SFERISTERIO OPERA FESTIVAL - MACERATA. Sabato 30 luglio, ore 21,00: replica di "Rigoletto" di Giuseppe Verdi

Venerdì 29 una impeccabile direzione di Daniele Calligari per un Ballo in Maschera del quale Pier Luigi Pizzi, ha costruito regia, scene e costumi: una vera e propria sorpresa scenica quella offerta dal "giovane" direttore artistico del Festival, con la proiezione in diretta su tre schermi del film in bianco e nero dell'opera
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SFERISTERIO OPERA FESTIVAL - MACERATA.
Sabato 30 luglio, ore 21,00: replica di "Rigoletto" di Giuseppe Verdi.

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Il duca di Mantova:
Ismael Jordi.
Rigoletto:
Giovanni Meoni
Gilda:
Dèsirée Rancatore
Sparafucile:
Alberto Rota
Maddalena:
Tiziana Carraro
Giovanna:
Annunziata Vestri
Il conte di Marone:
Alberto Rota
Marullo:
Lucio Mauti
Matteo Borsa:
Enrico Cossutta.
Il conte di Ceprano:
William Corrò
La contessa di Ceprano:
Tiziana Carraro.
Un usciere di corte:
Antonio Barbagallo.
Un paggio della Duchessa:
Silvia Giannetti.
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Direttore:
Andrea Battistoni.
Regia, Scene e Costumi:
Massimo Gasparon.
Orchestra:
Fondazione Orchestra Regionale delle Marche.
Coro:
Coro Lirico Marchigiano "V. Bellini".
Maestro del Coro:
David Crescenzi.
Complesso di palcoscenico:
Banda "Salvadei".


Atto I. Nel corso di una festa nel palazzo Ducale, il Duca di Mantova, confida al cortigiano Borsa il proprio interessamento per una fanciulla incontrata casualmente al tempio; nel frattempo corteggia la contessa di Ceprano ed esprime con una ballata la propria morale libertina. Intanto Rigoletto, buffone di corte, schernisce il conte di Ceprano. Alla fine delle danze il cavaliere Marullo rivela ad altri cortigiani che il buffone Rigoletto si reca tutte le notti a casa di una presunta amante. Immediata è la decisione di tutti di giocare una burla al perfido Rigoletto e di rapire la ragazza la notte stessa. Giunge il conte di Monterone che accusa perentoriamente il Duca di avere oltraggiato l`onore della figlia. Rigoletto lo schernisce. Mentre viene imprigionato dalle guardie del duca, Monterone lancia al duca ed al beffeggiatore Rigoletto una terribile maledizione. La scena si sposta in un vicolo buio tra la casa di Rigoletto ed il palazzo di Ceprano. E`notte. Rincasando, Rigoletto, incontra Sparafucile che si presenta come un sicario d`onore. Rigoletto lo allontana ma prende nota del suo nome. Giunto a casa abbraccia la figlia Gilda, mentre la governante della ragazza, Giovanna, fa entrare di nascosto il duca. Uscito Rigoletto, questi si presenta come un povero studente di nome Gualtiero Maldè: è lui il giovane che l`aveva incontrata al tempio. Gilda è felice. I due si scambiano frasi d`amore, ma un rumore di passi costringe il duca a dileguarsi: sono i cortigiani che si apprestano a rapire l`”amante” di Rigoletto. Imbattutisi proprio nel buffone, giungono perfino a chiedergli di collaborare nella loro impresa, facendogli credere (dopo averlo bendato) che si tratti di un rapimento ai danni della contessa di Ceprano. Solo quando Gilda è già stata portata via, Rigoletto si toglie la benda e scopre l`inganno: “Ah, la maledizione” urla sgomento.
Atto II. Nel proprio palazzo il duca lamenta la scomparsa della fanciulla. Quando i cortigiani lo mettono al corrente che Gilda è stata da loro rapita e condotta nei suoi appartamenti, egli, felice si apparta con lei. Nel frattempo è giunto Rigoletto in cerca della figlia e viene sbeffeggiato dai cortigiani. Saputo che Gilda è nella stanza del duca, supplica disperato i cortigiani di ridargli la figlia, ma è lei stessa a raggiungere il padre e a confessargli l`onore perduto. Alla vista di Monterone condotto al patibolo, Rigoletto gli giura vendetta.
Atto III. Sulla sponda del Mincio, Rigoletto ha condotto Gilda davanti all`osteria di Sparafucile, ove il duca è intento a corteggiare Maddalena, sorella del sicario. La nuova canzone intonata dal duca fa intendere quale bassa considerazione egli nutra per le donne. Anche Gilda, che segue la scena da uno spiraglio tra i muri, si rende conto della disonestà del duca, ma nonostante tutto ne rimane innamorata. Le effusioni del duca, i vezzi di Maddalena, la costernazione di Gilda e la rabbia di Rigoletto si uniscono in un celebre quartetto. Rigoletto incarica Sparafucile di compiere per lui la vendetta. Questo è il suo piano: mandata la figlia a Verona, a mezzanotte potrà ritirare di persona e gettare nel fiume il sacco entro cui Sparafucile avrà messo il cadavere del duca. Sennonché, allontanatosi il padre, Gilda ritorna e sente di nascosto il dialogo in cui Maddalena convince Sparafucile a uccidere al posto del duca la prima persona che sarebbe entrata nella locanda. La stessa Gilda, mentre fuori infuria una tempesta, si offre al sacrificio e, non riconosciuta per l`oscurità, entra nell`osteria ove sa che ad attenderla è il pugnale di Sparafucile. A mezzanotte Rigoletto ritira esultando il sacco e si appresta a gettarlo nel fiume, quando di lontano, ode echeggiare il canto del duca. Incredulo, apre il sacco e vi scopre la figlia morente. Nello straziante finale, Gilda svela i motivi che l`hanno spinta a sostituirsi al duca per salvarlo e spira chiedendo perdono al padre. A Rigoletto non resta che urlare: “Ah, la maledizione”.

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"Venerdì 29 una impeccabile direzione di Daniele Calligari per un Ballo in Maschera del quale Pier Luigi Pizzi, il "giovane" direttore artistico del Festival, ha costruito regia, scene e costumi. una vera e propria sorpresa scenica, con la proiezione in diretta su tre schermi del film in bianco e nero dell'opera, in chiave neo-realistica.
L'opera ha assunto un significato datato nella costruzione scenica e possibile nella situazione specifica offerta dallo Sferisterio, ma comunque nuova ed avvolgente: al pubblico non necessitano binocolo e libretto, tutto è immadiatamente e simultaneamente intelligibile.
Una valutazione dunque positiva sulla quale torneremo." (GG)
Per maggiori informazioni
Contatto
Giancarlo Garoia
RETERICERCA
Forlì Italia
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