PESARO, CITTÀ DI RESIDENZE CREATIVE: dopo Mara Cassiani e Masako Matsushita ora Daniele Albanese e la Compagnia Motus

I Teatri di Pesaro luoghi privilegiati per accogliere artisti nell’importante momento della creazione, grazie a progetti strutturati e continuativi promossi dal Comune in collaborazione con l’AMAT
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

PESARO, CITTÀ DI RESIDENZE CREATIVE





Pesaro conferma e amplia il suo stretto rapporto con le arti dello spettacolo dal vivo sviluppando la sua vocazione di città di residenze creative per danza e teatro. I Teatri di Pesaro vogliono essere sempre più, grazie a progetti strutturati e continuativi promossi dal Comune di Pesaro in collaborazione con l’AMAT, luoghi privilegiati per accogliere artisti nell’importante momento della creazione.



Un percorso iniziato lo scorso anno con la permanenza di Mara Cassiani e Masako Matsushita e che prosegue a pieno ritmo anche in questo avvio di stagione. Proprio in questi giorni infatti prende forma al Teatro Sperimentale Digitale Purpurea I, un live concert/spettacolo di Daniele Albanese, coreografo e danzatore di grande interesse, in scena il 3 ottobre al prestigioso Festival Milano Oltre.



Dopo l’anteprima alla Sagra Malatestiana di Rimini, il 16 e 17 settembre, il Teatro Rossini ospita la compagnia Motus, una delle formazioni di maggiore talento della scena europea, per l’adattamento di King Arthur il vista del debutto al Teatro Argentina di Roma il 19 e 20 ottobre nell’ambito dell’importante Romaeuropa Festival.

Il pubblico pesarese potrà assistere in anteprima all’esito del lavoro in una prova aperta che concluderà la residenza creativa. “King Arthur è un terreno di incontro fra musica e parole assolutamente originale. I suoni – scrive Motus nella descrizione dello spettacolo - sono strumenti di metamorfosi che svelano una potenzialità ambigua: il canto spetta a presenze sovrannaturali, spiriti o figure mitologiche che non hanno diritto di parola e da parte loro i personaggi del dramma non godono di nessuna facoltà musicale. Da una tale dialettica – rara nella storia del teatro occidentale – derivano il carattere ibrido del lavoro, detto “semi-opera”, e la sua anomalia fascinosa e unica.”



Per informazioni AMAT 071 2075889, www.amatmarche.net.











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