’otite è senza dubbio quella che i genitori conoscono in maniera diretta e approfondita. Essa insorge spesso come complicanza di rinofaringiti e tipicamente nei bambini che frequentano la comunità, trascorrendo buona parte della giornata in spazi ristretti.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Il bambino piccolo è maggiormente predisposto all’otite per una ragione anatomica: le sue tube di Eustachio, cioè quei condotti che mettono in comunicazione l’orecchio medio con la gola in modo da equilibrare la pressione in questi due distretti, non si sono ancora verticalizzate. In altre parole, la conformazione del cranio fino a 2-3 anni è tale per cui l’orecchio medio, anziché trovarsi a un livello superiore rispetto alla gola, si trova pressochè allineato al rinofaringe: ecco perché i normali atti di deglutizione e soprattutto l’utilizzo del succhiotto imprimono una spinta meccanica alle secrezioni infette di provenienza nasale verso la cassa del timpano.
“A questo fattore anatomico in alcuni bambini si associa poi la tendenza all’infiammazione, con andamento ciclico, la cosiddetta diatesi psorica, che in alcuni casi si aggrava e caratterizza per le infezioni recidivanti” osserva Zora Del Buono, pediatra e neonatologa omeopata a Bari. “Si tratta della cosiddetta diatesi tubercolinica, caratterizzata da freddolosità, predisposta alle malattie da raffreddamento e alla demineralizzazione, nonché da iperreattività secretiva, ossia da un sistema immunitario ancora immaturo e disorganizzato e dalla predisposizione a produrre maggiori quantità di muco che, accumulandosi, diventa per i batteri non solo un veicolo efficace ma anche un ottimo terreno di coltura”.
La costituzione è l’insieme dei caratteri psicofisici di un soggetto sano e in equilibrio, mentre per diatesi si intende la predisposizione di un certo organismo a contrarre certe malattie. Come si deve allora affrontare l’otite che, per quanto sia più comune nei mesi freddi, può insorgere in qualsiasi periodo dell’anno? “Le linee guida invitano a una cauta e vigile attesa” sottolinea Del Buono. “Prima di intervenire con antibiotici, è bene rimanere in osservazione per 2-3 giorni, con l’obiettivo di capire si si tratta realmente di otite media acuta oppure di otalgia reattiva a congestione da catarro tubarico o da raffreddamento. La detersione delle fosse nasali è fondamentale per rimuovere il muco infetto e liberare il respiro del bambino”.
In questo intervallo l’omeopatia è un valido supporto per modulare il dolore e la reattività. Tra i rimedi più adatti possiamo citare Belladonna, indicata per il dolore pulsante con febbre e sudorazione, Hepar sulphur per l’infiammazione catarrale a tendenza suppurativa, e Mercurius, come rimedio classico delle otiti con secrezione maleodorante e francamente purulenta (da sovrapposizione batterica) ed eventuale febbre. Può essere quindi impiegato un medicinale omeopatico, disponibile sia in gocce che compresse, che svolge un’importante azione antinfiammatoria, grazie alla sinergia dei rimedi sovra citati con Apis mellifica, efficace sugli edemi infettivi, Barium chloratum, indicato per raffreddore e faringiti recidivante, Calcium jodatum e Kalium bichromicum, utili per le tonsilliti, Lachesis e Marum verum, attivi sul mal di gola e sulle vegetazioni adenoidee, e Phytolacca, che interviene sul dolore alla deglutizione che si irradia alle orecchie.
“Non si deve perciò pensare a un’attesa del tutto inerte” afferma Del Buono. “Dobbiamo infatti ricordare che l’orecchio medio comunica con le altre strutture craniche: non è dunque remoto il rischio che un focolaio infettivo possa estendersi nelle aree confinanti dando luogo a complicanze serie, quali la mastoidite. L’omeopatia permette dunque di gestire in maniera ottimale le prime fasi dell’otite, offrendo due importanti vantaggi: attenua i sintomi e controlla al tempo stesso l’infiammazione. Tale azione è importante non solo per contrastare il processo patologico in atto ma anche per favorire una migliore penetrazione ed efficacia nell’orecchio dell’antibiotico, qualora si rendesse necessario il suo utilizzo, con il quale non presenta alcuna incompatibilità. Da non dimenticare, poi, gli oligoelementi: a giorni alterni, per almeno un paio di mesi, una dose per via sublinguale di manganese-rame, soprattutto se il bambino è allergico, e la somministrazione di rame-oro-argento consentono di vincere lo stato di anergia che porta spesso alla cronicizzazione delle infezioni. Infine è opportuno intervenire sull’ equilibrio del microbiota in maniera mirata con un medicinale isopatico ricavato dal ceppo di muffe Penicillium chrysogenum è il rimedio di scelta per ridurre l’infiammazione e promuovere l’eliminazione dei batteri patogeni. Va somministrato per 8-10 giorni e alternato poi ad un secondo medicinale che associa due specie di microrganismi diluiti omeopaticamente, Mucor racemosus e Aspergillus niger, e sostiene l’immunità cellulare”.


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