Selfie e videoclip per facilitare l'incontro tra generazioni

È uno dei risultati raggiunti dal progetto “Narrare e stare bene insieme”, promosso dalla Fevoss con il contributo di Fondazione Just Italia, che ha coinvolto in un tirocinio sperimentale otto studentesse dell'Istituto Sanmicheli.
Verona , (informazione.it - comunicati stampa - non profit) Selfie e videoclip per facilitare l'incontro tra generazioni. Con i giovani ad insegnare come si realizza l'autoscatto perfetto e i “diversamente giovani” a dispensare preziosi consigli di vita. Si è concluso tra sorridenti click e brevi interviste realizzate con il telefonino il progetto “Narrare e stare bene insieme” realizzato dalla Fevoss – Federazione dei Servizi di Volontariato Socio Sanitario grazie al contributo della Fondazione Just Italia.
Otto incontri pomeridiani a cadenza settimanale, tenuti tra febbraio e maggio nella sede della onlus a Veronetta, per far dialogare un gruppo di otto anziani frequentatori del Centro di Santa Toscana con Marjola Kola, Michela Albertini, Aurora Rodegher ed Elisa Scala: quattro studentesse delle classi terze della succursale di via Selinunte dell'Istituto professionale Sanmicheli. Una formula sperimentale di tirocinio che ha permesso alle alunne, tutte iscritte all'indirizzo socio sanitario, di mettersi alla prova e confrontarsi con le problematiche e le risorse che l'essere over 65 comporta.
L'iniziativa, premette la vicepreside Luisa Branzi, «è l'esito di un lavoro in rete tra scuola, servizi sociali del Comune, Fondazione Just Italia e un'associazione dalla lunga storia di volontariato ed amore verso il prossimo che vive nelle periferie umane». Attraverso il progetto, prosegue il presidente della Fevoss Alfredo Dal Corso, «le studentesse hanno potuto toccare con mano la sofferenza, magari hanno asciugato qualche lacrima oppure raccolto dei sorrisi. Le giovani generazioni sono migliori di quanto si possa immaginare e questa iniziativa ne è la dimostrazione».
Filo conduttore degli incontri è stata la narrazione di sé: strumento, indica la psicoterapeuta Lucia Pizziolo che è tra i referenti del progetto assieme alla collega Anita Curreli, «per curare il proprio benessere. Il confronto con gli altri è importante, soprattutto per la persona anziana che si trova a vivere una dimensione nuova della propria esistenza». L'Organizzazione mondiale della Sanità sostiene che non si invecchia unicamente a causa della degenerazione biologica, aggiunge Curreli, «ma per l'idea che la società si è fatta dell'anziano. Modo di pensare che è necessario cambiare».
La sfida è stata trovare un punto di contatto tra anziani e ragazzi, che si sentono distanti e con poco in comune con gli adulti. Proprio le moderne tecnologie, complice l'immediatezza dei selfie, hanno agevolato lo scambio di relazioni tanto che dal progetto è nata una raccolta di videoclip per raccontare le varie tappe dell'esperienza. «Ci siamo messe in gioco, scoprendo che generazioni all'apparenza lontane hanno in realtà parecchie cose in comune» confessano le sedicenni. «L'età è un numero», dicono, che non rappresenta un limite nel confrontarsi su temi quali la famiglia, lo studio, il desiderio d'indipendenza, i sentimenti. Non ultimo sulla creatività che è stata al centro di una serie di laboratori coordinati dalle studentesse Alessia Zavarise, Gaia De Vito, Natalia Martorelli, Giulia Rubano sotto la supervisione dei volontari della Fevoss Francesca Cannata e Alessandro Ferrais.
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