The American Academy in Rome inaugura la stagione autunnale e l’anno accademico 2016-2017 con un ciclo di eventi intitolato American Classic

Con l’obiettivo di comprendere l’americanità nel XXI secolo indagando la relazione tra gli ideali americani e il mondo antico, tra l’individualismo del XXI secolo e le immagini e l’architettura dell’imper
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) L’American Academy in Rome inaugura la stagione autunnale e l’anno accademico 2016-2017 con un ciclo di eventi intitolato American Classics, una serie di appuntamenti che riconsiderano idee, testi, canzoni e immagini, cioè i “classici” che definiscono ciò che dà senso alla parola “Americano”. In un immaginario sempre più internazionale che sta modificando i suoi centri del potere, le allegorie che per lungo tempo sono state identificate alla base dell’identità americana sono qui messe al centro di una nuova indagine, mettendo in discussione le verità culturali che gli americani ritenevano un tempo acquisite.
Traendo ispirazione dalla sede dell’American Academy in Rome, questa serie ha l’obiettivo di comprendere l’americanità nel XXI secolo indagando la relazione tra gli ideali americani e il mondo antico, tra l’individualismo del XXI secolo e le immagini e l’architettura dell’impero. Esplora anche i modi in cui i tratti distintivi dell’identità americana evolvono una volta sradicati dagli Stati Uniti e messi a confronto con altre culture.

Nell’ambito di questo discorso un importante calendario di iniziative arricchirà il programma dell’American Academy in Rome, iniziando con l’autunno 2016. Si parte infatti il 27 settembre alle ore 18 a Villa Aurelia con una conversazione tra l’artista Ping Chong e Hou Hanru, direttore artistico del MAXXI.

Ping Chong è un artista noto a livello internazionale, con una ricerca multidisciplinare e pioneristica tra new media e teatro. Fin dal 2014 ha creato oltre 100 opere che sono state presentate nei maggiori teatri e festival nel mondo; tra questi il Next Wave Festival del Brooklyn Academy of Music, l’Oregon Shakespeare Festival e il Romaeuropa Festival, per citarne alcuni.

La sua ricerca mette insieme danza, teatro documentaristico, l’arte delle marionette e spettacoli multimediali, esplorando temi sensibili come quelli indagati dal movimento Black Lives Matter fino alla modernizzazione della Cina, alle esperienze della gioventù musulmana in America dopo l’11 settembre, in un percorso che colloca al suo centro la responsabilità sociale dell’artista.

Si prosegue il 4 ottobre alle ore 18,30 presso la Lecture Room dell’American Academy in Rome con un reading di Nathaniel Mackey vincitore del National Book Award, di una fellowship del Guggenheim e del Bollingen Prize per la poesia americana, tra gli altri riconoscimenti conquistati nel corso della sua carriera. La poesia di Mackey combina la mitologia africana con la musica tradizionale Afroamericana, come il jazz, in una forma seriale e aperta.

Il 7 ottobre dalle 9,30 alle 18, l’American Academy in Rome ospita la prima parte di una conferenza internazionale intitolata Hybrid Republicanisms: Italy and American Art, 1840 – 1918, un confronto sulle nozioni di repubblicanismo e tirannia che animarono la politica americana e italiana e la cultura visiva nel XIX e nel XX secolo. La conferenza tiene conto degli importanti eventi storici che mettevano in contatto Italia e Stati Uniti, ad esempio le guerre d’indipendenza italiane, la fondazione dell’Italia come nazione con Roma come capitale, l’ascesa e il declino di una riforma progressista in entrambi i paesi, la partecipazione italiana e americana nella Prima Guerra Mondiale. La conferenza è sostenuta da Terra Foundation for American Art. Hanno collaborato il Centro Studi Americani di Roma, the Smithsonian American Art Museum, American Embassy in Rome, Università degli Studi Roma Tre, Università di Macerata, Purchase College, the State University of New York e il Kenyon College.

Il 13 ottobre alle ore 18 nella Lecture Room dell’American Academy in Rome, nell’ambito della mostra a cura di Lindsay Harris, Peter Benson Miller, Angela Piga intitolato A View of One’s Own-Three Women Photographers in Rome, la fotografa Zoe Strauss aprirà la mostra con una conferenza. Pochi fotografi sono associati in maniera così stretta ad una città come lo è Zoe Strauss con Philadelphia.

Tra il 2001 e il 2010 la Strauss ha infatti esplorato le complessità della città contemporanea in America, in una serie di mostre fotografiche della durata di un giorno e realizzate in uno spazio in disuso che dà su una delle maggiori e trafficate arterie della città, progetto che lei stessa ha definito una narrazione epica sulla bellezza e la battaglia della vita di tutti i giorni. Nel suo talk, discuterà della relazione tra Philadelphia e il suo uso della fotografia come strumento di sensibilizzazione politica per coinvolgere un pubblico sempre più ampio e rilanciare i quartieri urbani in difficoltà.

Il lavoro di Zoe Strauss è stato esposto in una importante mostra a lei dedicata dal Philadelphia Museum of Art, intitolata Zoe Strauss. 10 Years, nel 2012. Ha inoltre partecipato alla Whitney Biennial e nel 2008 ha pubblicato il suo primo libro, America.

Il 18 ottobre alle 18 a Villa Aurelia, il famoso e pluripremiato scrittore irlandese Colm Tóibín, in una conversazione con la docente di letteratura anglo americana presso l’Università degli Studi Roma Tre Sara Antonelli, racconterà l’eredità di Henry James, nel centenario dalla sua morte. Colm Tóibín è un giornalista, saggista e romanziere, considerato uno dei maggiori scrittori irlandesi contemporanei. È stato inoltre direttore di due riviste irlandesi, “InDublin” e “Magill”, e ha collaborato a “The Sunday Independent” e “The London Review of Books”. In italia ha pubblicato La famiglia vuota, Amore in un tempo oscuro, The Master.

Infine, l’8 novembre alle 18,30 presso l’American Academy in Rome, lo storico dell’arte, docente presso la New York University Thomas E. Crow racconterà la relazione tra l’opera di Robert Rauschenberg e l’Italia, dove l’artista trascorse un periodo cruciale della sua vita di giovane artista nelle città di Firenze e Roma. Molte delle opere che produsse furono gettate nell’Arno a causa di una cattiva recensione. L’impronta che quegli anni lasciarono sul famoso artista americano ci mise un po’ di tempo a riemergere in una forma di attaccamento profondo alla mitologia classica, reso nell’estetica dei suoi lavori in una forma aggressivamente anticlassica. Le origini e gli oggetti di questo paradosso saranno al centro di questa presentazione.

Ping Chong, Nathaniel Mackey, Zoe Strauss, Thomas E.Crow sono Residenti presso l’American Academy in Rome per l’ autunno 2016.

> The American Academy in Rome, Via Angelo Masina 5, Roma

www.aarome.org

Contatti:

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