Quella riabilitazione che salva la vista; Italia punto di riferimento su scala mondiale

Oltre 60 esperti internazionali si sono incontrati a Roma: l’occasione è data dalla prima conferenza internazionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulla riabilitazione visiva, promossa dal Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti. L’inaugurazione si è tenuta presso il Senato (Palazzo Giustiniani, Sala Zuccari).
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Oltre 60 esperti internazionali si sono incontrati a Roma: l’occasione è data dalla prima conferenza internazionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulla riabilitazione visiva, promossa dal Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti. L’inaugurazione si è tenuta presso il Senato (Palazzo Giustiniani, Sala Zuccari).

Dalla retinopatia diabetica al glaucoma, passando per la degenerazione maculare: sono innumerevoli le malattie oculari che possono causare ipovisione, condizione che in Italia colpisce almeno un milione e mezzo di persone e rischia di trasformarsi in cecità. Però esiste la riabilitazione visiva, con cui si può allenare a vedere, “salvando” la vista prima che sia troppo tardi.

L’iniziativa è stata promossa dall’Italia – oggi riferimento mondiale in questo campo – perché attualmente ancora non esistono standard riabilitativi internazionali uniformemente riconosciuti a livello visivo: essi devono tenere conto del diverso livello socio-economico dei Paesi considerati nelle diverse Regioni OMS (Europa, Americhe, Africa, Mediterraneo Orientale, Pacifico Occidentale e Sud-Est Asiatico). Gli esperti riuniti a Roma hanno avuto, quindi, il compito di trovare un’intesa sulle procedure riabilitative ottimali per i diversi Sistemi sanitari nazionali.

Nel mondo ci sono 285 milioni di persone che soffrono di un handicap visivo grave (delle quali 246 milioni sono ipovedenti e 39 milioni cieche), tale da impedire le normali funzioni quotidiane e da ridurre drasticamente la qualità di vita.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già approntato un Piano d’azione (2014-2019) e, tra gli interventi previsti, c’è quello per la riabilitazione visiva, che per la prima volta è stata menzionata chiaramente come parte integrante della prevenzione della cecità. L’obiettivo del Piano è quello di ridurre, entro il 2019, del 25% la prevalenza dei deficit visivi evitabili.

Il Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus è Centro di collaborazione dell’OMS per la riabilitazione visiva, unico al mondo con tale mandato.

“Attraverso questa tre giorni di conferenze, siamo giunti alla conclusione che bisogna far partire da un livello base quei paesi dove non esiste nulla, dove c'è soltanto un oculista per 10 milioni di persone e sono assenti le altre figure professionali”: sono queste le parole di Filippo Amore, Dirigente Medico del Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva della IAPB Italia onlus (presso il Policlinico A. Gemelli) . “I diversi esperti convenuti hanno concordato, in considerazione delle assai differenti situazioni socio economiche dei diversi paesi, quali sono le condizioni strumentali e professionali di base necessarie per una efficace riabilitazione visiva Abbiamo messo la nostra esperienza: l’Italia è un’eccellenza in questo ambito, al servizio dei paesi che devono cominciare a fare riabilitazione visiva.
Alla fine di questo percorso abbiamo redatto un documento che sarà definitivo entro fine gennaio, che spiega come si deve svolgere la riabilitazione: quali servizi si devono dare, come si devono fornire, da parte di quali figure professionali e a che livello di servizio sanitario (primario, secondario e terziario). Questo dà conto della complessità dell'intervento. Per creare una rete di collaborazione, ogni livello deve prevedere, a seconda delle possibilità, una raccolta dati, perché finalmente si potrà analizzare, elaborare e capire di che cosa si abbia realmente bisogno. In contemporanea sono stati sviluppati degli indicatori di efficienza e di successo dei servizi riabilitativi, legati al numero di persone che accedono e al loro livello di soddisfazione”.

Particolarmente felice della riuscita di questa tre giorni di questa conferenza internazionale, il presidente della IAPB Italia onlus, l’avv. Giuseppe Castronovo: “L'ipovedente, specie se anziano, teme fortissimamente di diventare cieco. Questo timore incide negativamente sul suo stato d’animo, sulle autonomie personali. La riabilitazione è un procedimento multidisciplinare che coinvolge diverse figure terapeutiche riabilitative che mirano a dare stabilità al residuo visivo, a dare certezza alla persona, permettendogli nelle ore diurne di svolgere una vita normale, per esempio guidando una macchina o passeggiando senza alcun problema. Il lavoratore può continuare a lavorare. Grazie al mantenimento del residuo visivo attraverso la riabilitazione, si migliora la qualità della vita di una persona. La cecità è la più grave delle invalidità perché priva la persona dell'autonomia e della libertà. C'è chi conserva, con la riabilitazione, una parte della sua indipendenza. Questa conferenza internazionale, che è alla sua prima edizione, ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti provenienti da tutto il mondo. Un grande passo per la riabilitazione, che pensiamo di organizzare periodicamente per monitorare i processi e gli standard di riabilitazione a livello internazionale e convincere i governi nazionali ad inserire nei propri programmi sociosanitari la prevenzione delle patologie oculari e la riabilitazione degli ipovedenti”.
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